DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 - AGRICOLE ALZA IL MURO SU BANCO BPM: PRONTI A SALIRE AL 19,9%, MA NIENTE OPA
Estratto dell’articolo di Andrea Rinaldi per il “Corriere della Sera”
Nuovo colpo di scena nel risiko bancario. Ieri sera Crédit Agricole ha annunciato di aver acquistato strumenti finanziari pari al 5,2% del capitale di Banco Bpm, informando le autorità italiane e lo stesso istituto. In questo modo la Banque Verte, già titolare del 9,9%, porta la sua partecipazione al 15,1% e si prepara ad andare oltre: ha infatti richiesto alla Bce di salire fino al 19,99%, escludendo però il lancio di un’Opa.
Le banche coinvolte nella costruzione del derivato sarebbero, secondo indiscrezioni, Jp Morgan e Deutsche Bank, che non commentano. […] L’unica offerta su Piazza Meda resta sempre quella di Unicredit, ma la mossa francese cambia gli equilibri. E, come si intuisce in ambienti finanziari, sarebbe difensiva.
Erano veri dunque i rumors che indicavano un imminente blitz dell’Agricole, che hanno spinto perciò Andrea Orcel a presentare una proposta su Piazza Meda prima di altri.
[…] È presto per dire se la Banque Verte vestirà i panni del cavaliere bianco dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna, magari in un’operazione straordinaria verso Monte dei Paschi o facendo pesare il proprio nutrito pacchetto di voti in un’eventuale assemblea straordinaria, fuori dai limiti della passivity rule.
Di certo la banca d’Oltralpe ha raggiunto una buona posizione per negoziare con Andrea Orcel nell’ambito dell’ops e potrà alzare la posta. […] l’incontro tra il ceo di Unicredit e quello dell’Agricole, Philippe Brassac, resta in agenda. Quale sarà ora l’opinione della politica? Il Banco ha in corso un’opa su Anima e insieme hanno acquistato dal Tesoro il 9% di Mps, con Caltagirone al 5% e Delfin al 3,5%, quote prodromiche alla creazione di un terzo polo bancario […]
2 - "ABBIAMO IL 15% DI BPM" LA SFIDA DEL CRÉDIT AGRICOLE ALLA SCALATA DI ORCEL LA NOTA DELLA BANCA "
Estratto dell’articolo di Francesco Spini per “la Stampa”
Il Crédit Agricole irrompe nella battaglia sul Banco Bpm, e l'operazione avviata da Unicredit su Piazza Meda si complica. Con una mossa a sorpresa, la banca francese, già prima azionista dell'istituto nato sull'asse Milano-Verona con il 9,9%, ha "prenotato" attraverso la sottoscrizione di contratti derivati un ulteriore 5,2% del capitale. E ora si ritrova una partecipazione potenziale pari al 15,1% dell'istituto […] Ci sarebbero gli ingredienti per immaginare l'inizio di un epico scontro Francia-Italia.
In realtà, almeno per il momento, non sembra questo il caso: «Crédit Agricole – assicurano da Parigi nel comunicato diramato dopo che il numero uno della banca, Philippe Brassac, aveva già informato della salita tanto le autorità di vigilanza quanto il suo omologo in Bpm, Giuseppe Castagna – non intende lanciare un'offerta pubblica di acquisto su azioni Banco Bpm».
Offerta che, in ogni caso, ancor più di quella targata Unicredit, dovrebbe vedersela con il Golden Power, i poteri speciali che il governo può esercitare quando nel mirino ci sono attività che lo Stato considera strategiche, come appunto quella creditizia.
Le spiegazioni sui motivi che allora hanno spinto la banca transalpina ad incrementare l'interessenza appaiono tese a salvaguardare il valore dell'investimento di Parigi. Si spiega infatti che l'aumento della quota è «coerente con la strategia» della "Banque Verte", come viene chiamata in patria, «quale investitore e partner di Banco Bpm». […] Il punto è che su Piazza Meda (a sua volta azionista pesante di Mps e nucleo di un immaginato terzo polo) è in corso una tesissima partita di poker. In cui i francesi a un certo punto hanno deciso di alzare la posta. Sono loro ora il perno su cui ruoterà la vicenda Unicredit-Bpm.
Se accordo sarà, dovrà passare da Parigi, e tutto lascia pensare che la volontà di valorizzare l'investimento si possa tradurre in un più prosaico vendere cara la pelle.
Serviranno contropartite pesanti, oltre quanto si poteva immaginare fino all'altroieri. Non per niente l'incontro tra Orcel e Brassac, che si doveva tenere alcuni giorni fa sarebbe slittato in avanti. La storia ora si complica e al centro vede i molteplici interessi del Crédit Agricole tanto in Unicredit – con cui la Amundi, controllata francese, ha un importante accordo di distribuzione che Orcel sarebbe pronto a rinegoziare in anticipo – quanto con il Banco Bpm. Buona parte della partita però si giocherà sulla gestione del risparmio.
La Borsa continua a ritenere insufficiente l'offerta sulla Bpm, al punto che nei prezzi (7,51 euro per Bpm, 39,21 per Unicredit) esprime un concambio di 0,191 contro 0,175 offerto da Orcel. Il quale potrebbe essere spinto al rilancio ad esempio se i francesi si schierassero con Bpm nel caso il suo ad Giuseppe Castagna, dribblando la «passivity rule», decidesse di convocare un'assemblea straordinaria (dove servono i due terzi di "sì") per alzare il prezzo dell'Opa su Anima, lanciata a 6,2 euro, visto che il titolo della società di gestione del risparmio in Borsa vale da giorni stabilmente di più, 6,44 euro alla chiusura di ieri. […]
3 - PARIGI TAGLIA LA STRADA A ORCEL SI RIAPRE LA PARTITA SU PIAZZA MEDA
Estratto dell’articolo di Stefano Righi per il “Corriere della Sera”
L’offerta pubblica di scambio annunciata il 25 novembre da Unicredit sul capitale del Banco Bpm non è piaciuta a Parigi. Quel premio dello 0,5 per cento sulla chiusura di Borsa precedente ha fatto sollevare il sopracciglio a molti, anche in riva alla Senna. E forse è stato proprio il prezzo offerto che ha fatto scattare il blitz di ieri sera.
