TELECOM-MEDIA – TUTTI SMENTISCONO, MA CI SONO IN BALLO TRATTATIVE TELEFONICA-H3G

Sara Bennewitz per "la Repubblica"

L'interesse dei cinesi di H3g a diventare un socio forte di Telecom Italia alimenta le speculazioni sul gruppo che ieri ha guadagnato il 3,8% a 0,59 euro. Domani il presidente Franco Bernabè presenterà in consiglio un progetto che punta a integrare 3 Italia, chiedendo al cda di autorizzarlo a valutare ufficialmente la trattativa.

Oggi invece i soci Telco si riuniranno per esaminare insieme alcune questioni, tra cui anche quella del prestito soci da 1,6 miliardi che è in scadenza, e potrebbero iniziare anche a discutere del loro orientamento nei confronti di una possibile operazione per rilevare 3 Italia.

Ancora ieri sera Telco precisava infatti di non aver mai incontrato nessuno, né esaminato alcuna carta, anche in via informale circa una possibile integrazione tra Telecom e 3 Italia. Posto che tutte le operazioni sono interessanti solo se lo è anche il prezzo a cui vengono realizzate, H3g avrebbe chiesto informalmente anche dei diritti di governance, il che presuppone che Telco allarghi le porte al gruppo cinese, oppure formuli un nuovo accordo che tenga conto anche del gruppo di Li Ka-Shing. Un'opzione su cui in teoria Telefonica, azionista con il 46,6% della finanziaria, potrebbe storcere il naso e, come previsto dai patti di Telco, portare il gruppo spagnolo anche a chiedere la scissione della finanziaria.

Telefonica aveva rilevato il 10,4% di Telecom nel 2007 investendo 2,315 miliardi in Telco e facendosi carico delle passività pro quota. Poi nel 2012 il gruppo aveva iniettato 280 milioni per l'aumento di capitale (da 600 milioni) della finanziaria facendo lievitare l'investimento a 2,6 miliardi, e scendere le passività a 1,2 miliardi (di cui 750 di prestito soci e il resto con linee di credito bancarie).

A distanza di sei anni, il pacchetto di azioni custodito da Telefonica sul mercato vale il 70% in meno e oggi non basterebbe a coprire il debito che vi è correlato. Se anche il gruppo riuscisse a farsi pagare le sue Telecom 1,2 euro, una volta sottratti i debiti di Telco, Telefonica uscirebbe dalla partita con un assegno da mezzo miliardo, una cifra poco significativa rispetto al valore strategico di essere azionista di peso, per quanto con diritti di governance limitati, nell'azienda che è il suo primo rivale in Brasile. Anche perché nel paese sudamericano Telefonica realizza un quarto dei suoi flussi di cassa, per cui difficilmente mollerà il suo avamposto in Telco senza un adeguato ritorno.

Non a caso ieri il gruppo spagnolo ha smentito le voci che lo davano in uscita dalla Telecom, precisando che l'investimento è di natura industriale e di lungo periodo. Morale se H3g vuol entrare in Telecom per contare, e sarebbe propensa a rilevare fino al 29,9% capitale, difficilmente le pretese dei futuri soci cinesi potranno concretizzarsi senza un previo accordo con i vecchi soci di Telco.

A questo va aggiunto il fatto che in un contesto politico incerto e mentre è in atto un processo di valorizzazione della rete fissa insieme alla Cassa Depositi, qualunque mossa repentina sarebbe due volte azzardata. Se per assurdo H3g diventasse il maggior azionista di Telecom, difficilmente la Cdp sarebbe felice di diventare un socio di minoranza dell'infrastruttura di rete, che invece è l'ipotesi a cui si sta lavorando.

 

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