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DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI…
1- SCATTERÃ PER BAZOLI E CUCCHIANI LA VOGLIA DI AIUTARE AIRONE PASSERA A SBROGLIARE LA MATASSA DI ALITALIA?
Non è iniziata bene la giornata di Andrea Ragnetti, il manager che dopo aver lasciato la Philips di Amsterdam è arrivato all'Alitalia per raccogliere l'eredità di Rocco Sabelli, il manager abruzzese amico di Colaninno.
Oltre a una micidiale sfilza di articoli sui 690 nuovi esuberi e il milione di perdite al giorno, il George Clooney di Fiumicino (come ormai lo chiamano le hostess) ha appreso di prima mattina che il Tar del Lazio ha bocciato il ricorso con cui l'Alitalia chiedeva l'annullamento del provvedimento con il quale l'Antitrust ha imposto alla Compagnia di liberare entro dieci giorni alcune rotte sulla rotta Milano-Roma.
Per il manager che nei giorni scorsi aveva stupito con alcune iniziative di marketing aggressive nei confronti dei treni di Moretti e di Montezemolo, questa è una botta che si aggiunge alle difficoltà in cui versa la società messa in piedi dopo il salvataggio della cordata dei patrioti italiani.
Adesso la patata bollente degli esuberi finirà sicuramente sul tavolo del ministro che nelle vesti di banchiere il 26 agosto 2008 fu l'architetto dell'operazione Cai realizzata per venire incontro alle istanze di Berlusconi. Toccherà a lui, Corradino Passera, affrontare il nuovo capitolo della telenovela iniziata con la cordata di 16 soci che adesso tremano all'idea di dover grattare il portafoglio alla ricerca di quattrini che consentano alla società di rimanere in piedi.
Il primo a rompersi la testa per uscire da questa situazione è sicuramente Roberto Colaninno, l'imprenditore mantovano che alle soglie dei 70 anni non può ripetere sicuramente la discussa cavalcata del '99 quando lanciò un'Opa su Telecom da 100mila miliardi. Gli occhi dei patrioti che il 28 ottobre di quattro anni fa trasformarono Cai da srl a spa con una ricapitalizzazione di un miliardo sono quindi rivolti a Cyril Spinetta, il manager di origine corsa che ha la stessa età di Colaninno e siede nel Comitato esecutivo di Alitalia dove è entrato nel 2009 con una partecipazione del 25%.
Qualche osservatore sostiene che l'architetto Passera e sua moglie Giovanna Salza, conosciuta quando era accanto a Carlo Toto di AirOne, potrebbero mettere in moto la solita Cassa Depositi e Prestiti nella quale l'irascibile Bassanini si sta agitando per dimostrare che i 232 miliardi depositati sui libretti postali servono a qualcosa.
à un'ipotesi che potrebbe suscitare forti polemiche per la natura strettamente privatistica dell'Alitalia, una societa' dove le responsabilità più grandi ricadono anche sul management che prima dell'arrivo di Ragnetti non ha saputo intuire l'evoluzione del mercato e il gioco della concorrenza nei trasporti.
Ecco allora che i riflettori ritornano sulla testa del francese Spinetta e di AirFrance. Qui però scatta l'obiezione che anche la compagnia francese non se la passi affatto bene e allora è opportuno andare a vedere i risultati dell'ultima semestrale.
Nella sua infinita miseria Dagospia ha appurato che la società guidata da Spinetta ha perso 300 milioni rispetto al semestre dell'anno scorso, in parte causati da un aumento di 469 milioni del costo del carburante. Accanto a questi dati negativi c'è però da dire che il giro d'affari è aumentato del 5,2% superando i 12 miliardi di euro, e che il traffico ha registrato un incremento poco al di sotto del 2,5%.
Il dato più interessante riguarda però le risorse finanziarie di cui dispongono i francesi. Nella semestrale si legge che oltre a un cash flow di 461 milioni AirFrance ha capitali propri sufficienti per affrontare la crisi del trasporto aereo e per volare verso il 2015, la data in cui Spinetta e i suoi manager ritengono di riportare la Compagnia a grandi risultati.
Quando a gennaio 2009 i francesi comprarono il 25% di Cai-Alitalia sborsarono 322 milioni, una cifra contabilmente attuale anche se il valore della partecipazione è stimato oggi dagli analisti intorno a 150 milioni.
Esistono quindi i presupposti finanziari per alleviare Ragnetti e i patrioti italiani dai loro affanni. Sarà interessante vedere se ai piani alti di Intesa, che dentro la compagine detiene l'8,8%, scatterà la voglia di aiutare quell'architetto di nome Passera che quattro anni fa ha compiaciuto se stesso e i politici con un'operazione che sin dall'inizio lasciava perplessi.
