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        Omar Abu Eideh per www.autoblog.it
La conferme o smentite ufficiali non arriveranno prima del 29 gennaio, quando si terrà l'annunciato consiglio di amministrazione. Intanto il Wall Street Journal anticipa che la sede fiscale del gruppo sarà in Gran Bretagna, mentre il titolo sarà quotato a Wall Street.
Quello del 29, sarà un "caldo mercoledì di gennaio" per il gruppo Fiat-Chrysler: sarà il giorno in cui avrà luogo il Consiglio di amministrazione, con tanto di discussione dei conti del colosso italo-americano; l'occasione sarà ancora più importante perché si parlerà anche della Borsa dove verrà quotato il titolo, del suo nuovo nome e della sua sede legale e fiscale, come aveva annunciato lo stesso Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat-Chrysler.
Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, l'ad potrebbe proporre al Consiglio di amministrazione la quotazione della nuova società a New York, con residenza fiscale in Gran Bretagna. A Piazza Affari rimarrebbe una quotazione secondaria del gruppo. La sede legale finirebbe in Olanda, nazione che garantirebbe diritti di governance maggiori: secondo la legislatura dei Paesi Bassi infatti, gli azionisti di maggioranza sono titolari di azioni che hanno un maggiore valore delle altre in sede di assemblea.
Quanto anticipato dal WSJ appare perfettamente in linea con le parole rilasciate dallo stesso Sergio Marchionne nella celebre intervista su La Repubblica, di cui riportiamo un estratto di quanto dichiarato dall'ad: "Fiat è quotata a Milano. Poi, andremo dove ci sono i soldi. Mi spiego: dove c'è un accesso più facile ai capitali. Non c'è dubbio che il mercato più fluido è quello americano, quello di New York, ma deciderà il Consiglio di amministrazione".
In quella occasione Marchionne aveva anche specificato che la sede della nuova società sarebbe stata decisa "anche in base alla scelta di Borsa", pur essendo questa una scelta definita dal numero uno di Fiat-Chrysler di "valore puramente simbolico, emotivo". Va specificato che Fiat, come annunciato dallo stesso Marchionne, continuerebbe a pagare "le tasse nei Paesi in cui opera. Per gli stabilimenti e insediamenti italiani paghiamo e continueremo a pagare le tasse in Italia". WSL sostiene inoltre che la sede in Olanda aiuterebbe Marchionne a non dover scegliere fra Italia e Stati Uniti, consentendo al contempo alla società di pagare meno tasse sui dividendi. Mercoledì... ne sapremo di più mercoledì.
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