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VUOI VEDERE CHE ALLA FINE L’ITALIA SI ATTACCHERÀ AL DAZIO? – DIETRO ALL’OTTIMISMO PER L’AMICIZIA CON TRUMP SBANDIERATA DALLA MELONI, A PALAZZO CHIGI C’È PREOCCUPAZIONE PER LA PIEGA CHE HA PRESO LA TRATTATIVA UE-USA SULLE TARIFFE – LA FARMACEUTICA E IL VINO, SETTORI CRUCIALI PER L’EXPORT MADE IN ITALY, RISCHIANO DI PAGARE IL CONTO PIU’ SALATO. MENTRE SI PROSPETTA UNO “SCONTO” SULL’AUTOMOTIVE, CHE FAVORIREBBE SOPRATTUTTO I PRODUTTORI TEDESCHI – IN CASO DI DAZI AL 17% SULL’AGROALIMENTARE, COME MINACCIATO DA “THE DONALD”, IL PREZZO SAREBBE ALTISSIMO...

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Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “La Stampa”

 

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE

«La trattativa sui dazi va avanti giorno e notte, è molto complicata e credo che durerà fino al primo agosto», diceva ieri mattina Giancarlo Giorgetti. Una dichiarazione che ha acceso un faro nel dibattito politico sul reale stato delle trattative tra la Commissione europea e gli Stati Uniti.

 

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Una fonte di centrodestra confida che a Roma si sta vivendo con apprensione la piega che ha preso il tavolo sul commercio nelle ultime ore. Dentro il governo c'è chi teme che l'accordo finale con la Casa Bianca possa avere un effetto sfavorevole sui prodotti del Made in Italy rispetto a quelle che erano le condizioni di partenza.

 

EXPORT MADE IN ITALY

Giorgia Meloni cercherà di far valere il suo rapporto personale con Donald Trump per attenuare i riflessi dei dazi sull'Italia, allo stesso modo il ministro degli Esteri Antonio Tajani è in contatto con il capo negoziatore dell'Ue Maros Sefcovic con cui si è consultato anche negli ultimi giorni.

 

«Insieme alla presidente del Consiglio sono in costante contatto con gli altri governi», assicura Tajani che aggiunge: «Ho promosso con i nostri partner europei un approccio pragmatico e dialogante, senza però mai rinunciare alla fermezza e sempre con la massima attenzione alle esigenze del nostro tessuto produttivo. Seguo direttamente gli sviluppi anche con il Commissario Sefcovic».

 

giorgia meloni e donald trump a cena al vertice nato

Tuttavia, dietro le prese di posizione di cauto ottimismo di Palazzo Chigi e della Farnesina, a Roma cova un po' di malessere su alcuni dossier.

 

L'accordo base sui dazi tra Bruxelles e Washington – Trump permettendo – si dovrebbe chiudere al 10% con alcune eccezioni. L'Europa è fiduciosa di portare a casa un'esenzione o comunque uno sconto sugli aerei, sui superalcolici e sul comparto auto.

 

Partiamo proprio dalle tariffe al 25% sull'automotive e la componentistica. Come ha raccontato questo giornale, l'agevolazione su cui punta la Commissione riguarda le case automobilistiche che producono veicoli in America e li esportano, e che dunque potrebbero compensare i dazi per le vetture prodotte in Europa ed esportate negli States. Un meccanismo che avvantaggerebbe ad esempio le tedesche Bmw e Mercedes.

 

donald trump e la guerra dei dazi

All'Italia che rimarrebbe dunque a mani vuote sull'auto, interesserebbe ottenere un'esenzione sui vini, ma anche su questo punto non c'è certezza. Stesso discorso per i farmaci.

 

L'amministrazione americana, infatti, non sembra intenzionata a inserire nell'accordo base eccezioni per gli alcolici e i medicinali, rimandando la definizione delle aliquote per i vari settori in un secondo momento, probabilmente dopo il primo agosto.

 

I produttori dell'agroalimentare ritengono un'intesa al 10%, per quanto pesante, comunque gestibile, mentre una tariffa al 17% rappresenterebbe un colpo fortissimo per le nostre esportazioni: dai formaggi ai prosciutti fino all'olio d'oliva. Con una battuta il ministro Giorgetti ha fatto una sintesi emblematica: «Il 17 in Italia porta male».

 

donald trump e giorgia meloni vertice bilaterale improvvisato al g7 di kananaskis 1

Perciò i contatti informali tra Roma e Washington proseguono paralleli al tavolo principale di Bruxelles, con la parte italiana che spera in un occhio di riguardo di Trump, visto che su alcune materie il punto di incontro tra Usa e Ue non sembra essere equo per quelle che sono le aspettative e gli interessi italiani.

 

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E sono le aziende italiane, insieme a quelle francesi, ad alzare la voce: «L'Europa deve scegliere: competere o declinare», si legge in un documento firmato dal presidente di Confindustria Emanuele Orsini e dal suo omologo Patrick Martin.

 

giancarlo giorgetti (8)

«Raggiungere accordi equi e reciprocamente vantaggiosi, come il commercio industriale senza dazi e il riconoscimento reciproco, è alla nostra portata – avvertono – ma solo se l'Europa rimane unita. Il commercio è potere, va usato».

giorgia meloni e donald trump nello studio ovale 1 foto lapresse