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Stefano Montefiori per âIl Corriere della Sera'
Al telegiornale delle 20 sul canale pubblico France2 appare il presidente di General Electric, Jeff Immelt, per convincere i francesi che il colosso americano tutelerà , anzi aumenterà l'occupazione comprando Alstom. L'affabile Immelt si rivolge subito al conduttore mai visto prima chiamandolo David (Pujadas, ndr ), e già questo dettaglio ricorda che ad avvicinarsi sono due mondi e due stili differenti.
Al governo francese la soluzione americana non piace, e il ministro Arnaud Montebourg (Economia) in particolare non sopporta che il presidente di Alstom, Patrick Kron, sia andato a cercare il futuro dell'azienda nel Connecticut senza informare delle trattative i vertici dello Stato. Martedì sera il consiglio di Alstom ha accettato in via preliminare l'offerta di General Electric - 12,4 miliardi di euro per il comparto energia di Alstom -, ma ieri il premier Manuel Valls ha ripetuto che «la partita non è chiusa», perché la tedesca Siemens continua a giocare.
«L'accelerazione brutale degli ultimi giorni non era accettabile e noi l'abbiamo fatto sapere - ha detto ieri Valls - . Martedì il consiglio Alstom non ha preso alcuna decisione definitiva. Non c'è una trattativa esclusiva con General Electric, Alstom si dà un mese per analizzare le diverse opzioni di concerto con il governo». In sostanza, Alstom si rimette a un'asta alla quale partecipano Ge e Siemens. Se il gruppo francese dovesse rompere i negoziati con General Electric preferendo l'offerta tedesca, dovrà pagare una penale inferiore a 200 milioni, relativamente moderata visti gli interessi in gioco.
Alstom è uno dei fiori all'occhiello dell'industria francese. Dà lavoro a 93 mila persone nel mondo, di cui 18 mila in Francia e 3.000 in Italia. I suoi ambiti di produzione sono l'energia (centrali elettriche, turbine per impianti nucleari), che conta per il 70% della cifra d'affari complessiva, e i trasporti: sono Alstom i Tgv, i tram e le metropolitane vendute in tutto il mondo.
L'azienda vanta conti in positivo, ma in prospettiva non ha dimensioni sufficienti per contrastare sul piano globale i concorrenti General Electric (Stati Uniti), Mitsubishi e Hitachi (Giappone) e Siemens (Germania). Pur di frenare la soluzione americana, il governo di Parigi ha sollecitato in fretta un'ipotesi Siemens, da tempo in rapporti difficili con Alstom: nel 2004 l'allora ministro delle Finanze Nicolas Sarkozy intervenne per impedire che Alstom venisse comprata proprio da Siemens, e negli ultimi anni più volte i tedeschi si sono fatti avanti, invano.
Nei prossimi giorni il gruppo di Monaco di Baviera formalizzerà la proposta, basata sulla cessione a Alstom del proprio comparto treni. In ogni caso, sia che il settore energia finisca in mano agli americani o ai tedeschi, l'azienda francese verrà scorporata. «Lo so, e me ne assumo la responsabilità », ha detto ieri il presidente Kron, che preferisce concentrarsi sui trasporti e abbandonare il business dell'energia.
ALSTOMALSTOMPhilippe Mellier di AlstomSiemensGeneral Electric
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