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(ANSA) - "Conosco il fenomeno, che esiste ed é documentato. Vi è un conflitto tra analisti e uffici che producono il rating. Va rammentato che le società che proponevano i prodotti strutturati soggetti a rating erano società da cui dipendevano quelle stesse agenzie". E' quanto affermò nel gennaio 2011 l'allora governatore Banca d'Italia, Mario Draghi nel verbale di testimonianza al pubblico ministero di Trani, Michele Ruggiero, anticipato oggi in esclusiva dal Tg5, nell'ambito dell'inchiesta sulle agenzie di rating.
Draghi con il Pm, ascoltato il 24 gennaio 2011, fornì la propria chiave di lettura del momento economico. "Il sistema bancario italiano è robusto - ha detto Draghi secondo quanto riportato nei verbali - Il deficit di parte corrente è basso, il risparmio è alto. Il debito complessivo di famiglia, imprese e Stato è basso rispetto ad altri paesi".
"L'aumento di volatilità nel prezzo dei titoli é - accusò Draghi - un sicuro danno derivante da queste valutazioni". E spiegò al magistrato che a seguito di giudizi negativi "gli investitori non trovano conveniente sottoscrivere titoli di banche e gli stessi titoli di Stato". Draghi nella sua testimonianza ricordò infine al pm Ruggiero come la credibilità delle tre agenzie di rating fosse diminuita dopo le errate valutazioni negli Stati Uniti sui cosiddetti mutui subprime nell'agosto 2007.
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