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MIELI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BISIGNANI
DAGOREPORT
Di rinvio in rinvio in vista dell’assemblea del prossimo 23 aprile, che allunga soltanto l’agonia del “Corriere della Sera” e delle altre testate del gruppo indebitato per oltre 500 milioni di euro, l’unica notizia certa è che i soci forti dell’Rcs – divisi su tutto –, ma uniti e risoluti a comandare in via Solferino (e dintorni) senza mai sborsare un becco di quattrino.
Nulla di nuovo, insomma, sotto il cielo dei Poteri marciti dove all’ordine del giorno ci sono le dismissioni (svendite) anche di quel che ormai rimane degli asset strategici.
Come, appunto, la Rizzoli libri che, comunque, non sarà ceduta per 120-150 milioni con un fatturato di 200 (plusvalenze pari a zero per Rcs), alla Mondadori della famiglia Berlusconi almeno fino alla scadenza, come vedremo, del 29 maggio.
Cinzia Monteverdi Ferruccio De Bortoli e Paolo Mieli
Intanto, oltre alla solita compagnia delle patrie lettere guidata da Umberto Eco, contro l’alienazione del marchio storico dell’Rcs, si è espresso il sindacato interno dei giornalisti di via Solferino, che con un comunicato denuncia anche “ripercussioni pesanti” sulla stessa testata.
Secondo quanto rivelato da Dagospia senza essere fin qui smentita, nella bozza d’intesa con la Mondadori esisterebbe una clausola capestro che in futuro impedirebbe al Corriere di editare instant book e altre pubblicazione da vendere nelle edicole e nelle librerie. L’anno scorso, a costo zero, hanno portato nelle casse della società 9 milioni di euro.
GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE
Così il consiglio d’amministrazione uscente dell’Rcs presieduto dal bocconiano Provasoli, sia pure a maggioranza, ha “rinviato” – come previsto - la palla bollente della vendita dell’ex R verde, al nuovo board che sarà nominato in primavera.
Nell’attesa, cioè fino a quel termine, la casa editrice di Segrate avrà l’esclusiva per trattare la tormentata operazione. Via libera, invece, per la cessione delle quote ancora possedute delle tre radio (Radio 105, Montecarlo e Virgin) controllate insieme alla Finelco della famiglia Hazan, per un valore di oltre 30 milioni di euro. Si sarebbe fatto avanti il fondo d’investimento Clessidra presieduto da Claudio Sposito.
Adesso resta da vedere, però, con quali numeri (tutti in rosso) l’ad dell’Rcs, Rotolone Scott(ex) si presenterà davanti alla platea degli azionisti divisi e scontenti. Ad eccezione del primo azionista, Yaky Elkann (Fca), che non appare intenzionato a mollare la presa sul Corrierone e la “Gazzetta dello Sport” nonostante l’ultimo passo falso.
sergio marchionne Harald Wester e john elkann
Il nipote dell’Avvocato nei giorni scorsi è stato a palazzo Chigi per incontrare il premier, Matteo Renzi, e il colloquio è caduto inevitabilmente anche sul futuro (incerto) del quotidiano di via Solferino. E, secondo quanto risulta a Dagospia, Elkann sarebbe stato “incoraggiato” a proseguire nel “salvataggio” del gruppo e soprattutto della testata. Ma forse l’unica novità nella corsa al rinvio a cui si assiste in via Solferino (e dintorni) è quella riguardante il futuro direttore del “Corriere della Sera” per effetto dell’uscita di Flebuccio de Bortoli.
MARIO CALABRESI ICE BUCKET CHALLENGE
Tra gli ex pattisti forti, con tanto di benedizione di Abramo Bazoli, fin qui l’unica candidatura condivisa a succedergli sarebbe quella di Paolo Mieli.
Mieli ter, magari “a tempo” e in coppia con il condirettore Mariopio Calabresi.
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