DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Da âLibero Quotidiano'
Si complica il salvataggio di Sorgenia, la compagnia elettrica che fa capo alla Cir della famiglia De Benedetti. Circola con insistenza la voce negli ambienti finanziari europei e americani che le banche avrebbero chiesto il rimborso anticipato dei 260 milioni del bond Cir in scadenza nel 2024.
L'obbligazione era stata, infatti, emessa con una clausola di "cross default", ossia i sottoscrittori avrebbero potuto chiederne la restituzione anticipata, nel caso di inadempienza finanziaria da parte di una controllata del gruppo. Esattamente quello che sta avvenendo con Sorgenia, sull'orlo del fallimento, con le banche e i De Benedetti lontani dalla soluzione.
La compagnia elettrica è gravata da un debito di 1,9 miliardi e fra pochi giorni avrà finito la liquidità . Il consiglio d'amministrazione ha deliberato un aumento di capitale da 190 milioni, che corrispondono, però, solo a 100 milioni in capo ai De Benedetti, visto che il 47% è nelle mani di Verbund, la società austriaca, che ha annunciato il suo disimpegno. Le ventun banche creditrici (tra cui spicca Mps esposto per 600 milioni) avevano chiesto alla famiglia almeno 150 milioni. Altri 450 milioni li avrebbero messi loro, tramite la conversione in equity di parte del debito (300 milioni) e la sottoscrizione di un prestito convertendo a medio-lunga scadenza (150 milioni).
Il guaio per i De Benedetti è che effettivamente non hanno soldi in cassa, oltre i 100 milioni già impegnati. Dei 350 milioni incassati con la sentenza sul lodo Mondadori, 260 milioni sono serviti (o serviranno) a rimborsare il bond Cir in anticipo, il resto sarà impegnato nel tentativo, sempre più complicato, di salvare la società elettrica. Né Cir potrà sperare nei dividendi del Gruppo Espresso o di Sogefi. In più, la holding è alle prese con guai giudiziari e finanziari per il caso Tirreno Power, controllato al 39%, oberato da 875 milioni di debiti e per i quali è in corso già una trattativa tra Gdf-Suez, soci di controllo, e le banche per ristrutturare le passività .
La trattativa, però, è resa impossibile dalla magistratura che ha aperto le indagini per un sospetto inquinamento ambientale e bloccato la produzione. In assenza si segnali di disponibilità , le banche potrebbero espropriare Cir e assumere il controllo di Sorgenia. Una soluzione drastica, ma che non converrebbe tanto nemmeno a loro, dato lo stato di insolvenza della società . Da qui la ricerca di una soluzione. Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit si è dichiarato fiducioso. Tuttavia non si è voluto sbottonare sul negoziato.
Carlo De Benedetti si è chiamato fuori dalla partita ricordando che, già dal 2009 ha ceduto tutte le partecipazioni ai figli. Ha mantenuto solo il ruolo di tutore del gruppo Espresso- Repubblica. Ma sicuramente anche l'azienda editoriale potrebbe risentire degli effetti collaterali legati al fallimento di Sorgenia. Le banche forse saranno costrette, loro malgrado, ad accollarsi il salvataggio della compagnia elettrica. Facile immaginare che dopo sarà molto più complicato l'accesso al credito per le altre componenti del gruppo.
RODOLFO DE BENEDETTI ALLA PRESENTAZIONE DEL MESSAGGERO FOTO OLYCOM Rodolfo De Benedetti con figlia e moglie EmmannuelleRodolfo De Benedettisorgenia LOGOmonica mondardini arianna tirreno power centrale di vado ligure Federico Ghizzoni Unicredit
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