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Andrea Montanari per Milano Finanza
Gli azionisti del patto di sindacato (58,3%) di Rcs Mediagroup vogliono un rafforzamento patrimoniale minimo (400 milioni) per evitare forti diluizioni e stravolgimenti dell'attuale assetto. Il mercato, la complessa situazione societaria, le prospettive per il 2013 e la necessità di un importante piano di investimenti (300 milioni) per la ristrutturazione e la digitalizzazione ne richiedono in totale almeno 7-800 milioni.
La vendita del patrimonio immobiliare (i palazzi di via Solferino e via San Marco a Milano) non è facile, specie nell'attuale fase congiunturale. I giornalisti del Corriere della Sera, principale asset della casa editrice di via Rizzoli, iniziano ad alzare il tiro sulla gestione attuale e su quelle precedenti con una serie di articoli-denuncia e con rivendicazioni sindacali. Le banche vogliono maggiori garanzie per avallare il riscadenzamento del debito a breve (800 milioni).
Come fare per superare questi ostacoli e uscire dall'impasse? La soluzione per Rcs potrebbe essere rappresentata da un doppio aumento di capitale. à questa l'ultima ipotesi che circola con sempre maggior insistenza all'interno del sindacato di blocco e del consiglio d'amministrazione del gruppo editoriale in vista della prossima riunione del board in programma per l'inizio del prossimo mese, forse già venerdì 1° marzo.
L'opzione del doppio aumento, si dice, permetterebbe da un lato di mettere una pezza (come richiesto dall'articolo 2447 del codice civile) al buco rappresentato dalle perdite del 2012 (attese a 400 milioni) e dall'altro lato di non scontentare tutti i grandi azionisti, alcuni dei quali (come il gruppo Fiat e la famiglia Pesenti) attualmente hanno altri fronti caldi aperti. L'impegno dei soci tutelerebbe le banche (Unicredit, Intesa Sanpaolo e Ubi Banca) sul fronte dell'esposizione e così gli istituti darebbero l'immediato via libera alla rimodulazione a 2-3 anni del debito che scade quest'anno.
Ovviamente la prima iniezione di liquidità non basterebbe a sanare definitivamente la situazione patrimoniale e finanziaria di Rcs. Perciò, si sostiene in via Rizzoli, sarebbe necessario dotare l'azienda di altre risorse, per l'appunto con un successivo aumento da completarsi entro un anno o comunque al massimo entro fine 2014. Sull'ammontare della seconda ricapitalizzazione ancora non ci sarebbe convergenza. Ma si può stimare un fabbisogno di almeno 250-300 milioni. E solo in occasione di questo secondo intervento sul capitale si potrebbero riaprire i giochi di potere in seno a Rcs. Anche perché proprio nella primavera del 2014 scadrà il patto di sindacato attuale, le cui prime disdette potranno arrivare a partire dall'autunno 2013.
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