2- OLTRE A TROVARE IL SUCCESSORE DI ORSI, MONTI STA CERCANDO IL CANDIDATO IDEALE PER LA POLTRONA DELL'UOMO CHE DOVRÃ COMBATTERE LA CORRUZIONE PUBBLICA (IN POLE IL MAGISTRATO MILANESE FRANCESCO GRECO)
Oltre a trovare il successore di Giuseppe Orsi per Finmeccanica, Mario Monti sta cercando il candidato ideale per la poltrona dell'uomo che dovrà combattere la corruzione pubblica.
Dopo lo scazzo tra Catricalà e Patroni Griffi si è fatta strada l'idea di non creare un superprefetto con poteri straordinari, ma di dare impulso alla Civit, la Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità della Pubblica Amministrazione. In questo organismo inventato tre anni fa dal napoleonico Renatino Brunetta, manca il presidente perché all'inizio dell'anno il magistrato Antonio Martone si è dimesso per non creare un conflitto di interessi con il figlio Michel che sgambetta intorno alla madonna delle lacrime Elsa Fornero.
Allo stato attuale la Civit è quindi acefala e i tre componenti della Commissione si girano i pollici nell'attesa di un presidente importante che sappia alzare la bandiera dell'etica nel cimitero del malgoverno. Oltre all'ex-presidente Martone negli uffici della Civit si muovono Romilda Rizzo e Alessandro Natalini. La prima è una donna di origini siciliane, classe 1954, che vanta nel suo curriculum gli studi all'università di Buckingham e l'incarico di prorettore all'università di Catania.
Per quanto riguarda Natalini il curriculum è più povero perché di questo 50enne non si trovano referenze spettacolari. D'altra parte fino a pochi giorni fa della Civit si sapeva poco o nulla e gli stipendi di 180mila euro al presidente e di 150mila euro ai tre componenti della commissione non facevano gola a nessuno.
Dopo gli ultimi scandali Monti e i due ministri Severino e Cancellieri vogliono caricare questo organismo di compiti straordinari. Ecco allora che ha preso a circolare la voce di affidare la presidenza a un "duro" che sappia tutto di finanza e di reati societari.
L'identikit si attaglia perfettamente sui panni di Francesco Greco, il magistrato milanese che dal '97 si è occupato questa materia e nel 2008 ha lanciato gridi di allarme per nuove regole a tutela dei risparmiatori e dei cittadini.
Il suo nome era già circolato per qualche incarico importante quando Giulietto Tremonti gestiva il dicastero del Tesoro, poi non se ne fece nulla ,ma a Greco l'idea di scendere a Roma e di entrare con il suo passo svelto nei corridoi e negli anfratti della corruzione non dispiace affatto.
3- MI MANDA PERRICONE
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che i manuali di economia e di management sono da buttare nel cesso. Dentro questo tipo di pubblicistica c'è scritto infatti che il compito di un buon amministratore delegato è quello di creare valore nelle imprese aumentandone la redditività e il profitto.
Ieri questo assunto è stato clamorosamente smentito perché si è appreso che Antonello Perricone, il manager palermitano che per sei anni ha guidato il Gruppo editoriale Rcs, ha ottenuto una buonuscita di 3,35 milioni. Poiché se ne è andato lasciando un buco di 1 miliardo di euro è bene che d'ora in avanti gli amministratori delegati e i manager spendano le loro energie per creare voragini sempre più grandi".
4- ORSI SCEGLIE IL SUCCESSORE
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che il comandante supremo di Finmeccanica Giuseppe Orsi non sta con le mani in mano. Dopo la difesa-boomerang del suo avvocato milanese Ennio Amodio, il manager piacentino ha rimesso la testa sui conti dell'azienda e sta lavorando con discrezione per creare l'identikit del suo successore o dell'uomo che potrebbe affiancarlo al posto di Alessandro Pansa.
A questo proposito sembra che la ricerca di Orsi sia indirizzata soprattutto a un manager interno capace di tutelarlo e di coprirgli le spalle nel caso di una rimozione dolorosa.
Il nome che circola a piazza Monte Grappa è quello di Fabrizio Giulianini, un manager che è stato a capo di Selex Galileo e che a luglio di quest'anno è diventato amministratore delegato della superSelex, il colosso dell'elettronica per la difesa che nascerà dalla fusione di Selex Sistemi Integrati, Selex Galileo e Selex Elsag".
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