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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Natalia Distefano per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"
Sospeso lo sciopero al Teatro dell'Opera di Roma, la «prima» della Manon Lescaut di Giacomo Puccini diretta dal maestro Riccardo Muti è andata in scena al Teatro Costanzi. Ma neanche le dichiarazioni del sovrintendente Carlo Fuortes («Ha prevalso il senso di responsabilità di tutti») hanno chiarito il mistero sulla notte convulsa di trattative che ha portato alla revoca.
Per comunicare la decisione presa dai tre sindacati, Slc Cgil, Fials e Libersind hanno fatto due diverse dichiarazioni. In una di queste si ribadisce che lo stop allo sciopero è stato deciso solo per la «prima», alla quale hanno assistito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il sindaco Ignazio Marino che ha fatto sapere di essere felice di parteciparvi e del senso di «responsabilità dimostrato» nella sospensione dello sciopero. Il piano di risanamento dell'Opera, con l'adesione alla legge Bray, resta per il sindaco «irrinunciabile».
Presente anche il ministro Dario Franceschini che ha definito «un atto dovuto» la sospensione dello sciopero, «per non gettare Roma sotto i riflettori in una occasione di importanza internazionale». La minaccia si sposta ora sulle repliche dello spettacolo, diretto dal maestro Muti con la regia della figlia Chiara, a cominciare dalla prossima di domenica. «C'è tempo per salvare anche le repliche» si è limitato a dire un rappresentante della Cgil.
I sindacati promotori della protesta hanno insistito nel chiedere un incontro con le istituzioni che per il momento non risulta in calendario. Si vedranno invece oggi alle 15 i rappresentanti di Scl-Cgil, Fials-Cisal e Libersind-Confals con il direttore delle Risorse umane del Teatro dell'Opera. Al momento, però, non è ancora chiaro se all'incontro parteciperà anche il sovrintendente del Teatro dell'Opera, Carlo Fuortes che gli stessi promotori dello sciopero avevano stigmatizzato «non essere più il loro interlocutore».
La decisione di Cgil, Fials e Libersind di non impedire la prima di ieri sembra dettata anche dalla volontà di uscire dall'isolamento, vista la dura presa di posizione del sindaco, dei vertici del Teatro e delle altre sigle sindacali (maggioritarie come numero di aderenti) contrarie a impedire la «prima».
«Esiste un piano triennale che aumenterà produzione e flessibilità , con la legge Bray sono arrivati 5 milioni per pagare gli stipendi. Perché non dovremmo aderire al piano Fuortes?» hanno ribadito i sindacati Fistel Cisl e Uilcom.
Poca mondanità : presenti le sorelle Fendi, Simona Marchini, Renato Balestra, Antonella Elia, Alessio Boni e il sovrintendente della Scala Alexander Pereira.
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