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CHI RISIKO, CHI ROSICA, CHI RISCHIA – PER CONQUISTARE ASSICURAZIONI GENERALI, IL TRIO MPS-CALTA-MILLERI DEVE SUPERARE LA SOGLIA DEL 50% DEL CAPITALE DI MEDIOBANCA: SOLO CON IL CONTROLLO DELL’ASSEMBLEA SALTEREBBE IL PIANO DI NAGEL DI PRENDERE BANCA GENERALI IN CAMBIO DEL 13% DEL LEONE DI TRIESTE (GRIMALDELLO DI "CALTA" PER ESPUGNARE IL FORZIERE D’ITALIA) – GRANDI MANOVRE: COME MAI ENASARCO, SESTO AZIONISTA DI MPS, HA VENDUTO IL 3,05% DELLA BANCA SENESE ED È SALITA AL 2,52% DI MEDIOBANCA?
1. MEDIOBANCA ACCELERA SU BANCA GENERALI
Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “La Stampa”
Mediobanca e Generali continuano a lavorare sull'operazione Banca Generali.
E lo fanno secondo una tabella di marcia che potrebbe portare Piazzetta Cuccia a deliberare l'Ops appena dopo la conclusione della scalata di Mps, a patto che il Monte non superi la soglia le 50% del capitale: in quel caso conquisterebbe il controllo della società e potrebbe fermare tutto.
Con una soglia inferiore, invece, non ci sarebbero effetti sulla governance fino alla prima assemblea.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI
L'amministratore delegato della banca milanese, Alberto Nagel, ha ribadito che l'operazione è cruciale per spingere la crescita del gruppo e ricentrarlo sul wealth management.
E, allo stesso modo, per Generali è un'occasione per spezzare i legami con il suo storico azionista e allargare la propria rete distributiva.
Una visione sulla quale l'ad Philippe Donnet e il presidente, Andrea Sironi, non hanno dubbi - a differenza di alcuni manager che invece sono preoccupati dall'idea di perdere il controllo della propria rete distributiva e di un pezzo importante dell'utile netto, in cambio di azioni proprie.
philippe donnet - andrea sironi
Il nodo delle azioni è cruciale perché l'operazione possa restare in piedi: Mediobanca ha messo sul piatto il 13,1% di Generali valorizzando Banca Generali 6,3 miliardi.
Al concambio attuale il controvalore sarebbe di poco inferiore a 6,2 miliardi. Quindi la speranza è che il titolo torni a salire nel corso dell'estate.
Alla luce della volontà di proseguire l'operazione si inserisce anche la decisione del cambio al vertice del comitato parti correlate di Piazzetta Cuccia.
L'ex presidente Sandro Panizza, eletto nella lista Delfin, si era astenuto sull'operazione e secondo le autovalutazioni arrivate al cda di Mediobanca i lavori del comitato non erano soddisfacenti.
La volontà, con il cambio al vertice e Pignatti Morano - eletto nella lista del cda - nel ruolo di presidente, è di arrivare a una via libera entro la fine di agosto.
Allo stesso modo procedono i lavori in casa Generali.
Si studiano i possibili accordi industriali per allargare la rete distributiva, ma si aspetta il parere del comitato parti correlate, guidato dall'ad di Acea, Fabrizio Palermo, eletto nella lista Caltagirone.
L'idea che prende quota è di sfruttare la finestra temporale tra la fine dell'Ops di Mps, a inizio settembre, che farebbe venire meno la passivity rule che frena Mediobanca e l'assemblea della banca di fine ottobre quando - in caso di vittoria - Siena proporrà una propria lista di candidati per il cda.
La strada è impervia, ma l'idea di Nagel è quella di portare avanti il proprio piano industriale per mostrarne la bontà al mercato. E togliere Generali dal controllo di Mediobanca. […]
2. ENASARCO ESCE DA MONTEPASCHI
Estratto dell’articolo di Andrea Deugeni e Luca Gualtieri per “MF”
Rinnovata la governance con la nomina del nuovo consiglio di amministrazione e della presidente (Patrizia De Luise), Fondazione Enasarco mette ordine nelle proprie partecipazioni bancarie detenute tramite Miria Group.
È la sgr lussemburghese (ex Gwm) acquistata a fine 2023 dalla cassa previdenziale degli agenti di commercio per gestire internamente parte del proprio patrimonio da 9,5 miliardi di euro.
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il fondo Miria Growth Fund Sa Sicav Raif Itaca Multi Strategy, riconducibile alla sgr Miria, ha ceduto il proprio 3,048% di Banca Montepaschi.
La vendita risale a dopo l’assemblea del Monte del 17 aprile, appuntamento in cui Rocca Salimbeni aveva varato l’aumento di capitale a servizio dell’ops su Mediobanca che dovrebbe partire il 14 luglio. […]
LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE
Dunque la banca guidata da Luigi Lovaglio perde il sesto azionista più rilevante dopo il Tesoro (11,7%), il gruppo Caltagirone (9,96%), la Delfin della famiglia Del Vecchio (9,86%), Banco Bpm (5%) e Anima (3,99%).
Secondo quanto riferiscono fonti interne alla cassa, la quota era stata costruita all'inizio dell’anno impiegando parte della plusvalenza incassata dalla vendita di oltre la metà del pacchetto del 3% detenuto in Banco Bpm (ridotto fino all’attuale 1,39%) e in Intesa Sanpaolo (quota ora azzerata).
La volontà di entrare nel capitale di Rocca Salimbeni risale però a prima di novembre 2023, quanto il Tesoro mise sul mercato il 25% di Mps nella prima tranche della privatizzazione.
Sfruttando il momento d'oro dei bilanci bancari, Enasarco voleva approfittare delle prospettive del titolo Mps e giocare anche le proprie carte per accreditarsi come interlocutore del governo, vestendo i panni di azionista italiano stabile di un gruppo che avrebbe potuto contribuire alla nascita del terzo polo bancario. Fra gli istituti medi con forte radicamento territoriale Bpm e Mps erano i principali indiziati.
Ma pare che dal Tesoro fosse arrivato il disco rosso per i potenziali dubbi di Bruxelles sul passaggio del testimone.
Il nuovo tentativo a inizio 2025 anche sulla base dell’ingresso-salita dei due nuovi azionisti Caltagirone e Delfin, che per Enasarco avrebbe avuto ulteriori effetti positivi sul titolo nonostante le azioni fossero già ai massimi. Come mai poi il cambio di rotta da Siena a Piazzetta Cuccia? […]
In Enasarco, dove secondo quanto riferiscono le fonti il comitato investimenti di Miria aveva raccomandato a giugno di votare a favore dell’operazione Banca Generali, …. credono nel piano industriale disegnato da Alberto Nagel e nelle prospettive del titolo e dei dividendi futuri.
A quanto risulta la cassa che eroga le pensioni ai commercianti consegnerà il proprio 2,52% a Lovaglio solo in caso di rilancio, visto che lo sconto incorporato nel concambio è ancora al 5,5%.
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