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Maurizio Belpietro per “Libero Quotidiano”
Da simbolo morale dell'Europa, in pochi giorni la Germania si è trasformata in simbolo dell' immoralità dell' Europa. La storia della Volkswagen, del trucco usato per aggirare le norme internazionali sull' inquinamento, è infatti molto di più di un incidente, seppur grave, occorso ad un' azienda automobilistica su un mercato molto competitivo e regolato. La storia del software installato per evitare i controlli americani (ma ora si scopre anche quelli di altri paesi) è la spia di un metodo eletto a sistema, la rappresentazione di un modo di operare spregiudicato e senza regole.
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Se la Volkswagen avesse sede ad Atene o se invece che tedesca fosse italiana forse nessuno avrebbe da obiettare. O meglio obietterebbero e sanzionerebbero con multe miliardarie, invocando le leggi e le direttive europee od estere. Ma poi alla fine commenterebbero che altro non c' era da aspettarsi, data l' inaffidabilità greco-latina. Ma qui non ci sono di mezzo i conti taroccati dai Papadopoulos o dai Karamanlis. Né si ha a che fare con Renzi o Berlusconi e l' italica furbizia. In questo caso a imbrogliare è l' aristocrazia imprenditoriale tedesca, la grande industria della Grande Germania.
Per anni la Volkswagen è stata portata ad esempio in tutto. Per la partecipazione pubblica, che pur essendo rilevante non ha prodotto ciò che nel passato ha prodotto la presenza dello Stato in alcune delle nostre aziende. Per la cogestione sindacale, un modello indicato alle nostre organizzazioni confederali come via per uscire dalla crisi e soprattutto per evitare contrapposizioni tra associazioni dei lavoratori e interessi aziendali. Per la flessibilità e la capacità di allearsi nell' interesse nazionale. La Volkswagen era l' esempio perfetto di cosa significa un Paese efficiente e unito, perché negli anni della crisi non solo ha saputo rinnovarsi e rilanciarsi, ma ha sperimentato l' autoriduzione del salario come contributo dei lavoratori al risanamento dell' impresa.
Tuttavia dietro l' efficienza aziendale, dietro le relazioni sindacali modello, dietro l' equilibrata presenza dello stato nell' imprenditoria privata, si nascondeva il trucco. Una truffa ai danni dei consumatori e degli automobilisti, un imbroglio a spese della salute non solo degli acquirenti dei modelli Volkswagen, ma di tutti i cittadini. Pare che le emissioni nocive dei motori diesel fossero superiori anche quaranta volte il limite fissato dalle autorità americane. Undici milioni di vetture che da anni circolano liberamente in barba ad ogni regola e ad ogni principio di tutela del consumatore.
Anche altre case automobilistiche nel passato hanno avuto problemi con i modelli immessi sul mercato. Alcune sono state costrette a richiamare le vetture e a modificarle. Altre hanno dovuto pagare ingenti penali. Ma mai si è avuta, come in questo caso, la certezza che l' azienda avesse pianificato l' inganno.
ùUn sistema software può avere una falla, un impianto frenante può rispondere più o meno bene e così pure lo sterzo o l' airbag. Ma se tutto ciò è stato fatto coscientemente per non rispettare la legge, c' è qualcosa di più del semplice errore: c' è l' immoralità.
Non è la prima volta che le aziende tedesche vengono beccate ad aggirare le regole. In passato alcune furono scoperte mentre pagavano sistematicamente tangenti, altre ad evadere il fisco. Tuttavia questa volta il danno è più grave. Perché riguarda l' impresa simbolo del Paese.
Perché da quel che trapela, non solo i vertici dell' azienda erano a conoscenza del raggiro, ma anche i vertici del Paese. Forse anche Angela Merkel, la quale lo aveva appreso tempo fa, in seguito a un' interrogazione parlamentare. Eppure i vertici - i massimi vertici della Germania - hanno preferito tacere e far finta di nulla, nella speranza di farla franca, nella convinzione che le regole valessero solo per qualcuno ma non per tutti. Truccare i bilanci è grave, non rispettare i parametri di Maastricht pure. Tuttavia, frodare i consumatori e le leggi degli altri paesi per fare più profitti e battere la concorrenza forse è peggio.
Il caso Volkswagen non è solo il caso Volkswagen. È il caso di un Paese che si era eletto a simbolo e pretendeva di avere la leadership dell' Europa. Ma dalla tragedia della Germanwings, la compagnia che con negligenza ha affidato un aereo carico di passeggeri a un pilota con istinti suicidi, alla gestione degli immigrati che dopo una sola settimana di apertura delle frontiere ha costretto a frenare l'accoglienza, per finire al caso delle autovetture fuori legge, un dato emerge con chiarezza ed è che dietro la presunta perfezione tedesca c' è l' inefficienza, l' improvvisazione, la furbizia, l' imbroglio.
È la fine di un mito, è la caduta di un altro muro di Berlino. La Germania è come la Grecia, come l' Italia, come la Spagna. Con una sola differenza. Che né Grecia, né Italia, né Spagna pretendono di dare lezioni ad altri o di atteggiarsi a simbolo morale del vecchio continente. Su una cosa dunque si può concordare. Nelle truffe l' Europa è veramente unita.
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