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1. CALTAGIRONE SALE ANCORA IN GENERALI LA STRETTA SUL LEONE
Michelangelo Borrillo per il “Corriere della Sera”
A una manciata di titoli dal 3% di Generali. L’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone, attraverso la Fincal, è arrivato a circa il 3% della compagnia triestina con acquisti effettuati la scorsa settimana. Secondo un internal dealing , infatti, Caltagirone ha acquistato il 5 e il 7 aprile scorsi 1,25 milioni di azioni Generali, pari allo 0,08% del capitale, per un controvalore di 15,36 milioni di euro.
Questi ultimi due pacchetti (acquistati a prezzi unitari pari a 12,39 e 12,21 euro) sono andati ad aggiungersi al 2,9% dell’ultimo aggiornamento del 1° aprile; così il gruppo Caltagirone si è avvicinato alla quota del secondo azionista Leonardo Del Vecchio (che ha in portafoglio il 3,17%, posizionandosi alle spalle di Mediobanca al 13,2%) e la sensazione è che la quota di Caltagirone sia destinata ad aumentare, almeno al livello del patron di Luxottica.
E proprio ieri Del Vecchio si è detto soddisfatto della scelta di Philippe Donnet come nuovo amministratore delegato di Generali. Il patron di Luxottica ha parlato all’uscita da Mediobanca dove si è tenuto un pranzo di lavoro incentrato sulle Generali. Durante l’incontro — a cui ha preso parte l’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel — Del Vecchio ha avuto modo di confrontarsi proprio con Donnet.
francesco gaetano caltagirone (2)
«Sì, ho visto Donnet», ha sottolineato Del Vecchio uscendo da Mediobanca accompagnato da Romolo Bardin, il cfo di Delfin (holding della famiglia Del Vecchio), che entrerà nel cda di Generali che sarà eletto dall’assemblea del prossimo 28 aprile.
«Sono contento, non mi piacciono tanto i geni e preferisco la crescita interna». Quanto all’ingresso in cda di Bardin, ciò non significherà che Del Vecchio avrà un ruolo più attivo nella gestione di Generali: «No, no», ha risposto in proposito il patron di Luxottica. «Ci hanno offerto la possibilità di avere un rappresentante in cda e io l’ho accettata».
Sulle prime settimane in Generali si è soffermato anche Donnet: «Sono stati giorni impegnativi, ma sono molto contento, è una bellissima società». Donnet intende restare nel consiglio di sorveglianza di Vivendi: «Devo valutare la compatibilità in termini di carico di lavoro con il ruolo di amministratore delegato di Generali. Se è compatibile — ha spiegato — rimango».
@MicBorrillo
2. DEL VECCHIO: «GENERALI MIGLIORERÀ SENZA GRECO»
Camilla Conti per ''il Giornale''
Leonardo Del Vecchio contro tutti. Intercettato dalle agenzie di stampa in centro a Milano, poco prima di salire ai piani alti di Mediobanca, il patron di Luxottica ha mandato a stendere l'ex ad delle Generali Mario Greco e ha inviato un nuovo messaggio al timoniere di Unicredit, Federico Ghizzoni. Poi ha «gufato» sulla scalata di Urbano Cairo a Rcs. E infine ha assicurato che in casa sua non entreranno più «geni esterni» (facendo fischiare le orecchie all'ex delfino, Andrea Guerra).
La giornata milanese del fondatore del colosso dell'occhialeria di Agordo era dedicata all'incontro di quasi tre ore a tema Generali che si è tenuto nella sede di Mediobanca. Del Vecchio, azionista del Leone con circa il 3,1% del capitale (alle spalle della stessa Mediobanca che ha il 13,2%), è arrivato in piazzetta Cuccia dopo mezzogiorno accompagnato da Romolo Bardin, il direttore finanziario della holding Delfin, che dopo l'assemblea del 28 aprile entrerà in sua rappresentanza nel cda della compagnia triestina.
In sede era già presente Philippe Donnet, da qualche settimana amministratore delegato del Leone in sostituzione di Mario Greco, oltre all'ad di Mediobanca, Alberto Nagel. «Sono contento della nomina di Donnet. Vedrete che adesso Generali andrà bene», ha commentato l'imprenditore. Sottolineando di preferire «la crescita interna, non mi piacciono tanto i genii esterni». Insomma, due messaggi in uno: senza Greco il Leone graffierà di più e senza manager esterni (come Guerra) anche Luxottica.
galateri mario greco alberto minali
Una frecciata tira l'altra, perché incalzato dai cronisti Del Vecchio ha commentato anche la strategia del vertice di Unicredit (di cui possiede una quota sotto al 2%): «il titolo della banca è salito del 15% in due giorni» ma «Ghizzoni non conta niente. Conta il fatto che le banche, per fortuna, hanno fatto questo accordo (il fondo allo studio del governo, ndr) che praticamente risolve i problemi degli istituti che possono fallire e far perdere soldi alla povera gente e ai risparmiatori».
Su un possibile cambio al vertice dell'istituto di piazza Gae Aulenti il patron di Luxottica ha risposto: «Io non sono per troppi cambiamenti, resta sempre la domanda» su cosa farebbe un eventuale successore. La domanda che ci facciamo adesso poi dovremmo rifarcela domani», ha detto Del Vecchio. Che lo scorso 8 febbraio, in un'intervista, aveva auspicato una discontinuità al timone della banca che «ha bisogno di cambiamenti radicali». Quanto all'offerta di Cairo su Rcs, «Non so, non mi convince. Non credo che gli azionisti attuali accettino questo scambio», ha commentato.
Infine, Luxottica: tra i progetti allo studio della multinazionale degli occhiali c'è l'ampliamento del sito di Sedico, in provincia di Belluno da terminare in agosto, ha detto Del Vecchio, «e poi inizieremo a settembre. Quando sarà finito assumeremo ancora, penso 400-500 persone».
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