Paolo Valentino per il ''Corriere della Sera''
(ha collaborato Christina Ciszek)
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Un terrorista di estrema destra assalta due bar di Hanau frequentati da immigrati e uccide nove persone. Un terrorista di estrema destra attacca la Sinagoga di Halle, piena di ebrei in preghiera, fa alcuni feriti e solo per miracolo manca la strage. Un terrorista di estrema destra uccide il prefetto di Kassel, Walter Lübcke, paladino della politica dell' accoglienza, con un colpo testa sul terrazzo di casa sua.
Tre episodi nell' arco di nove mesi. Diversi. Tutti legati a lupi solitari, o quasi (come sembra nel caso Lübcke). Ma tutti generati dallo stesso delirio ideologico: l' odio per lo straniero, il disprezzo per chi non è bianco, l' antisemitismo, il falso mito della «morte di una nazione», la leggenda nefasta del Bevoelkerungsaustausch lo scambio di popolazione, presunta minaccia esistenziale all' identità tedesca.
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C'è del marcio in Germania, se la trama dell'eversione razzista esce dalle fogne della narrazione nascosta, tracimando dal fiume carsico e mefitico del dark web e delle teorie complottistiche, per diventare azione violenta e mortifera. C'è del marcio anche perché i «cani sciolti» non sono più soli, ma agiscono in un quadro sempre più inquietante. L'ombra del terrorismo di estrema destra si stende sull' intero Paese.
Appena pochi giorni prima del massacro di Hanau, la polizia federale ha arrestato 12 uomini di età compresa tra i 20 e i 60 anni in sei Laender tedeschi. Sono accusati di aver dato vita a una cellula del terrore, il Gruppo S, che progettava attacchi a moschee e centri di accoglienza per migranti, attentati a uomini politici e rifugiati. Disponevano di armi, munizioni, granate, lingotti d' oro per finanziarsi. Il loro scopo: provocare una guerra civile, mettere in discussione l' ordine costituzionale.
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«Abbiamo sottovalutato il pericolo dell' estrema destra radicale», avverte l'ex cancelliere federale Gerhard Schroeder. Parole piene di riscontri. Secondo il Bundeskriminalamt, ci sono oggi in Germania 53 estremisti di destra considerati un pericolo per la sicurezza statale e tenuti sotto osservazione (15 nel Nord Reno-Vestfalia, 7 in Sassonia, 4 in Assia dove all' evidenza Tobias Rathjen, il killer di Hanau, non era considerato tale).
Ma qualcosa in queste cifre non funziona. L'Ufficio Federale per la tutela della Costituzione, i servizi civili, segnala infatti l' esistenza di 25 mila estremisti di destra sul territorio federale, dei quali poco più della metà sono considerati «pronti alla violenza». Ma qual è la differenza tra quelli che sono «un pericolo per la sicurezza dello Stato» e quelli «pronti alla violenza»?
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Un problema c'è, se pochi mesi fa lo stesso capo del Bundeskriminalamt, Holger Muench, aveva criticato i ministri degli Interni dei Land, sollecitandoli a rendere più omogenei i loro sistemi di valutazione della minaccia estremista. Uno dei nodi è che classificare uno come minaccia per lo Stato comporta costi aggiuntivi per il bilancio di un Land, che in quel caso ha l' obbligo di impegnare forze di polizia nell' osservazione del sospettato. Eppure è stato proprio grazie alla sorveglianza che il Gruppo S è stato sgominato prima che colpisse.
Ma perché ora? Perché all' improvviso la feccia nazista, lupi solitari o gruppi, si sente in grado di passare all' azione?
Forse la risposta ce la offre Sciascia: è cambiato il contesto. Forse non si sentono più così isolati, marginali, devianti. C'è una nuova Stimmung , un nuovo umore perfino nel Parlamento federale, il presidio della democrazia, dove i leader di AfD possono impunemente definire il nazismo una «cacca d'uccello su mille anni di storia tedesca».
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C'è in Turingia l'astro nascente dello stesso partito, Bjoern Hoecke, che per i suoi discorsi attinge senza ritegno al vocabolario nazional-socialista: racconta un'ex dirigente di AfD, ora andata via, che Hoecke e il suo stretto collaboratore Kubitschek analizzino quelli di Joseph Goebbels, il capo della propaganda hitleriana, usando poi versioni appena modificate delle sue parole chiave. Detto altrimenti, i lupi solitari hanno la percezione di una legittimazione ad agire. La democrazia in Germania non è in pericolo. Le reazioni del governo federale si muovono nella giusta direzione. Ma se è vero che il sonno della ragione genera mostri, allora è tempo di svegliarsi.