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QUANTA FRETTA CHE HA IL GOVERNO DI CHIUDERE LA QUESTIONE MPS-MEDIOBANCA – PALAZZO CHIGI HA DECISO A TEMPO DI RECORD DI NON RICORRERE AL GOLDEN POWER SULL'OPERAZIONE, CHE L’ESECUTIVO PATRIOTA SPONSORIZZA PER DARE L’ASSALTO (VIA CALTAGIRONE-MILLERI) AL POTERE FINANZIARIO MILANESE – PER L’OPS DI UNICREDIT SUL BANCO BPM, ALTRA OPERAZIONE DI UNA BANCA ITALIANA SU UNA BANCA ITALIANA, IL GOVERNO HA ALLUNGATO I TEMPI DI UN MESE

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Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/economia/2025/04/15/news/mps_golden_power_via_libera_mediobanca-424128227/

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.

Via libera dal governo all’offerta pubblica di scambio del Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca. A tempo di record palazzo Chigi ha deciso di non esercitare i poteri stabiliti dalla legge sul Golden power nell’operazione che la banca guidata da Luigi Lovaglio ha annunciato lo scorso gennaio e che prevede di scambiare azioni Mps con azioni Mediobanca. La decisione è stata presa dalla presidenza del Consiglio dei ministri su proposta del Mef.

 

Un via libera scontato nel senso che nell’azionariato di Mps è ancora presente il Tesoro con l’11,7% del capitale e non si intravvedono problemi di sicurezza nazionale o di ordine pubblico in una acquisizione di una banca italiana su un’altra banca italiana. Lo stesso ragionamento non è stato fatto per l’altra operazione in corso, l’Ops di Unicredit sul Banco Bpm, per la quale il governo ha invece allungato i tempi almeno di un mese, al 30 aprile, per esaminare da vicino tutte le implicazioni dell’operazione.

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Unicredit è una public company in cui fondi americani hanno le quote di maggior peso e la banca guidata da Andrea Orcel ha già preannunciato la volontà di acquisire anche Commerzbank in Germania e di voler uscire dalla Russia anche se ciò non è stato ancora fatto.

 

[…]  La spinta concreta del governo si sentirà anche giovedì quando il Monte riunirà i soci in assemblea per farsi approvare l’aumento di capitale in azioni proprie da scambiare con quelle di Mediobanca.

 

La delibera da prendere dovrà raccogliere il consenso di almeno il 66,6% del capitale che sarà presente in assemblea e che si prevede sia compreso tra il 70 e il 75%. L’operazione lanciata dall’ad Luigi Lovaglio vede già schierati dalla sua parte il Tesoro (11,7%), la Delfin della famiglia Del Vecchio (9,8%) e Francesco Gaetano Caltagirone che ha arrotondato la sua partecipazione in prossimità del 9%.

 

LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE

Oggi un cda di Banco Bpm deciderà come indirizzare il voto del proprio 5% a cui si aggiunge un altro 4% di Anima Sgr di cui il Banco ha ormai il 90% dopo la chiusura dell’Opa.

 

L’esito finale dell’assemblea sarà comunque in mano ai fondi di investimento alcuni dei quali hanno già dichiarato le loro scelte. Pimco (1,5%) e Algebris voteranno a favore, così come Norges (2,6%), mentre il fondo New York City Comptroller si è detto contrario all’aumento, così come Florida State Board of Administration, il fondo Calvert e il fondo canadese Cpp Investments tutti con quote molto piccole.

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