EDITORIA IN AGONIA – RCS COMBATTE CON I DEBITI E ROTOLONE SCOTT PENSA DI VENDERE I LIBRI A MONDADORI PER 120 MILIONI – TRA LE IPOTESI C’È ANCHE L’ACQUISTO DEL FRANCESE “L’EQUIPE” PER FARE UN POLO EUROPEO DEI GIORNALI SPORTIVI – BAZOLI: ANCORA DE BORTOLI

DAGOREPORT

 

scott jovanescott jovane

Un brutto affare, i debiti di Rcs che tornano pericolosamente a sfiorare i cinquecento milioni, nonostante gli aumenti di capitale e le moratorie con le banche creditrici (Intesa e Unicredit su tutte). Domani l’amministratore delegato, Rotolone Scott Jovane, affronta un cda delicato in cui dovrà portare numeri in calo rispetto alle previsioni e prospettare degli interventi per contenere l’indebitamento.

 

Tra le ipotesi della vigilia c’è l’idea di Scott Jovane di vendere Rcs Libri, presieduta da Paolino Mieli, ai concorrenti di Mondadori Libri per una cifra che si aggira sui 120 milioni di euro. Un’operazione che permetterebbe a Scott di ridurre l’indebitamento e a Marina Berlusconi di dimostrare a papi Silvio che anche lei è una grande imprenditrice, capace di costruire qualcosa. Nella fattispecie, il tanto vagheggiato polo italiano del libro.

 

 Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri. Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.

La somma offerta da Segrate sembra abbastanza bassa e probabilmente farebbe segnare a Rcs una minusvalenza contabile, ma il settore dell’editoria di carta è in piena crisi e quindi la valutazione riflette inevitabilmente tale fatto. Se l’operazione verrà portata all’attenzione del cda di Rcs, sarà interessante anche valutare come si comporterà il presidente Angelo Provasoli. L’ex rettore della Bocconi infatti è stato consulente della Fininvest nella battaglia legale sul Lodo Mondadori e alcuni soci di Rcs sono pronti a chiedergli che si astenga dal valutare affari che hanno Segrate come controparte.  

 

GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANNGIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN

Altro fronte aperto in casa Rcs resta quello del Corriere della Sera e della sua direzione in scadenza. L’ottantaduenne Bazoli ha deciso che impiegherà questo 2015, l’ultimo anno pieno da banchiere di riferimento (di sé stesso) della grande finanza del Nord, per sistemare le cose al giornale di via Solferino. Il suo progetto è far sì che nessun azionista, neppure la Fiat di Kaki Elkann, comandi realmente in Rcs. Abramo Bazoli perseguirà l’obiettivo di un equilibrio perfetto tra i vari soci, equilibrio che ovviamente sarà lui stesso a regolare in funzione di arbitro supremo. Insomma, comanderà lui.

 

Nei piani di Bazolone c’è quindi la conferma di Ferruccio de Bortoli, agevolata dal fatto che i vari Elkann e Della Valle non sembrano in grado di trovare soluzioni condivise. Anche il nome di Luciano Fontana, uno dei vice di De Bortoli, non supera il fuoco di sbarramento dei grandi soci.

DELLA VALLE ELKANN DELLA VALLE ELKANN

 

Sul fronte dei quotidiani c’è infine da registrare il ritorno di fiamma per il grande polo dei giornali sportivi europei. Scott Jovane, anche per far digerire ai soci l’amaro boccone della vendita dei libri, starebbe nuovamente pensando di acquistare il giornale francese “L’Equipe”, che andrebbe così ad aggiungersi alla Gazzetta dello Sport e allo spagnolo “Marca”. Inutile dire che anche qui, specie tra le banche, c’è chi inorridisce all’idea che di questi tempi si possa comprare un altro giornale di carta. 

 

2. RCS, A CHE SERVE VENDERE SE IL DEBITO RESTA MAXI?

 Andrea Montanari per Milano Finanza

 

Angelo ProvasoliAngelo Provasoli

Tagliare il debito è uno dei mantra della gestione di Rcs targata Pietro Scott Jovane. Perché così volevano le banche che a metà 2013 hanno acconsentito al rifinanziamento di 575 milioni. E perché si dovevano ridurre drasticamente gli oneri finanziari. Perciò sono state decise dismissioni funzionali al calo dell'indebitamento.

VIGNETTA GIANNELLI SILVIO BERLUSCONI E MARINA SACRA FAMIGLIA VIGNETTA GIANNELLI SILVIO BERLUSCONI E MARINA SACRA FAMIGLIA

 

E così dal 2012 sono state vendute Flammarion (per 251 milioni), Dada (beneficio netto di 58 milioni), gli immobili di via Solferino e via San Marco a Milano (120 milioni) e sono stati chiusi o ceduti alcuni periodici. Senza trascurare l'aumento di capitale da 400 milioni completato nel luglio di due anni fa, e l'incasso (47 milioni) derivato dalla conversione delle azioni di risparmio in ordinarie. Peccato che il debito, che a fine 2012 era di 845,8 milioni, a fine 2014 scenderà soltanto a 496 milioni.

 

marina berlusconi forza italiamarina berlusconi forza italia

Un dato superiore alle previsioni d'inizio piano. Quindi, sostengono alcuni azionisti Rcs  di vecchia data, questa razionalizzazione del portafoglio e questa corsa alle dismissioni non ha portato tutti quei benefici attesi e auspicati. E forse, quindi, non era così necessaria.

Anche di questo si parlerà con ogni probabilità nel cda di domani, durante il quale si farà il punto delle ulteriori dismissioni (Finelco, Digicast e l'area Libri), oltre che sui conti 2014 e sugli obiettivi 2015 in vista dell'assemblea degli azionisti convocata per il 23 aprile.