1. CHE TRISTE DESTINO QUELLO DI MPS: È PASSATO DA “BANDIERA ROSSA” ALL’OPUS DEI 2. I DUE NUOVI PADRONCINI DI SIENA, IL BRASILIANO ANDRÈ ESTEVES DI BTG PACTUAL E IL MESSICANO MARTINEZ GUZMAN, SONO DUE CATTOLICONI DI VECCHIA DATA CON UN PASSATO TRA SEMINARI DEI LEGIONARI DI CRISTO E RAPPORTI D’AFFARI IN VATICANO 3. OVVIAMENTE L’ADESIONE DEI DUE ALL’OPUS DEI NON È MAI STATA CONFERMATA NÉ SMENTITA MA È INVECE CERTA L’APPARTENENZA ALL’OPERA DI MOLTI CONSIGLIERI DI AMMINISTRAZIONE DEL FONDO FINTECH ADVISORY, CHE È ENTRATO NEL MONTE CON IL 4,5% 4. GLI STESSI CONSIGLIERI EBBERO ADDIRITTURA UN RUOLO DI CONSULENZA NELLA VENDITA A PREZZO SPROPOSITATO DI ANTONVENETA A MPS DA PARTE SANTANDER DI EMILIO BOTIN 5. MPS OGGI VIENE SALVATA DA CHI INDIRETTAMENTE HA PARTECIPATO AL SUO AFFOSSAMENTO. NON È CHE DIETRO I DUE FONDI CENTRO-SUDAMERICANI CI SIA IL SOLITO BOTIN?

Franco Bechis per "Libero quotidiano"

Per il Monte dei Paschi di Siena era davvero all'orizzonte uno sceicco. Le voci erano circolate a più riprese prima che il presidente della Fondazione bancaria senese, Antonella Mansi, chiudesse la trattativa firmando un patto di sindacato con due fondi internazionali, uno di origine messicana e l'altro brasiliana. Per l'istituto senese si è mosso l'emiro del Qatar, poche settimane dopo avere incontrato l'ex premier italiano,Enrico Letta. Secondo quanto risulta a Libero il 17 gennaio scorso è stata scelta una società di intermediazione di Malta per avviare una trattativa con Mps.

Il mandato era firmato dalla Gulf Group Holding co di Doha, Qatar. Si ufficializzava un interesse a partecipare all'aumento di capitale di Mps per una quota oscillante fra il 35 e il 40%, e si rinviava a un incontro che sarebbe dovuto avvenire nel mese di febbraio. L'offerta sembra poi essere arrivata alla Fondazione, che però ha scelto altre strade. Sono entrati in Mps il fondo messicano Fintech Advisory Inc con il 4,5% e la holding europea del fondo brasiliano Btg Pactual con il 2%.

La Fondazione ha sottoscritto con i due un patto di sindacato in cui ha apportato una quota del 2,5% del capitale. In tutto 9 per cento, e per quella percentuale verrà sottoscritto anche l'aumento di capitale che è stato elevato da 3 a 5miliardi di euro. Con quella piccolissima quota stretta nel patto di sindacato i tre soggetti avranno il controllo dell'intera banca, e grazie agli accordi fra di loro, nomineranno la maggioranza dei consiglieri e nella primavera del prossimo anno anche i vertici dell'azienda: il presidente indicato dalla Fondazione, e l'amministratore delegato da messicani e brasiliani.

Avessero superato il 10 per cento del capitale sarebbe stata necessaria una autorizzazione preventiva della Banca d'Italia, che comunque sta esaminando la pratica. Per quanto atipica e non conoscendo le ragioni per cui sia stata respinta l'offerta del Qatar, che riguardava una quota di capitale assai più ampia, l'operazione Fintech Advisory-Btg Pactual è avvenuta sul mercato. Ma è destinata a fare chiacchierare per il profilo dei nuovi azionisti che si staglia all'orizzonte.

Fin qui qualche lamentela ha riguardato la territorialità della banca: Siena ha campato per secoli sul Monte dei Paschi, e ora l'istituto con quel nocciolino a maggioranza centro-sudamericana è diventato a controllo estero. Ma c'è di più, e pochi se ne sono accorti. Perché il mondo da cui provengono i fondatori e azionisti dei due fondi è assai lontano dalle radici culturali del Monte dei Paschi.

