DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Giorgio Meletti per "il Fatto Quotidiano"
Scene da prima repubblica, da partecipazioni statali vecchio stile. Il governo decide di ridimensionare il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, e di trasferire le deleghe chiave (strategie e finanza) al numero due del gruppo pubblica, Alessandro Pansa. Ma Orsi, che di mestiere ha sempre fatto il venditore di elicotteri da guerra ai paesi emergenti, non è uno che si spaventa per così poco: e al rappresentante del Tesoro, Francesco Parlato, andato ieri al Consiglio d'amministrazione con l'ordine del vice ministro Vittorio Grilli di procedere al ribaltone delle deleghe, ha opposto un secco rifiuto. Il governo tecnico, che forse non è abituato a certi ruvidi duelli sul potere, ha vacillato. Alla fine di un pomeriggio di fuoco, uno strano armistizio: se ne riparla entro fine maggio.
Rivediamo con ordine il film di una giornata assurda, l'ennesima vissuta da un gruppo industriale con oltre 70 mila dipendenti, fondamentale presidio della tecnologia italiana. Partendo dall'antefatto.
Dunque la Finmeccanica è nell'occhio del ciclone da due anni, cioè da quando l'inchiesta sulla truffa fiscale messa a segno da alcune grandi società telefoniche ha portato all'arresto di Gennaro Mokbel e Lorenzo Cola. Quest'ultimo era consulente di primo piano per la Finmeccanica di Pier Francesco Guarguaglini e della sua consorte manager Marina Grossi. Esattamente un anno fa Guarguaglini, padre-padrone da un decennio, è stato ridimensionato alla presidenza senza deleghe, con la promozione di Orsi da capo di Agusta-Westland ad amministratore delegato del gruppo Finmeccanica.
A dicembre scorso Guarguaglini, indagato per false fatture, è stato mandato via, e Orsi è rimasto capo incontrastato, con il ruolo di amministratore delegato e presidente. Al suo fianco ha acquistato peso Alessandro Pansa, direttore generale con posto in Consiglio d'amministrazione.
Per Orsi la festa è durata poco. Giusto il tempo di proclamare un governo di Finmeccanica nel segno dell'etica, ed è arrivata anche per lui la mazzata giudiziaria, molto più pesante di quella che aveva colpito Guarguaglini: indagato per corruzione internazionale e riciclaggio. La Procura di Napoli sospetta, sulla base delle accuse di Lorenzo Borgogni, che era il braccio destro di Guarguaglini, che Orsi abbia ricavato una tangente da 10 milioni di euro da una vendita di elicotteri in India, e che l'ingente cifra sia finita nelle casse della Lega Nord, il partito che più si è speso l'anno scorso per l'ascesa di Orsi al vertice della Finmeccanica. Orsi ha sempre respinto fermamente le accuse.
Non solo per l'imbarazzo dell'inchiesta in corso, ma anche per un serio problema di strategia industriale, il governo ha cominciato da settimane a studiare il modo di neutralizzare Orsi. Infatti il manager proveniente dagli elicotteri ha cominciato a teorizzare in pubblico che la Finmeccanica dovrebbe dismettere interi settori di industria civile: in particolare Ansaldo Breda (che fa Treni e autobus ), Ansaldo Sts (segnalamento ferroviario), e Ansaldo Energia. Su questo i dissapori con Pansa sono diventati giorno dopo giorno sempre più espliciti. Il direttore generale pensa che le aziende è meglio farle andare bene piuttosto che venderle. Orsi pensa che è meglio una Finmeccanica più snella e focalizzata sulle tecnologie più avanzate: le armi.
Alla fine la decisione del governo (azionista di controllo, appunto) è stata di ridimensionare Orsi, approfittando dell'assemblea di bilancio di ieri per una ridistribuzione delle deleghe. Pansa, promosso con l'occasione amministratore delegato, avrebbe avuto strategie e finanza e controllo, mentre al presidente sarebbero rimaste deleghe misere: personale, relazioni esterne, affari legali. Le indiscrezioni uscite ieri mattina su alcuni giornali sono state confermate dal silenzio degli interessati.
Ma al momento decisivo c'è stato il colpo di scena. In un'assemblea degli azionisti dominata dalla notizia incredibile che "il consigliere ragionier Franco Bonferroni" (ex parlamentare democristiano) solo il 2 maggio scorso ha comunicato a Finmeccanica di essere indagato da oltre un mese, Orsi ha aperto il fuoco rispondendo a un azionista: "Non c'è nessuno spacchettamento di deleghe", ha detto seccamente. Poi, al momento del Consiglio d'amministrazione che doveva dare le deleghe a Pansa, è scoppiata la rissa. Una serie di lunghe e tese discussioni sono sfociate in un comunicato dal quale si ricava che a Pansa è passato solo "il riporto delle società operative per delega dell'ing. Orsi".
Il match è rinviato. La Finmeccanica, con un presidente indagato per corruzione e un consigliere di peso indagato per finanziamento illecito ai partiti, continua il suo zoppicante declino.
ALESSANDRO PANSA E GIUSEPPE ORSIAlessandro PansaGiuseppe-OrsiIVANHOE LO BELLO FRANCO BONFERRONILORENZO CESA MARINA GROSSI
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