
DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN…
HAI VOLUTO LASCIARE ALLA CINA IL MONOPOLIO TECNOLOGICO? E MO T’ATTACCHI AL CHIP – L’ULTIMO RICATTO DI PECHINO: A GIORNI IL SETTORE AUTO EUROPEO POTREBBE BLOCCARSI PER COLPA DELLO STOP CINESE ALLA FORNITURA DI SEMICONDUTTORI ALLA SOCIETÀ OLANDESE NEXPERIA (DI PROPRIETÀ CINESE) – IERI IL SEGNALE DI DISGELO: UNA CHIAMATA TRA IL MINISTRO DELL’ECONOMIA OLANDESE E QUELLO CINESE. MA LE APERTURE DI PECHINO SONO SOLO UNA MOSSA TATTICA PER METTERE PRESSIONE AGLI USA…
Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per "la Repubblica"
Quattro anni dopo il grande ingorgo globale nelle forniture di chip, la carenza di microprocessori torna a far tremare l'industria europea dell'auto. Questa volta mancano solo i circuiti di una singola azienda, Nexperia, olandese di passaporto e cinese di proprietà, finita al centro dello scontro geo-economico tra Washington e Pechino.
Ma per l'Unione europea, vaso di coccio tra le superpotenze, l'effetto rischia di essere lo stesso: un blocco della produzione. A giorni - secondo fonti di categoria sentite da Bloomberg – potrebbero fermarsi i fornitori di componenti per il settore auto. Poi nel giro di dieci, venti giorni le stesse case.
Ieri la Bild ha scritto che Volkswagen avrebbe già attivato le trattative per la cassa integrazione in vista di imminenti stop agli stabilimenti tedeschi, anche se l'azienda non ha confermato l'indiscrezione.
Il caso Nexperia è esploso all'inizio del mese, dopo che il governo olandese ha preso il controllo dell'azienda di proprietà del gruppo cinese Wingtech, ufficialmente per salvaguardare una produzione strategica messa in pericolo da una gestione considerata deficitaria, in realtà sotto la pressione degli Stati Uniti.
Maros Sefcovic - foto lapresse
Wingtech e il governo di Pechino hanno reagito con decisione, bloccando l'esportazione in Europa dei chip che Nexperia produce negli stabilimenti cinesi, non particolarmente avanzati ma decisivi per il settore auto.
Ieri si sono registrati dei segnali di disgelo, con una chiamata tra il ministro dell'Economia olandese e il suo omologo cinese, dopo la quale il Commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic ha detto che «entrambe le parti sono intenzionate a una de-escalation».
L'esito però resta tutt'altro che scontato, visto il clima di ostilità crescente tra Europa e Cina. Nei giorni scorsi ai dipendenti di Nexperia nella Repubblica Popolare è stato detto di non ascoltare più gli ordini che arrivano dall'Olanda.
Questa crisi si aggiunge alla tensione sul fronte delle terre rare, minerali essenziali per l'industria hi-tech di cui la Cina domina la produzione e su cui ha appena introdotto un regime di controllo alle esportazioni ancora più stringente.
[…] Quella che sembra una apertura cinese all'Europa va presa però con estrema prudenza. Come nel recente passato potrebbe trattarsi semplicemente di una mossa tattica di Pechino per mettere pressione agli Stati Uniti […]
Intanto queste ultime emergenze mostrano quanto piccoli siano i passi fatti finora dall'Europa e dalle sue aziende verso l'autonomia industriale, quattro anni dopo aver aperto (in teoria) gli occhi sul peso delle proprie dipendenze.
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