Non così lontano dalla storia più recente e in particolare dalla disgraziata operazione Antonveneta all'origine di tutti i guai, ma nei fatti la banca rossa è appena diventata una punta di diamante della finanza bianca. Addio bandiere rosse, i senesi è meglio che si abituino al profumo dell'incenso. Sono entrambi molto cattolici i due finanzieri che si sono presi in mano il Monte dei Paschi.

Hanno molto in comune il brasiliano Andrè Esteves (Btg Pactual) e il messicano Martìnez Guzmàn, già noto in Italia per avere recentemente acquistato la controllata in Argentina di Telecom Italia. Hanno entrambi una riservatezza quasi maniacale, tanto è che girano scarne notizie biografiche e non si trova quasi nessuna foto dei due. Le poche che esistevano sono state fatte ritirare dal web da Guzmàn, che ha addirittura pagato una società specializzata per fare sparire qualsiasi immagine.

Ne resta solo una, e assai datata, con il finanziere messicano che stringeva la mano all'allora presidente argentino Nestor Kirchner. Come ogni personaggio di cui si sa poco o nulla, sono le leggende a prevalere.Di Guzmàn si racconta l'infanzia in una famiglia modesta, gli studi in una buona scuola irlandese di Monterrey, l'improvvisa vocazione religiosa, l'ingresso nel seminario dei Legionari di Cristo a Roma, l'abbandono della decisione dopo soli sei mesi, l'arrivo di una misteriosa eredità che ha cambiato la vita della sua famiglia, la rapida scalata alla finanza internazionale.

«Ho partecipato a quasi tutte le ristrutturazioni del debito sovrano degli ultimi 25 anni:dall'America latina alla Grecia passando per la Russia», ha scritto sul Financial Times l'anno scorso. È balzato alle cronache per avere acquistato anni fa l'appartamento più caro di NewYork nel palazzo che fu di Time Warner. Lo pagò una cinquantina di milioni di dollari, e ne acquistò uno lì sotto per il suo maggiordomo, pagandolo il doppio di quanto aveva speso per la personale reggia proprio lì di fianco il cantante latino americano RickyMartin.Ricchissimo, ma sempre riservatissimo.

Unica notizia ufficiale che fa trapelare, è la sua partecipazione alle feste religiose con la famiglia a Monterrey.Guzmàn non ha mai confermato, ma nemmeno smentito la sua adesione all'Opus dei. Lo si dice anche di Esteves, l'altro nuovo padrone del Monte dei Paschi di Siena. Anche di lui si sa poco, e quel poco è leggenda: figlio di una professoressa universitaria, è diventato un finanziere con un patrimonio personale superiore ai 3 miliardi di dollari entrando in banca come tecnico dei computer (si era laureato in ingegneria dei sistemi).

Molto religioso, si sa che ha buoni legami in Vaticano e viaggia spesso a Roma. Se è riservata l'appartenenza all'Opus Dei dei due,è certo invece che da lì vengano non pochi consiglieri di amministrazione del fondo Fintech Advisory. Fra questi i fratelli Josè e Francisco Calderòn Rojas (compagnia Espanola de petroleos) ed Enrique Castillo Sanchez Mejorada (Ventura Capital Privado). Entrambi religiosissimi, entrambi numeraridell'OpusDei, entrambi amicissimi del presidente del Consiglio spagnolo Mariano Rajoy e soprattutto del presidente del Banco di Santander, Emilio Botin (altro esponente della finanza bianca e vicino all'Opus Dei).

I consiglieri di amministrazione delle finanziarie dei nuovi padroni della banca rossa ebbero addirittura un ruolo tecnico di consulenza del Santander nella vendita a prezzo super di Antonveneta a Mps. Sono stati i protagonisti dell'operazione che ha messo ko la banca senese che oggi viene salvata da chi aveva indirettamente partecipato al suo affossamento. È proprio ricostruendo questa ragnatela intricata di rapporti che amolti è venuto il sospetto: i due fondi centro- sudamericani giocano in proprio o dietro le loro figure si staglia quella del banchiere spagnolo dell'Opus Dei? Lo vedremo nelle prossime puntate.

 

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