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“CEDERE GEDI E’ STATA UNA DECISIONE LUNGAMENTE MATURATA” - RODOLFO DE BENEDETTI: “ABBIAMO VOLUTO METTERE IN SICUREZZA UN'AZIENDA DI 2.200 PERSONE E CONSENTIRLE DI COMPETERE CON SUCCESSO NEI PROSSIMI 10 ANNI - I RAPPORTI CON MIO PADRE? SONO FATTI PRIVATI CHE NON DEVONO INCIDERE SU QUESTE SCELTE. TUTTO QUESTO CI HA PORTATO A UNA SITUAZIONE TESA E COMPLICATA, SPERO SI POSSA ARRIVARE A UNA ARMONIZZAZIONE DEI RAPPORTI FAMILIARI…”
(ANSA) - Cedere Gedi "non è stata una decisione semplice, ne presa alla leggera" ma una scelta "lungamente maturata", che arriva dopo decenni "in cui la nostra azienda ha contribuito alla nascita di questo gruppo, l'ha fatto diventare leader in Italia e l'ha gestito con molta efficacia durante la grande crisi dell'editoria".
A dirlo, in una intervista al Sole 24 Ore, è Rodolfo De Benedetti, presidente di Cir. "Cir - spiega De Benedetti - è quotata e abbiamo la responsabilità nei confronti di tutti gli azionisti di allocare il capitale in maniera ottimale". Pochi giorni dopo l'accordo raggiunto con Exor per la vendita del 43,78% di Gedi, De Benedetti, oltre a tracciare il percorso futuro della holding - "concentreremo le nostre risorse per sviluppare Kos e Sogefi, anche in vista di opportunità di consolidamento" - ripercorre i motivi che lo hanno spinto, in accordo con l'ad di Cir Monica Mondardini e con i fratelli Marco ed Edoardo, a muovere questo passo "a testa alta", anche perché, aggiunge, "lo vedevamo come una grande opportunità che sarebbe stato sbagliato non cogliere".
RODOLFO DE BENEDETTI MONICA MONDARDINI JOHN ELKANN
Ovvero: "Mettere in sicurezza un'azienda di 2.200 persone e consentirle di competere con successo nei prossimi 10 anni". Sullo sfondo, ci sono anche i rapporti con il padre Carlo, "fatti privati che non devono incidere su queste scelte": in ogni caso, l'auspicio è che girata la pagina di Gedi, "che ci ha portato a una situazione tesa e complicata", si possa arrivare a una "armonizzazione dei rapporti familiari".
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