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Giovanna Lantini per il "Fatto quotidiano"
La patata appena presa in mano da Pietro Scott Jovane si fa subito incandescente. Rcs Mediagroup, l'editrice del Corriere di cui l'ex numero uno di Microsoft Italia ha preso in mano le redini il 2 luglio, ha chiuso i primi sei mesi del 2012 con un rosso di 427 milioni di euro. Quasi 100 milioni in più delle perdite registrate nell'intero 2011 principalmente a causa della svalutazione della controllata spagnola Unidad Editorial. La stessa che si è fatta pesantemente sentire in questa prima metà dell'anno con una nuova svalutazione per oltre 300 milioni. Una situazione che comporterà delle decisioni importanti da prendere e rapidamente.
Il precipitare della situazione spagnola, ha infatti contribuito pesantemente al dimezzamento del patrimonio netto della capogruppo che è passato dai 716,8 milioni di euro di gennaio a quota 335,6 milioni, facendo scattare la tagliola dell'articolo 2446 del Codice Civile che, in caso di perdite superiori a un terzo del capitale impone agli amministratori di convocare senza indugio l'assemblea per gli opportuni provvedimenti. E se entro l'esercizio successivo la perdita non risulta diminuita a meno di un terzo, l'assemblea deve ridurre il capitale in proporzione delle perdite accertate.
La ricapitalizzazione dell'editrice torna a imporsi ai soci, in primis Mediobanca, Fiat e Intesa, ma anche Rotelli, Della Valle e Unipol subentrata ai Ligresti. Quasi tutti già impegnati in altre situazioni complesse da gestire, a partire da Mediobanca ancora alle prese con l'affaire Ligresti su cui si attendono novità dalla Procura, ma anche la debacle in Impregilo.
Senza contare che l'affollata compagine azionaria che controlla il Corriere è fresca di stracci volati in occasione della recente scelta del nuovo amministratore delegato. A Jovane spetta quindi una prova a dir poco erculea. Per il momento l'ad ha preso tempo collegando le misure sul capitale al nuovo piano industriale. L'assemblea è stata convocata per i giorni 16 e 23 ottobre, rispettivamente in prima e seconda convocazione.
Secondo quanto precisato dalla società , il gruppo avrebbe "già avviato le attività preliminari volte alla predisposizione di un piano per lo sviluppo" che "risponderà con linee guida e strategie adeguate alle nuove sfide del mercato, sia per gli aspetti strutturali della congiuntura macroeconomica, sia per le criticità dei prodotti tradizionali, puntando con determinazione a una innovativa logica editoriale e di sistema".
Anche qui impresa erculea, tanto più se sono corrette le indiscrezioni che parlano di frizioni con i giornalisti del gruppo, gli stessi che a gennaio si erano duramente espressi contro la "casta di intoccabili che non paga il minimo pegno per le scellerate scelte di politica aziendale, di investimenti (l'acquisizione della Recoletos spagnola) che, ben oltre la crisi congiunturale, hanno portato al disastro". E che dovranno portare a nuovi tagli. Tanto più che il 2012 secondo le previsioni della stessa società si chiuderà in perdita, nonostante i profitti generati dalla vendita della francese Flammarion ancora da perfezionare.
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