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Federico De Rosa per “Il Corriere della Sera”
È un percorso che si snoda su due binari paralleli ma che, nonostante la geometria, a un certo punto potrebbe convergere. E il punto di congiunzione sarebbe Telecom Italia. Almeno così dicono le voci che ieri rilanciavano l’idea di un possibile incrocio tra Mediaset e Vivendi che coinvolgerebbe direttamente l’assetto del gruppo telefonico. Un’alleanza tra i tre gruppi che avverrebbe sotto la regia del patron di Vivendi, Vincent Bolloré. Il quale ha appena ceduto a Telefonica la controllata brasiliana Gvt ottenendo in cambio cash, denari, e un corrispettivo in azioni rappresentato dall’8,7% di Telecom Italia. E dunque ha già (quasi) un piede dentro il gruppo telefonico.
Lo snodo che porta fino a Mediaset passa anch’esso per Vivendi, la cui controllata CanalPlus sta valutando già da qualche tempo il dossier Mediaset Premium. Bolloré potrebbe quindi avere buon gioco su due tavoli.
Sembra un gioco dell’oca in cui alla fine del percorso potrebbe esserci un nuovo polo della pay-tv, il primo in cui telefonia e media non solo convergono ma si integrano. Un disegno tutt’altro che facile da realizzare, sul quale tuttavia secondo l’agenzia «Bloomberg» sarebbero al lavoro i consulenti. Non è certo la prima volta che si parla di Mediaset-Telecom. E la presenza di Tarak Ben Ammar a bordo del Paloma, la barca di Bollorè, nel giorno in cui vertici del gruppo telefonico hanno presentato al finanziere francese il loro piano per Gvt, ha rilanciato i rumors.
Più semplice sarebbe un accordo commerciale aperto ai contenuti di Vivendi e di Mediaset Plus, con Telecom che fornirebbe la piattaforma per trasmetterli. Sul modello dell’intesa che il gruppo telefonico ha già fatto con Sky. Fonti che conoscono bene le società coinvolte escludono che sia allo studio un progetto per mettere insieme Telecom e Mediaset. Non sarebbe nemmeno così semplice da realizzare.
marco patuano ad telecom italia
Bollorè è presidente di Vivendi di cui possiede il 5%, ma non ha un controllo pieno sul consiglio il quale, dopo aver incassato 5 miliardi da Telefonica in Brasile e dismesso le attività nella telefonia, potrebbe anche non avere interesse a investire in Telecom Italia. Quell’8,7% che gli arriverà da Telefonica è la contropartita per incassare i 5 miliardi cash.
Più logico sarebbe invece un investimento in Mediaset Premium, ossia la pay-tv, che è il core business di Vivendi e dove indubbiamente il mercato italiano offre ancora importanti margini di crescita. Un rafforzamento in questo ambito sarebbe vantaggioso per entrambi. Tant’è che tra CanalPlus e Segrate i colloqui sono in corso da tempo. E, secondo alcune voci, l’interesse dei francesi sarebbe per una quota piuttosto rotonda della pay-tv del Biscione.
I tasselli del puzzle sul tavolo di Vivendi, insomma, sono tanti e devono essere ancora incastrati. Per cui il gruppo francese per adesso sta percorrendo i due binari: il primo per entrare in Telecom, l’altro, forse, in Mediaset Premium. Si incroceranno? Una convergenza industriale, tra rete e contenuti, tra Telecom Mediaset e Vivendi, sembrerebbe più facile. E non richiederebbe un incrocio azionario. Che non è escluso possa arrivare successivamente.
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