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TRUMP HA FATTO UN CALCOLO DEL “DAZIO” – LE TARIFFE “RECIPROCHE” ANNUNCIATE DAL TYCOON SI BASANO SU NUMERI INVENTATI: PER ARRIVARE AL 20% ALL’EUROPA, PER ESEMPIO, I GENI DELLA CASA BIANCA SONO PARTITI DAL DEFICIT COMMERCIALE DELL’UE, CHE AMMONTA A 235,6 MILIARDI. HANNO POI DIVISO QUEL VALORE PER IL TOTALE DELLE IMPORTAZIONI DEGLI USA DALL’UE (605,8 MILIARDI), ARRIVANDO A 0,39. CIOÈ IL 39% DI “BARRIERE”. PERCENTUALE POI DIVISA IN DUE PER ARRIVARE ALLO “SCONTO” DI CUI PARLA IL TYCOON…
Trump Tariffs Explained:
Trump is charging 10% tariffs on UK goods.
He's charging 20% tariffs on EU goods.
In November it was estimated that 20% tariffs would cost UK 0.8% GDP.
So let's say this means today's tariffs will cost us 0.4%.
So Brexit saved us 0.4% GDP in US trade,… pic.twitter.com/shPVYdrv3m
— Femi (@Femi_Sorry) April 2, 2025
Estratto dell’articolo di V. Ior. per il “Corriere della Sera”
Donald Trump ha imposto dazi «reciproci» nei confronti dell’Unione europea del 20%. Ma come è stata calcolata questa percentuale? La formula tiene conto del deficit commerciale del 2024. Deficit che nel caso dell’Unione europea valeva 235,6 miliardi di dollari […]
Questo valore è stato diviso per il totale delle importazioni degli Stati Uniti dall’Ue, vale a dire 605,8 miliardi: il risultato è 0,39, ovvero il 39%. Questa percentuale è stata divisa per due: è lo «sconto» di cui parla Trump. Così si arriva al 19,5% arrotondato poi al 20%. E questo è il dazio imposto a tutte le importazioni provenienti dall’Unione europea e quindi anche dall’Italia.
DONALD TRUMP FIRMA ORDINE ESECUTIVO SUI DAZI
«Trump ha accusato l’Ue di imporre dazi del 39%, ma è un numero completamente inventato. Pensare che il deficit commerciale verso un Paese sia causato necessariamente da barriere commerciali imposte da questo Paese non ha alcun fondamento economico», spiega Tommaso Monacelli, professore ordinario di Macroeconomia all’Università Bocconi di Milano.
[…] «Tutto il ragionamento che sta alla base della guerra commerciale avviata da Trump è un’operazione populista dietro la quale c’è pochissima logica economica e moltissima propaganda. Per cui il presidente americano e i suoi consiglieri ritengono che se l’Ue vende negli Stati Uniti più di quanto non compri debba per forza essere il risultato di qualche pratica scorretta, che in realtà però non esiste», aggiunge Monacelli.
IL DEFICIT COMMERCIALE AMERICANO VERSO L EUROPA
I deficit commerciali così come i surplus non sono intrinsecamente un bene o un male, ricorda l’economista: «Gli Stati Uniti hanno un forte deficit commerciale perché hanno una domanda interna molto sostenuta e una quota di risparmi limitata rispetto agli investimenti. Hanno una grande capacità di trasformare facilmente i risparmi in investimenti. E questo, ad esempio, è un punto di forza dell’economia americana.
Viceversa l’Ue non ha questa capacità». La contraddizione è che Trump si illude di usare i dazi come strumento per abbattere il deficit commerciale statunitense, ma rischia di ottenere esattamente il contrario. «La sua politica protezionistica porterà più inflazione e maggiori tassi di interesse, quindi un dollaro più forte e questo alla fine farà aumentare il deficit commerciale», sottolinea Monacelli.
I DAZI DI TRUMP - VIGNETTA BY GIANNELLI
«Se è vero che i dazi possono avere un piccolo effetto di protezione per alcuni settori, venendo incontro a quelle che erano le richieste di una fetta dell’elettorato trumpiano, questo avviene però a scapito dell’export. E una contrazione dell’export, unita alla crescente incertezza generata dalla guerra commerciale, può diventare un boomerang molto pericoloso per l’economia americana», spiega il docente della Bocconi.
[…] Questa situazione di grande incertezza e la conseguente fuga di capitali dagli Usa, secondo Monacelli rappresentano una grande occasione per l’Europa. «L’Unione europea può trarne enormi vantaggi e proprio per questo non deve chiudersi a sua volta dentro le barriere protezionistiche — conclude l’economista — . Ma deve reagire rafforzando gli accordi commerciali con altre aree del mondo. […]
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