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Luca Fornovo per "la Stampa"
Sarà un percorso lungo e a ostacoli, ma almeno ieri c'è stata una piccola schiarita col primo sì dell'Agcom allo scorporo della rete di Telecom Italia. L'Autorità per la garanzia nelle comunicazioni ha concluso, infatti, l'esame preliminare sulla proposta del gruppo decisa quasi due mesi fa. Ora scatta la fase 2 di analisi di mercato che coinvolgerà tutti gli operatori. Intanto l'Agcom attende che Telecom integri il dossier, confermando la decisione di scorporo.
Ma il via libera non aiuta il titolo: in Borsa Telecom ha chiuso invariata a 0,52 euro. Nell'esaminare il piano dello scorporo, il Consiglio dell'Agcom, presieduto da Angelo Cardani, ha ritenuto che il progetto risponda ai requisiti di «serietà e affidabilità » chiesti dalle linee guida del Berec, l'organismo che riunisce i regolatori europei, in materia di separazione funzionale.
In dettaglio l'Authority ha passato in esame sia la proposta inviata da Telecom il 30 maggio (quando il cda ha approvato lo spin off della rete), sia la documentazione acquisita nel corso del tavolo tecnico con i rappresentanti dell'azienda. Da settembre l'Agcom avvierà l'analisi coordinata dei mercati dell'accesso, prevista dal Codice delle comunicazioni elettroniche.
Telecom è quindi chiamata a fornire all'Autorità un'integrazione dell'informativa del 30 maggio che confermi la decisione di scorporo e contenga gli elementi forniti nell'ambito del tavolo e ogni ulteriore informazione per un'approfondita analisi del progetto.
Al di là dello scorporo, l'altro fronte caldo riguarda gli azionisti di Telecom. A settembre scadrà il patto di sindacato che lega i soci di Telco, la holding che possiede il 22,4% di Telecom. E gli azionisti stanno ragionando sul da farsi. La prima ad uscire allo scoperto è stata Telefonica.
Ieri il colosso iberico, principale azionista di Telco (con il 46,18%) ha confermato l'investimento in Telecom: nel corso della conference call sui risultati semestrali (ricavi in calo del 7,8% a 28,5 miliardi), Telefonica ha detto che intende mantenere l'investimento nel gruppo telefonico, presieduto da Franco Bernabè, ma che non ha intenzione di prendere il pieno controllo di Telco.
D'altro canto Mediobanca e Generali, anch'essi soci di Telco, sono più propensi a uscire dalla holding di Telecom. Del resto Piazzetta Cuccia ha già provveduto a svalutare a valori di mercato la partecipazione in Telecom, come previsto dal piano strategico della banca d'affari. Ancora nessun segnale giunge invece da Intesa Sanpaolo, che in un clima di tensione da parte degli azionisti nei confronti del presidente, continua a dare sostegno a Bernabè.
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