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"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL…
1 - TLC: PATUANO,NESSUNA BARRICATA,POSSIBILE COLLABORARE CON CDP
(ANSA) - Telecom Italia non ha innalzato "nessuna barricata" nel dibattito sulla realizzazione della rete Ngn, e "con molto piacere" collaborerà con Cdp, e quindi con Metroweb, nelle aree in cui questo è possibile. Così l'ad del gruppo telefonico, Marco Patuano, ha commentato l'apertura del presidente di Cdp, Franco Bassanini, che si è detto pronto a finanziare l'investimento del gruppo telefonico nelle cosiddette "aree nere", cioé a maggiore traffico e redditività .
"Ogni volta che c'é un progetto concreto - ha spiegato Patuano parlando delle esperienze in Lombardia e in Trentino - Telecom Italia è presente e la nostra volontà di collaborazione pubblico/privato non è un modo di dire, ma è dimostrata dai fatti e continuerà ad esserlo". Per quanto riguarda in particolare le aree nere (cioé quelle a maggior traffico), ha proseguito intervenendo a un convegno organizzato da Business International, "la concorrenza infrastrutturale può esistere e nel mobile esiste da lustri", questo tuttavia "non vuol dire che rinunciamo aprioristicamente a collaborare con Cdp, perché noi ci parliamo, non ci sono barricate: tutte le volte in cui sarà possibile collaborare lo faremo con molto piacere", "mettendo insieme i nostri rispettivi ingegneri".
La porta, dunque, è aperta, ma in seguito Patuano è entrato maggiormente nei dettagli tecnici relativi alle due principali opzioni, quella con cui si porta la fibra all'appartamento (Ftth) scelta da Metroweb e quella con cui la fibra si ferma all'armadio (Fttc). L'ad di Telecom ha quindi sottolineato che "Telecom vuole investire secondo una logica 'market driven' (guidata dal mercato, ndr)" e quindi in base alla domanda: "Dire che tutto va fatto in Ftth non è market driven", perché "ci sono aree dove la soluzione giusta è la Ftth e altre no, ma dove si può evolvere in Ftth se la domanda lo giustifica".
Il piano di Telecom, ha puntualizzato ancora, "non si limita a 30 città ", ma mira a coprire con almeno 30 mega 100 città entro il 2014 e 250 entro il 2018: "Andare a realizzare soluzioni che hanno un costo per unità passata 5/6 volte superiore senza la certezza della domanda non ci sembra una buona allocazione delle risorse", ha osservato. La strategia di Telecom, ha comunque proseguito Patuano, "non è necessariamente conflittuale con Bassanini", visto che "ci sono aree nere dove l'Ftth è la soluzione corretta, pertanto se Cdp dice Ftth o nulla in modo dogmatico, quelle sono aree di collaborazione". In ogni caso, ha concluso, "con il dialogo tra le parti si possono anche trovare soluzioni meno dogmatiche".
2 - BASSANINI, SE RICHIESTI PRONTI FINANZIARE NGN TELECOM
(ANSA) - Se Telecom Italia intende investire nella rete in fibra ottica nelle aree a maggior traffico "non c'é dubbio che, se richiesti, c'é la disponibilità da parte di Cdp a partecipare al finanziamento di questo investimento con una soluzione variamente costruita da un punto di vista dell'architettura societaria e finanziaria". Lo ha dichiarato il presidente di Cdp Franco Bassanini ad un convegno di Business International. In caso contrario, ha aggiunto, "sarà opportuno lo faccia qualcun altro con forme di collaborazione".
3 - TELECOM:PATUANO,TITOLO CONDIZIONATO DA USCITA DA EUROSTOXX50
(ANSA) - L'andamento del titolo Telecom Italia, che ieri è sceso ai minimi dal 1997, "ha risentito del fattore contingente dell'uscita dall'indice Eurostoxx 50". Lo ha confermato l'ad del gruppo telefonico, Marco Patuano, a margine di un convegno sulle tlc organizzato da Business International. "Tutti coloro che avevano titoli Telecom replicando l'indice - ha spiegato Patuano - si sono trovati nella necessità di scaricare il proprio portafoglio proprio nel giorno in cui la Borsa di Londra era chiusa: quindi si sono associati un forte volume di vendite con un minor numero di operatori sul mercato".
4 - TELECOM AI MINIMI IN BORSA DAL 1997 IL TITOLO OSSERVATO SPECIALE DI CONSOB
Sara Bennewitz per "la Repubblica"
Telecom Italia ha perso la linea. Nel giorno in cui Londra è chiusa, il titolo del gruppo è crollato del 5,5%, scivolando a 0,65 euro, sui minimi dal 1997. Le vendite in mattinata sono state innescate dalle dichiarazioni di France Tèlècom, che ha annunciato che il dividendo 2012 sarà più basso.
Tanto è bastato agli investitori per temere una nuova sforbiciata alla cedola Telecom, che già nel 2011 è stata tagliata del 25%. Mentre il gruppo francese, dopo un avvio incerto, ha recuperato terreno chiudendo in calo dello 0,29%, quello guidato da Franco Bernabè scivolava sempre più giù, tanto da indurre il presidente a sollecitare l´intervento della Consob, che ha acceso un faro sull´andamento anomalo dei corsi di Borsa.
Nell´ultimo mese il titolo è crollato del 17%, senza un motivo specifico. L´umore degli investitori su Telecom è negativo - a dispetto dei buoni risultati del primo trimestre - e il mercato tende a vedere il bicchiere mezzo vuoto. L´uscita dall´Eurostoxx 50, la scelta di un ente pubblico come la Cdp di investire su una rete alternativa a quella di Telecom e il recente cambio ai vertici di due soci forti di Telco, destano - a torto o a ragione - alcune preoccupazioni tra gli investitori. Se è vero che ora a guidare Generali (30,6% di Telco) c´è Mario Greco e a capo di Intesa (11,6%) c´è Enrico Cucchiani, è ugualmente vero che i soci della finanziaria hanno appena messo mano al portafoglio per sostenere e riscadenziare i 3,4 miliardi di passività ereditati dalla gestione Olimpia.
Tra aumento di capitale, bond e prestito bancario, Telefonica, Generali, Intesa e Mediobanca hanno tirato fuori 3,1 miliardi. E, quindi, se in teoria le banche potrebbero escutere il pegno sulle azioni date a garanzia del finanziamento da 1,05 miliardi, nel caso in cui il titolo Telecom scivolasse a 0,6 euro, è anche vero che difficilmente Intesa e Mediobanca si metterebbero nei guai da sole creando difficoltà anche agli altri soci di Telco. Resta che il valore della partecipazione di controllo in Telecom (il 22,4% vale 2 miliardi) è sempre inferiore rispetto ai debiti della finanziaria, ridotti a 2,8 miliardi grazie alla ricapitalizzazione da 600 milioni.
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