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1. RUSSIA-CINA: XINHUA, RAGGIUNTO ACCORDO SUL GAS
(Adnkronos/Xinhua) - Russia e Cina hanno raggiunto un accordo sul gas su cui negoziavano da dieci anni. Lo annuncia l'agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua dopo che ieri il presidente russo Vladimir Putin, al termine del suo incontro a Shangai con Xi Jinping, aveva parlato di "progressi significativi" nei negoziati per definire il prezzo del gas russo che sarà esportato nell'est della Cina attraverso un nuovo gasdotto dalla Siberia.
2. RUSSIA E CINA: ACCORDO STORICO PER LA FORNITURA DI GAS
Christian Battistoni per it.ibtimes.com
La crisi Ucraina e le susseguenti sanzioni imposte alla Russia dai paesi occidentali, costringono Putin ad aprire nuove e fiorenti rotte commerciale in Asia. La tempistica sembra quasi perfetta, la Russia deve proteggere se stessa mentre la Cina progetta una riconversione energetica dal carbone al meno inquinante gas naturale. Dimostrazione di come le sanzioni economiche possano in realtà costituire un vero problema più per chi le impone che per chi le subisce.
"I dettagli riguardo gli accordi di esportazione di gas naturale russo verso la Cina sono stati quasi completamente risolti. La loro attuazione aiuteranno la Russia a diversificare la rotta degli oleodotti per la fornitura di gas naturale, e i nostri partner cinesi ad alleviare le preoccupazioni legate al deficit energetico e alla sicurezza ambientale mediante l'uso di combustibile pulito", ha detto Vladimir Putin.
La domanda di energia da parte della Cina sta crescendo, e crescerà ulteriormente nei prossimi anni. Il gas naturale è una componente fondamentale per la crescita, nella visione di mix di fonti energetiche dalle quali attingere, anche se il carbone la farà da padrone per i prossimi dieci anni. Infatti, il carbone è ora utilizzato per la produzione dell'80% dell'elettricità cinese e per il 92% del suo riscaldamento.
Fino ad ora, le distanze più grandi riguardavano il prezzo di vendita del gas. La difficile situazione ucraina poteva infatti spingere il governo cinese a richiedere prezzi estremamente vantaggiosi.
Però, secondo quanto ha scritto lunedì il giornale Izvestia, citando una fonte del colosso energetico GazProm, "Nonostante le previsioni di notevoli sconti alla Cina, il prezzo finale sarà fissato intorno alla media europea, il che significa tra i 350 ed i 380 dollari al barile per mille metri cubi".
La stessa fonte, ha anche riferito che il capo della Rosneft Igor Sechin, si unirà alla delegazione russa in Cina. "La leadership Rosneft sarà lì per discutere sulla possibilità di una partecipazione delle imprese cinesi ( CNPC, Sinopec) alla sfruttamento dei depositi continentali della Rosneft".
"Certo la Russia vorrebbe vendere gas e risorse al prezzi più alti possibili. Ma a causa delle sanzioni da parte dei partner europei, abbiamo bisogno di trovare un partner in grado di acquistare il nostro gas naturale a lungo termine, ed è per questo che la Cina è molto interessante per noi in questo momento", ha detto Aleksandr Prosviryakov, partner di Lakeshore International, una società di asset Management, al quotidiano Russia Today ad una Confederation delle Camere di Commercio e dell'Industria del'Asia e del Pacifico svoltasi a Mosca.
L'accordo con la Cina potrebbe costituire l'incentivo per un ulteriore allargamento della Russia nei mercati della regione Asia Pacifico. La lotta per le quote di mercato, rischia così di trasformarsi in un duopolio tra Russia, Australia e le rispettive società energetiche. Facile da capire come la Russia parta da una posizione estremamente vantaggiosa.
Il punto dolente, rimane quello di creare le condizioni favorevoli per lo sviluppo del gasdotto verso la Cina.
Attualmente vi è un gasdotto completo che attraversa tutta la Russia fino al confine cinese, il "Siberian Power", aperto da Gazprom nel 2007, esattamente tre anni dopo l'accordo di cooperazione firmato da Gazprom e CNPC nel 2004. Un'estensione del gasdotto permetterebbe alla Russia di servire gas a tutto il nord popoloso del paese, vicino Pechino.
Il gas potrebbe essere trasportato via Vladivostok, città portuale orientale della Russia sul Mar del Giappone, o attraverso la città di Blagoveshchensk, una città senza sbocco sul mare nella regione di Amur, scrive Russia Today.
Tuttavia, per completare i lavori entro il 2018 occorrerebbe un accordo tra Gazprom e CNPC su come completare il gasdotto, per un costo che si aggira tra i 22 e i 30 miliardi di dollari. Nel 2009 Mosca e Pechino hanno firmato un accordo per la fornitura da parte di Gazprom di circa 30 miliardi di metri cubi di gas l'anno entro il 2015, attraverso il gasdotto Antai, per rifornire la provincia dello Xinjiang. Quando i due oleodotti saranno completati, la Russia potrà pompare circa 68 miliardi metri cubi di gas l'anno verso la più grande economia del Mondo.
"Questo accordo con Gazprom e la cooperazione con la Russia dimostra come la Cina si stia espandendo, diventando sempre più grande, e che questa parte del Mondo è dominata da Cina, India e Russia, il ruolo degli Stati Uniti si sta restringendo", ha detto Aleksandr Prosviryakov.
Il continente europeo rimane ancora il più grande importatore di gas russo, grazie a 160 miliardi di metri cubi di gas naturale acquistato nel 2013. Tuttavia, le recenti tensioni in Ucraina costringono entrambe le regioni a rivedere i loro accordi e a diminuire la dipendenza reciproca.
Il gas sarà certamente un elemento fondamentale dei colloqui tra Russia e Cina, ma i due leader discuteranno molti altri aspetti delle relazioni tra i due paesi, compresi i sistemi di pagamento, la cooperazione militare ed i prossimi progetti infrastrutturali.
Secondo il consigliere presidenziale Yury Ushakov, nel corso dei colloqui saranno firmati infatti già 30 dei 43 accordi previsti tra i due paesi, riporta il quotidiano RIA Novosty. Una cifra record.
Putin e il Papa lo scorso novembre INCONTRO TRA PUTIN E OBAMA DURANTE IL G putin- obamacina gazpromROSNEFT Igor Sechin di rosneft
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