Da ''la Stampa''
jean daniel e claude perdriel, con francois mitterand
Il «favoloso destino» di Jean Daniel si è compiuto ieri, alla favolosa età di 99 anni. Scompare così il più noto, importante e a suo tempo influente giornalista francese, l' uomo che sussurrava ai presidenti, rappresentante di un' epoca marchiata per intero dalle stigmate del Novecento, dalla guerra di Liberazione dal nazismo cui partecipò nella leggendaria «division blindée» del generale Leclerc, all' uscita dal colonialismo. Ha incarnato il tormento razionale, la passione intellettuale, la concretezza del giornalismo militante.
Tutto ciò che ha rappresentato per oltre cinquant' anni il suo Nouvel Observateur, modello di rivista settimanale che fu punto di riferimento della Gauche, alla confluenza di tutte le avanzate civili e insieme teatro di accaniti scontri culturali.
jean daniel
Jean Daniel è stato il rappresentante più simbolico di questa avventura, amico fraterno di Albert Camus con cui fu spesso in contrasto, ma che è stato per lui «padrino e modello», come si legge oggi nel necrologio sul Novel Obs. La morte prematura dell' autore della Peste insieme all' editore Gallimard in un incidente stradale nel 1960 lo ha profondamente segnato.
jean daniel
Nato il 21 luglio 1920 a Blida, a una cinquantina di chilometri da Algeri, undicesimo figlio di Jules Messaoud Bensaïd, ebreo, commerciante di cereali, cresce nella casa-bottega del padre, sul boulevard des Orangers, al centro di questa grande città sulla costa del Mediterraneo. La sorella maggiore Mathilde, appassionata di letteratura francese, lo inizia prestissimo al culto di Stendhal che diventa così il suo immaginario maestro di vita nella massima della «chasse au bonheur» e fin dalle scuole medie si mette in mostra per la naturalezza e l' eleganza della scrittura.
il primo numero del nouvel observateur
Lo choc della vita gli piomba addosso il 7 ottobre 1940, data terribile per gli ebrei algerini. Il regime filo nazista di Vichy abroga il decreto Crémieux che dal 1870 accordava la naturalizzazione francese: è l' antisemitismo di Stato che sarà attuato con meticolosa ferocia dalla burocrazia francese e la deportazione di 75 mila ebrei. Jean Bensaïd ha vent' anni, deve lasciare l' università e da quel mite letterato cresciuto nell' apparente paradiso coloniale deve confrontarsi con la Storia.
Diserta l' esercito regolare, raggiunge Londra attraverso la Scozia e si arruola nella 2° divisione blindata del generale Leclerc, al comando del generale De Gaulle, che il 18 giugno 1940 aveva lanciato l' appello per la liberazione della Francia dagli occupanti nazisti. Jean non andrà mai in prima linea, tuttavia gli verrà riconosciuta la "croce di guerra" per la liberazione di Parigi.
Il dopoguerra fu per tutti un' eccitante ripresa di ogni attività, Jean si iscrive alla Sorbona, facoltà di filosofia, ma è la politica e il giornalismo che lo prendono.
jean daniel
Parigi è attraversata da una febbre di dibattito intellettuale che diventa la misura stessa della vita. E lui si ritrova, come portato da un inevitabile destino caporedattore di Caliban, una delle riviste nate in questo clima intellettuale scoppiettante. Il giornale raccoglie un areopago di personalità animate dall' idea illuminista di «rendere intellegibile il mondo»: Jean-Paul Sartre, Emmanuel Mounier, Claude Bourdet, Jean-Marie Domenach e naturalmente Albert Camus. Fuoco del dibattito era come intrecciare marxismo e democrazia, liberandosi dalla stretta ideologica e operativa del Pcf, il partito comunista, che esercitava un' indiscussa egemonia sulla cultura. Più radicale Camus, più accomodante Jean che nel frattempo aveva preso il «nom de plume» di Daniel.
nouvel observateur
L' avventura di Caliban finisce e ricomincia quella Jean Daniel che si intreccia così fortemente con la storia della Francia. Viene inviato da l' Express a coprire la guerra di liberazione algerina, è vicino a Pierre Mendès France, l' ex presidente del Consiglio che ha guidato della decolonizzazione dell' Indocina e che potrebbe essere capace di trovare una soluzione per l' Algeria. Ma Mendès lascia il governo, e Jean Daniel entra quasi subito in collisione con il ministro della giustizia François Mitterrand fautore della linea dura contro la resistenza algerina. Nasce in questa circostanza una reciproca diffidenza tra il politico e il giornalista che resterà tale fino alla fine.
jean daniel
Nel 1964 l' industriale visionario Claude Perdriel offre a Jean Daniel la direzione di un nuovo settimanale, ritorna lo spirito e il progetto del Caliban, padrini dell' operazione Mendès France e Sartre. Nasce il Novel Observateur e parte l' avventura di mezzo secolo dove i diritti e i rovesci della politica e francese si riverberano sul mercato dei giornali e delle idee.
Jean Daniel ne è stato protagonista e insieme severo ed elegantissimo osservatore e se la letteratura ha perso il romanziere che avrebbe voluto essere da «stendhaliano solare», la Francia legge oggi nella sua vita stessa uno dei suoi romanzi nazionali più emblematici.
jean daniel mitterrand