
DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI…
Stefano Carrer per il Sole 24 Ore
Un miliardo di dollari in sanzioni provocano una perdita di oltre 12 miliardi di dollari di capitalizzazione: la prima reazione degli investitori al verdetto della giuria californiana in favore della Apple per violazioni brevettuali è stata di penalizzazione per il titolo di Samsung Electronics, che alla Borsa di Seul ha ceduto oggi il 7,45%, con il peggior flop giornaliero dai giorni turbolenti post-Lehman dell'ottobre 2008.
14mila miliardi di won di capitalizzazione evaporata sono tanti, ma ovviamente non giungono come una sorpresa: soprattutto gli investitori stranieri avevano già cominciato ad alleggerire le loro posizioni e la conferma delle aspettative prevalenti (una sconfitta nella giurisdizione di casa Apple) ha accelerato le vendite, coinvolgendo anche le società dell'indotto.
Per Samsung - che è anche il maggior fornitore di Apple - non è comunque una catastrofe. Non ancora, almeno: la società ha già annunciato che ricorrerà in appello e ha già chiesto alcuni "rimedi", ad esempio la cancellazione del bando preliminare alla vendita in Usa del Galaxy 10.1 che Apple aveva ottenuto in giugno in quanto il verdetto di venerdì scorso ha deciso che un brevetto di Apple non era stato violato dal tablet.
Dal canto suo Cupertino invoca ora un bando anche sui più recenti prodotti Galaxy: in proposito, le audizioni inizieranno il 20 settembre (e qui il pericolo per Samsung è ancora maggiore). In ogni caso, la battaglia legale è destinata a continuare a lungo e in varie giurisdizioni non solo tra Samsung e Apple, ma tra altri colossi tecnologici.
Per Samsung, alcuni analisti stimano una riduzione del 4-5% degli utili a causa dei maggiori oneri necessari per l'utilizzo di brevetti, più che sopportabile dal colosso sudcoreano. Il protrarsi dei contenziosi giudiziari potrebbe far evitare al gruppo, inoltre, danni troppo severi sul mercato rinviando l'effettiva applicazione del bando di vendita sui prodotti o limitandone drasticamente la portata.
Più difficile da quantificare è l'effetto "sistemico" della pronuncia californiana, che per vari osservatori rappresenta una sconfitta soprattutto per Google, il cui sistema Android viene utilizzato negli smartphone di Samsung e di molti altri produttori.
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