[…] L’Agricole aveva preso posizione tra i soci dell’ex popolare il 7 aprile 2022, con un investimento di circa 400 milioni di euro. Un’operazione giustificata da un sottostante industriale, visto che i francesi sono partner di Banco Bpm nel mondo delle assicurazioni e anche in Agos, uno dei grandi protagonisti nel credito al consumo in Italia.
PHILIPPE BRASSAC CREDIT AGRICOLE
Sbarcato sulla Penisola all’inizio degli anni Settanta, con quella che poi sarà Indosuez, il gruppo francese nel decennio successivo contribuì in maniera sostanziale al salvataggio del Banco Ambrosiano, da cui successivamente sarebbe nata Intesa Sanpaolo e da lì, in epoche più recenti, ha avuto un ruolo in molte partite di riassetto del credito nazionale, da CariParma a Friuladria, dal risparmio di Pioneer agli sportelli del Credito Valtellinese.
L’Agricole è nei fatti già oggi, per ampiezza della presenza e varietà di specializzazioni, il terzo polo creditizio operante in Italia. Una presenza discreta ed è per questo che sorprende la rumorosa crescita nel capitale del Banco Bpm annunciata ieri sera, che impegna Parigi per circa 1,2 miliardi di euro. Un’operazione difensiva, sottolineano: l’Agricole non intende lanciare una contro opa sulla banca di Piazza Meda, ma quell’investimento della primavera 2022, che ha accompagnato la fase finale di una certosina opera di risanamento firmata da Giuseppe Castagna, non può essere pagato così poco. […]
4 - CRÉDIT AGRICOLE LANCIA LA SFIDA SU BPM E SALE AL 15 PER CENTO “NON CI SARÀ UN’OPA”
Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”
Si infiamma la partita per il controllo del Banco Bpm, la banca milanese guidata da Giuseppe Castagna. I francesi del Crédit Agricole (CA), già presenti nel capitale del Banco Bpm con il 9,9%, hanno annunciato ieri sera di aver comprato sul mercato strumenti finanziari per poter salire fino al 15,1%. […] Una mossa a sorpresa ma neanche tanto visto che lunedì 25 novembre, quando Andrea Orcel annunciò al mercato il lancio da parte di Unicredit di un’Ops (offerta pubblica di scambio) proprio sul Banco Bpm, disse che si era mosso in chiave difensiva.
Secondo le sue informazioni, infatti, il Crédit Agricole guidato da Philippe Bressac, stava già pensando di rafforzare la propria quota oltre il 10%, e a questo scopo aveva dato mandato a JP Morgan e Deutsche Bank di rastrellare azioni sul mercato attraverso strumenti finanziari, derivati su azioni Banco Bpm che non sono mai venuti allo scoperto. Nei giorni scorsi, invece, sono passati ai francesi che ora li hanno dichiarati. Prendendo in contropiede anche il governo che per bocca di Giorgetti e Salvini aveva alzato le barricate di fronte all’avanzata di Unicredit, catalogandola come banca straniera e su cui doveva essere esercitato il golden power. Ora il governo si potrebbe trovare nella spiacevole situazione di difendere il rafforzamento in Italia di una banca francese.
La mossa di Brassac, infatti, visto che non vuole lanciare una contro Opa, ha un significato ben preciso: rendere molto difficile l’Ops di Unicredit. Salendo al 15,1% i francesi aumentano il loro potere contrattuale nei confronti di Orcel, alzando la contropartita da chiedere in cambio della consegna delle loro azioni. Che possono essere gli sportelli italiani eccedenti una eventuale fusione tra Unicredit e Banco Bpm, ma anche un allungamento del contratto di Amundi (la fabbrica di prodotti finanziari controllata dal CA) sulla rete distributiva di Unicredit in scadenza nel 2027.
Andrea Orcel giuseppe castagna
I francesi sono interessati anche ad altri pezzi di business di Banco Bpm, come il credito al consumo (Agos), dove sono già in maggioranza, e la distribuzione di prodotti assicurativi danni, che potrebbero entrare nella trattativa. Inoltre il Crédit Agricole potrebbe essere avvantaggiato anche dalle prossime mosse di Castagna, che da giorni sta studiando il modo di respingere l’attacco di Unicredit. L’idea prevalente sarebbe quella di convocare un’assemblea straordinaria prima di Natale con lo scopo di rilanciare il prezzo dell’Opa su Anima (la partecipata nel risparmio gestito), ormai troppo basso rispetto ai valori di mercato.
E nella stessa assemblea infilarci altre operazioni, come la vendita di pezzi di business della banca proprio al Crédit Agricole o ad altri. L’incasso sarebbe destinato a un dividendo straordinario a favore dei soci Banco Bpm. Age ndo in questo modo il valore in Borsa dovrebbe salire e rendere molto più costoso il rilancio di Orcel per conquistare il tutto. Con in più il rischio di trovarsi una banca svuotata dei pezzi più importanti: su Anima è in corso un rastrellamento di azioni che potrebbe costituire un blocco non disponibile a consegnare le azioni all’Opa.
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