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(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
Addio al Monte dei Paschi. La Fondazione Mps si avvia a recidere definitivamente il legame con la banca conferitaria anche se manterrà una quota di partecipazione simbolica.
L'ente senese, apprende Radiocor, ha deciso un cambio di strategia: non seguirà il prossimo maxi-aumento di capitale della banca (se fosse effettivamente da 5 miliardi comporterebbe un esborso di 75 milioni circa, improponibile per le casse di palazzo Sansedoni) e valuterà, invece, le modalità di dismissione di buona parte del pacchetto residuo in suo possesso, l'1,49% del capitale, prima dell'avvio della ricapitalizzazione.
Si concluderà così il processo di dismissione, avviato con la storica decisione del febbraio 2012 quando la Fondazione Mps decise la rinuncia al controllo sulla banca, detenuto con il 51% del capitale, per far fronte ai debiti contratti con le banche e cedette un primo pacchetto del 15% del capitale.
L'ultimo atto e' stato scritto lo scorso 21 luglio: gli organi della Fondazione guidata da Marcello Clarich hanno deciso di modificare i documenti strategici di programmazione, uno pluriennale e l'altro annuale, che danno le linee guida per agire sulla banca conferitaria.
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'Alla luce dei recenti eventi inerenti Banca Mps - si legge nel resoconto pubblicato nella sezione 'fondazione-trasparente' di palazzo Sansedoni - sono stati modificati i documenti di programmazione al fine di consentire una maggiore flessibilità di azione alla Deputazione amministratrice, in relazione a eventuali operazioni strategiche riguardanti la conferitaria ed escludendo comunque la dismissione totale della partecipazione'
L'ente di palazzo Sansedoni dovrà valutare ora le opzioni migliori con la nomina di un advisor finanziario che non potrà essere quello utilizzato in occasione dell'aumento di capitale dello scorso anno, Fonspa, in quanto la banca che fa capo al banchiere Panfilo Tarantelli è impegnata nell'operazione di dismissione delle sofferenze della banca con il fondo Atlante.
Il processo di dismissione avviato nel 2012 da parte dell'ente ebbe il suo clou nel 2014, con la cessione del 31% del capitale di banca Mps che permise alla Fondazione di estinguere il residuo debito finanziario da 340 milioni e di dotarsi di un cuscinetto di liquidità da oltre 400 milioni.
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