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Carlotta Scozzari per Dagospia
Anche nell'ultima seduta della settimana, l'ottimismo che si respira a Wall Street, con l'indice S&P500 sempre più in alto, ha fatto da traino alle Borse europee, che hanno terminato tutte in positivo tranne che Madrid. A Piazza Affari, il Ftse Mib è cresciuto dello 0,6% chiudendo a 20.442,41 punti. Mentre lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi è sceso con decisione portandosi a 185 punti.
All'interno del listino principale di Piazza Affari, complice anche il calo del differenziale di rendimenti con la Germania, hanno corso soprattutto le banche popolari: Bpm ha guadagnato il 4,55% e, soprattutto, il Banco Popolare è volato del 4,8 per cento. Proprio oggi, il gruppo guidato da Pier Francesco Saviotti ha diffuso i numeri di bilancio del 2013 e ha svelato il nuovo piano industriale per il periodo 2016-2018.
Dopo avere archiviato l'anno scorso con perdite di 606 milioni, il Banco Popolare, tra l'altro alle prese con un aumento di capitale da 1,5 miliardi che dovrebbe partire ad aprile, per il 2016 stima un risultato netto di 609 milioni e per il 2018 di 787 milioni.
Deciso rialzo anche per Finmeccanica (+2,15%) e la controllata Ansaldo Sts (+2,48%), dopo che China Cnr Corporation e Insigma, in una nota in cui hanno manifestato un certo disappunto per alcune indiscrezioni di stampa uscite ieri, si sono dette interessate sia alla società dei sistemi di segnalamento sia a Breda (i cui conti sono decisamente meno brillanti).
Rialzo di oltre il 2% anche per Atlantia (+2,34%), Azimut (+2,72%), Saipem (+2,65%) e, soprattutto, per il gruppo guidato da Carlo Cimbri, Unipolsai (+2,91 per cento). Bene Telecom Italia (+1,23%), nel giorno in cui l'associazione dei piccoli soci dell'Asati si è detta profondamente delusa per l'esito del consiglio di amministrazione di ieri, quando la società guidata da Marco Patuano si è limitata a raccomandare una maggiore indipendenza dei componenti del cda stesso.
All'interno del Ftse Mib, nessun titolo ha chiuso con una flessione maggiore del punto percentuale. I ribassi maggiori sono stati quelli di Mps (-0,81%) e Unicredit (-0,77 per cento). Fuori dal listino principale, bene Salini Impregilo, che ha preso l'1,67% dopo l'accordo preliminare, annunciato in giornata, per il completamento dei lavori del Canale di Panama.
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