1. LA STORIA DEL BEL PAESE E’ STATA UN ETERNO CONFLITTO TRA FINANZA LAICA E CATTOLICA 2. USO ALLE AUTOCELEBRAZIONI DEI GIORNALONI DEI POTERI MARCI IL CATTOLICO BAZOLI PERDE L’AUREOLA DI PIO BANCHIERE PER AVER CANCELLATO LA STORIA, IL MARCHIO E LA MEMORIA DELLA LAICA COMIT DI RAFFAELE MATTIOLI INCORPORANDOLA IN BANCA INTESA 3. E, ANCORA UNA VOLTA, IL BANCHIERE CARO AI ZALESKI TORNA A CITARE I MORTI SENZA DIRITTO DI REPLICA (ENRICO CUCCIA) PER DIFENDERSI DALL’ACCUSA DI NUTRIRE UNA SORTA DI TARLO (MALIGNO) NEI CONFRONTI DELL’EX ISTITUTO LAICO PER ECCELLENZA 4. GRAN BRUTTA SERATA PER IL PIO PROTETTORE DEL CORRIERONE DEBORTOLIANO ALLA PRESETAZIONE DEL VOLUME DE “IL MULINO” SULLA BANCA COMMERCIALE ITALIANA: DAVANTI ALL’EX PREMIER ROMANO PRODI LA SUA RICHIESTA DI PRENDERE LA PAROLA E’ ACCOLTA DAI MUGUGNI DI PROTESTA DELLA SALA GREMITA DAGLI EX DIPENDENTI COMIT

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di TINA A.COMMOTRIX per Dagospia

L'altra sera al Circolo della Stampa di Milano, ospite d'onore l'ex premier Romano Prodi, l'aureola di Abramo Bazoli si è offuscata all'improvviso quando l'arzillo banchiere seduto tra il pubblico ha chiesto, tra i mugugni di protesta della sala gremita dalle famiglie di ex dipendenti, di prendere la parola nel tentativo (patetico) di giustificare la vita e soprattutto la morte, attraverso l'incorporazione dello storico marchio in Banca Intesa, della gloriosa Banca Commerciale Italiana fondata dal mitico Raffaele Mattioli.

Il pio protettore del "Corriere della Sera" e della famiglia italo-polacca Zaleski, finiti entrambi in disgrazia per indigestione da debiti grazie anche ai fidi generosi concessi dall'elemosiniere bresciano, è apparso così il Comit(ato) di pietra alla presentazione del volume di Carlo Brambilla "La sfida internazionale della Comit" edito dal Mulino.

Già, abituato alle autocelebrazioni e alle interviste in ginocchio "alla Cazzullo" sull'house organ aziendale di via Solferino, il presidente di Banca Intesa non si aspettava che qualche studioso, frugando pure tra le carte dell'archivio di Enrico Braggiotti, potesse mettere in discussione il suo operato (sciagurato) al momento della fusione della Comit in Intesa-San Paolo (marzo 2013).

Anche se la brillante ricerca di Brambilla conferma innanzitutto che c'è stato un tarlo (maligno) che ha dominato sin dall'inizio l'azione demolitrice del cattolico Abramo Bazoli: quello di cancellare ogni traccia o memoria della banca laica per eccellenza. Il vecchio "Palazzo Rosso" di piazza della Scala che ospitava la Comit è stato trasformato dal Picconatore di Dio Bazoli in un museo d'arte. E da una porticina che una volta vedeva passare i grandi della finanza e della politica oggi si può accedere a una modesta caffetteria.

E il destino (triste) della sede storica del Corriere in via Solferino messa in svendita dalla Rcs di Bazoli&C non appare dissimile allora da quello nobile che una volta ospitava la vecchia e amata Commerciale.

Per dirla con Albert Camus sono come "schegge in un occhio che continuano a farti soffrire anche dopo averle tolte". Così, in futuro il banchiere dell'unto del signore rischia di essere ricordato non per le sue tante benemerenze (salvataggio dell'Ambrosiano di Calvi in primis) ma per lo spirito di rivalsa (o di vendetta?) che sembra animarlo nei confronti di due storiche istituzioni di Milano: la Commerciale e il Corriere.

Raffaele Mattioli amava ripetere: "Non vale la pena di vantare la nostra longevità, ma nemmeno è il caso di ricorrere al facile paradosso di vantare, anziché la nostra antichità, il suo giovanile ardore e magari i suoi bollenti spiriti".

Il banchiere-umanista, secondo il ricordo appassionato del giornalista-scrittore Gaetano Afeltra, era riuscito, infatti, a tenere la Commerciale sempre fuori dal "gorgo del conflitto" e a renderla famosa e rispetta in tutto il mondo; prima e dopo la Liberazione, che segnò l'anno della sua rinascita.

"Mattioli - aggiunge Afeltra nel suo articolo sul Corrierone in occasione del centenario dell'istituto (1984-1994) - creò Mediobanca affidandola a Cuccia, con i suoi successi. La Comit praticò una vivace politica d'investimenti per incentivare la produttività italiana e contribuì largamente al miracolo economico. Gli anni dell'ascesa continuarono e oggi possiamo dire che tutto quanto ha animato in questi cento anni la vita del nostro Paese, è passato dalla Banca Commerciale, l'istituzione radicata fin dalla sua origine nella tradizione dell'operosità milanese".

Nostalgia per il passato? Sicuramente.
Nel difendere le proprie scelte e quelle dell'allora amministratore delegato Corradino Passera, il presidente di sorveglianza di Intesa-San Paolo ancora una volta ha commesso però l'imperdonabile debolezza di chiamare in causa qualche defunto (Enrico Cuccia). Ma i morti purtroppo non hanno diritto di replica (o di rettifica).

Sugli amorevoli abbracci (postumi) tra lo Gnomo di Mediobanca e l'Abramo unto dal signore l'aneddotica (e le carte) spesso parlano invece di astio covato e colpi bassi tra i due banchieri-rivali.

Del resto Enrico Cuccia sosteneva con lord Byron che l'odio "è il più durevole dei piaceri".
Poco prima della sua scomparsa l'ex leader dc Mino Martinazzoli confessò all'autrice del "Diario di Cuccia" (per i tipacci Dagospia), che era andato a salutarlo nel suo vecchio studio d'avvocato nel centro della città, alcuni gustosi pettegolezzi (e retroscena) sulle famiglie del potere bianco bresciano.
Già, mai violare però le segrete confidenze.

 

 

 

RAFFAELE MATTIOLI GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANNIL FINANZIERE ROMAIN ZALESKISEDE CORRIERE DELLA SERA enrico cuccia x MARTINAZZOLICARLO DE BENEDETTI E CORRADO PASSERAPASSERA MUSSARI GRILLI o jpeg