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LA "LOCOMOTIVA D'EUROPA" DERAGLIA E SONO CAZZI ANCHE PER L'ITALIA - LA RECESSIONE ECONOMICA TEDESCA È "COSTATA" AL NOSTRO PAESE UNA CONTRAZIONE DELLA CRESCITA DEL PIL, NEL 2023 E NEL 2024, DELLO 0.2% - NEL BIENNIO LA DECRESCITA DELL'EXPORT DALL'ITALIA A BERLINO È STATA DEL 6,8% NEL 2023 E 5,9% NEL 2024 - SECONDO L'ISTAT SONO CIRCA 23MILA LE IMPRESE ITALIANE CONSIDERATE "VULNERABILI" ALL'EXPORT E CIRCA 4.600 ALL'IMPORT (PER UN TOTALE DI 415MILA DIPENDENTI)
PIL: ISTAT, RECESSIONE GERMANIA PESA 0,2 PUNTI PERCENTUALI SU ITALIA
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - I risultati di un esercizio di simulazione, condotto da Istat, quantifica in due decimi di punto (-0,2 punti percentuali) l'impatto della contrazione economica della Germania sulla crescita del Pil italiano sia nel 2023 che nel 2024. Si legge nel Rapporto sulla Competitività 2025.
Nel biennio la contrazione dell'export di beni in volume dall'Italia alla Germania è stata del 6,8% nel 2023 e 5,9% nel 2024. Nel 2023 la riduzione della domanda di beni italiani da parte della Germania ha comportato un calo delle esportazioni pari a un punto percentuale, rallentamento che ha avuto ripercussioni anche sulle importazioni (-0,4 punti percentuali).
giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.
La simulazione ipotizza che nel biennio le esportazioni italiane in volume verso la Germania si siano mantenute sui livelli del 2022 (con crescita nulla).
CHELLI (ISTAT), IN CORSO RELATIVA MARGINALIZZAZIONE ECONOMIA
(ANSA) - GENOVA, 20 MAR - "I risultati del 'Rapporto sulla competitività dei settori produttivi' dell'Istat danno conto della crescente polarizzazione delle relazioni commerciali attorno a Stati Uniti e Cina con una relativa marginalizzazione dell'economia europea". Lo dichiara il presidente dell'Istat Francesco Maria Chelli a Genova alla presentazione della tredicesima edizione dell'analisi sulla struttura, la performance e la dinamica del sistema produttivo italiano rispetto all'export e all'import.
"La nostra analisi circoscrive la 'vulnerabilità' a un numero contenuto di attività economiche: sono circa 23mila le imprese italiane 'vulnerabili' all'export e circa 4.600 all'import, - illustra Chelli - il loro peso economico appare però non irrilevante, le imprese vulnerabili all'export impiegano 415mila addetti, generano il 3,5% del valore aggiunto e rappresentano il 16,5% delle esportazioni complessive, quelle vulnerabili all'import circa 400mila addetti, il 5,7% del valore aggiunto e il 23,8% delle importazioni".
"Il rapporto conferma come nel 2024 l'Italia abbia registrato una performance complessivamente positiva sui mercati internazionali con valori record nell'avanzo commerciale dei prodotti energetici e una tenuta della quota di mercato sul commercio mondiale - indica il presidente dell'Istat -, ma nelle mutate condizioni geo-economiche attuali sottolinea come gli stessi fattori che in passato hanno fornito uno stimolo alla crescita del Paese, in primo luogo come integrazione sempre più intensa delle reti commerciali e produttive internazionali, possano ora diventare una vulnerabilità".
I CONTI PUBBLICI DELLA GERMANIA - LA VERITA
giancarlo giorgetti giorgia meloni al senato
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