VI FAREMO VIOLA - IL NUOVO CEO DEL MONTEPASCHI ANNUNCIA SACRIFICI PER TUTTI, MANAGER COMPRESI, MA È POCA COSA: DEVE SCEGLIERE COSA FARE DELL’ACCIACCATA BANCA CENTENARIA, PRIMA CHE UN “BRONTOS” PROFUMO O UN SALVATORE MANCUSO PRENDA IL POSTO DI MUSSARI - LA FONDAZIONE SI È INDEBITATA FINO AL COLLO, I RUBINETTI PER IL “TERRITORIO” SENESE SONO CHIUSI, E MPS DOVRÀ RICOMINCIARE A FARE LA BANCA, RACCOGLIERE SOLDI ED EROGARE CREDITO, MOLLANDO LA FINANZA…

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Bankomat per Dagospia

A Siena comincia la cura Viola. Niente di calcistico, non arrivano i fiorentini, ma nel senso di Fabrizio Viola, il Manager di provenienza finanziaria che dopo aver cercato invano di mettere ordine in Popolare di Milano si è fatto qualche anno tranquillo e con buoni meriti alla guida della ricca Popolare dell'Emilia. Non sarà facile.

Per intanto, come riportato da Radiocor ieri e da Dagospia, ha chiesto un piano di solidarietà ai dipendenti, specificando lodevolmente che tagli e sacrifici riguarderanno anche il top management, ed assumendo ad interim la carica di direttore finanza, come del resto il suo curriculum suggeriva.

Però i temi sono complessi. E soprattutto deve fare presto. Dare segnali prima che arrivi alla presidenza un certo Alessandro Profumo che potrebbe portare in dote con sé a Siena gli strascichi reputazionali delle sue vicende Unicredit, inchiesta "brontos" della Procura di Milano su presunte gravissime frodi fiscali attuate con operazioni finanziarie ad hoc.

Sarebbe però interessante che un manager tecnico come Viola, che da esperto di mercati mobiliari ormai da qualche anno è diventato anche esperto di banca, attaccasse alla radice il male oscuro di MPS. Senza farsi prendere dalla sindrome di Marchionne, quella secondo la quale - come noto - le aziende vanno male per colpa dei dipendenti o del mercato. Tutti sanno, forse anche Marchionne, che le aziende vanno bene o male per colpa del management, che sa gestirle meglio o peggio nelle condizioni date di mercato, azzeccando o sbagliando le scelte di prodotto e di mercato.

Quindi, da miseri frequentatori di banche e di aziende, ci sentiamo di suggerire al neo CEO di Monte Paschi di non prendere la strada Marchionne, ma di analizzare con freddezza le competenze del management ereditato prima che diventi il "suo" management. E di capire cosa vuol dire ricominciare a fare banca. Ovvero: raccogliere risparmio, erogare credito, gestire la finanza con moderazione al solo scopo di far meglio le prime due attività, lasciando alle società specializzate l'attività finanziaria pura ed il merchant banking.

L'altro grande problema di Siena è il territorio, il mitico territorio, quello idealizzato e gestito spesso bene e spesso anche male proprio dalle banche popolari che Viola ben conosce. MPS deve interrogarsi - e i quesiti vanno girati alla fondazione indebitatasi oltre ogni ragionevole limite per non mollare la presa sulla banca - se la banca è un ente pubblico a supporto del welfare locale o se la banca è un ‘impresa seppure attenta ai territori di origine.

Nel primo caso, pur lodevole, si passi il Rubicone, lo si dica apertamente e si intervenga con la mano pubblica per rendere il Monte una Finanziaria regionale. Se invece MPS è un'impresa bancaria, attenta ai profitti senza rapina e nell'ottica medio lungo termine, per il bene durevole di dipendenti, clienti, azionisti e concittadini, bisogna rivedere il modello di banca.

Il concetto di medio lungo termine è quello che le Banche devono tornare a considerare, come un faro. Un banchiere giovane ed attento ai clienti più che ai giornali, da tempo mi dice provocatoriamente che bisognerebbe abolire la trimestrale. A qualcuno importa davvero qualcosa della redditività trimestrale di una banca seria? A qualcuno interessa davvero il profitto di una banca fatto con operazioni non ripetibili nel tempo, nel medio lungo tempo?

Ricordiamo con un certo orrore che all'allora capo delle risorse umane di Banca Intesa, l'ex Poste italiane dr. Micheli, nei primi tempi della gestione Passera, dopo meno di due anni di lavoro venne riconosciuto un bonus ultra milionario per aver tagliato il personale. Non va bene. I manager si premiano con bonus milionari dopo lunghi anni di comprovata affezione e benefici durevoli apportati alla banca. Non vanno trattati come venditori di spazzolini.

La qualità della raccolta e del credito si fanno con manager che lavorano per anni e con competenze diffuse, a tutti i livelli della banca, stando vicino ai clienti e non alle slides preparate per i road show. Speriamo che Fabrizio Viola risani la banca lavorando su questo, non limitandosi come troppi finti manager a tagliare il costo del personale o a far qualche operazione finanziaria di breve periodo.

 

Fabrizio ViolaALESSANDRO PROFUMO SALVATORE MANCUSO GIUSEPPE MUSSARI SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENAGIUSEPPE MUSSARI FABRIZIO VIOLA