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Gli uscieri di Finmeccanica ostentano in queste ore una classe impareggiabile.
Per loro che leggono ogni giorno il "Financial Times" aveva ragione Oscar Wilde quando diceva che il vizio supremo degli uomini è la superficialità . Con questo atteggiamento preferiscono mettere da parte i pettegolezzi e analizzare le problematiche che pesano sul tavolo del comandante supremo Giuseppe Orsi in vista dell'incontro di martedì a Palazzo Chigi con Monti, Grilli e Corradino Passera.
A loro avviso quando l'incontro sarà finito, ai giornalisti affamati di scoop non saranno mostrate le teste del manager piacentino e del suo braccio destro Alessandro Pansa. Su quel tavolo non dovrebbe riversarsi l'ondata di liquame che si intravede nella lettura delle intercettazioni della Procura di Napoli e nelle indiscrezioni che circolano da almeno sette mesi.
L'ultima è di ieri sera quando l'agenzia Ansa alle 21,58 ha rivelato che intorno a Orsi è stata creata una rete mediatica nella quale sarebbero entrati come protagonisti anche l'ex-presidente Carlo Azeglio Ciampi e il ministro dello Sviluppo Corradino Passera, l'ex-banchiere che dall'aprile scorso ha tenuto un atteggiamento ambiguo su Orsi e sulla cessione di Ansaldo Energia.
Per gli uscieri queste indiscrezioni non hanno alcun valore penale e appartengono alla guerra delle lobbies che si è scatenata tra gli ex-centurioni di Guarguaglini, capeggiati da Lorenzo Borgogni, e la manovalanza arruolata dall'attuale capo azienda nell'area della comunicazione.
Certamente gli uscieri, pur mantenendo uno stile composto, si sono fatte grandi risate quando hanno letto sul quotidiano "Il Fatto" il testo della telefonata tra il vice presidente di Telespazio, Giovanni Garofalo, e al consulente napoletano Sasà Toriello che di fronte alle vanterie di Garofalo, ex-capo struttura Rai al Quirinale, esclama in dialetto napoletano: "maronna du carmine!".
Questi dettagli, che riportano alla memoria le canzoni partenopee di Roberto Murolo e Lina Sastri, sono folklore di terz'ordine e gli uscieri non si stupiscono affatto degli sgomitamenti del manager di Telespazio perché fin dall'11 settembre avevano letto su quel sito disgraziato di Dagospia che quest'uomo era diventato il consigliori più vicino a Orsi.
Lasciando da parte per un attimo la superficialità di cui parlava Oscar Wilde, gli uscieri sono più interessati a capire quali temi saranno esplorati nell'appuntamento di Palazzo Chigi. Qui di sicuro il comandante supremo di Finmeccanica sarà vivisezionato sui temi più seri della politica industriale, il vero tallone d'Achille che ha dimostrato la debolezza dell'attuale governance di piazza Monte Grappa.
Così mentre il pallido Grilli (azionista di maggioranza di Finmeccanica) cercherà di controllare il suo sistema nervoso scosso dalle rivelazioni sulle fatture false all'ex-moglie americana, Orsi sarà incalzato sul tema delle alleanze internazionali e sulla gestione complessiva del Gruppo.
Ieri mattina nei suoi uffici è stata appresa con grande soddisfazione la notizia che l'alleanza tra i due colossi Eads e Bae è saltata, e che è stato sventato il rischio di un'emarginazione di Finmeccanica dai mercati internazionali. Adesso la manovalanza intorno al presidente piacentino è impegnata a far filtrare la voce che Finmeccanica è pronta a tradurre in un matrimonio organico i rapporti con i francesi di Thales.
Ma questa euforia - alimentata dagli articoli della giornalista Angela Zoppo che scrive su "MF" e dispone di fonti primarie in Ansaldo - sembra un po' esagerata perché i tempi per tradurre la joint-venture spaziale con i francesi sono ben più lunghi di quanto si possa immaginare.
C'è poi il capitolo doloroso dei conti e delle sofferenze che hanno fatto emergere 2,3 miliardi di perdite nel bilancio 2011. Su questo tema Monti probabilmente chiederà a Orsi un aggiornamento sulla semestrale che tarda a venire alla luce e sulla quale Alessandro Pansa si sta spaccando la testa.
Il punto dolente è rappresentato dal portafoglio degli ordini perché da quando Finmeccanica è entrata nel vortice delle illazioni giudiziarie, le gare vinte sui mercati internazionali hanno numeri risibili rispetto a quelli dell'era Guarguaglini.
In un impeto di euforia ieri il ministro degli esteri Terzi ha detto che Finmeccanica "ha una proiezione all'estero straordinaria", e per aggiungere peso al suo entusiasmo ha aggiunto di aver visto con i suoi occhi i prodotti di questa azienda sulla quale "in moltissimi Paesi c'è l'interesse per un partenariato stretto".
Forse il responsabile della Farnesina non sa che in Turchia la parola Finmeccanica è entrata nella blacklist, e la stessa cosa, in termini ancora più gravi, è successa in India dove i riflessi giudiziari per l'acquisto degli elicotteri di AgustaWestland sono ricaduti su alte personalità del governo e forse stanno mettendo un ostacolo alla liberazione dei due marò italiani.
Sul tema delle dismissioni mercoledì a Palazzo Chigi potrebbe scendere in campo Corradino Passera per capire da Orsi se i tedeschi di Siemens si sono già messi in tasca Ansaldo Energia oppure se c'è spazio per una cordata italiana composta dalla Cassa Depositi e Prestiti, da misteriosi azionisti del Nord Italia e addirittura dai coreani del gigante Doosan Industries che secondo il settimanale "Il Mondo" in edicola oggi avrebbero interesse a entrare nell'azienda genovese.
Per gli uscieri questi argomenti hanno una priorità assoluta e saranno fondamentali per decidere il destino dell'uomo che grazie ai rapporti con la Lega e l'Udc è riuscito a salire sulla plancia di comando. Ma nella loro intelligenza smisurata non possono ignorare che questo Orsi, sul quale amici e consulenti nelle telefonate intercettate si lasciano andare a giudizi volgari, è un superprotetto che venderà cara la pelle perché non è più uno dei tanti manager sorretti dai partiti, ma il tassello di una cupola trasversale che lo ritiene funzionale ai suoi interessi.
à questo lo squarcio di verità che viene fuori dalle telefonate dei carabinieri quando spuntano i nomi di Carlo Azeglio Ciampi con le sue presunte pressioni su Corradino Passera, e quando scendono in campo ministri come Giulio Terzi di Sant'Agata e Giampaolo Di Paola. Allora bisogna pensare che dietro il "vizio supremo" della superficialità c'è qualcosa di più pesante e di "fraterno" che Monti dovrà valutare con attenzione prima di indicare l'uscio al manager che tutti danno spacciato.
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