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    C'E' UN TASSELLO DA CONSIDERARE NELL'INCHIESTA SULLA JUVENTUS: LA BORSA - GLI EVENTUALI ILLECITI COMMESSI DA ANDREA AGNELLI, PAVEL NEDVED, FABIO PARATICI E GLI ALTRI INDAGATI (ANCHE PER EMISSIONE DI FATTURE PER OPERAZIONI INESISTENTI), ANDREBBERO A IMPATTARE SUGLI INTERESSI (E I PORTAFOGLI) DI MIGLIAIA DI AZIONISTI CHE HANNO FATTO LE LORO SCELTE DI INVESTIMENTO SULLA BASE DI INFORMAZIONI (BILANCI, REPORT PERIODICI, COMUNICATI STAMPA) RITENUTE VERE E CORRETTE. TANT'È CHE LA PENA PER LE FALSE COMUNICAZIONI SOCIALI NELLE QUOTATE È DA TRE A OTTO ANNI INVECE CHE DA UNO A CINQUE…


     
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    1 - JUVENTUS, NELL'INCHIESTA PLUSVALENZE ANCHE I COMPENSI DEI PROCURATORI

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    Massimiliano Nerozzi e Simona Lorenzetti per il "Corriere della Sera"

     

    «Mandati fittizi» per i rinnovi contrattuali (praticamente scontati) dei giocatori della Juventus. È questo uno dei capitoli investigativi su cui stanno lavorando gli uomini del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Torino che negli ultimi sei mesi hanno analizzato le svariate voci messe a bilancio dal club bianconero. Nel mirino della Procura non c'è solo una «gestione malsana delle plusvalenze», queste ultime utilizzate quale autentico strumento «salva bilanci».

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    Ma s' indaga anche su presunte operazioni «opache» - così le definiscono gli inquirenti - che hanno fatto nascere un sospetto: che nell'ambito delle trattative per l'acquisto o la cessione di giocatori, oltre a quelle per i rinnovi contrattuali di chi era saldamente inamovibile, venisse riservato un trattamento economico speciale, proprio ai procuratori. In sostanza: compensi che non corrisponderebbero alle prestazioni effettivamente rese, secondo l'ipotesi investigativa.

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    È infatti vasto il materiale documentale sequestrato dalle Fiamme gialle nelle perquisizioni di venerdì sera, su delega dei pubblici ministeri Mario Bendoni, Ciro Santoriello e dell'aggiunto Marco Gianoglio: nell'ambito di un'inchiesta che ipotizza i reati di false comunicazioni sociali e fatture per operazioni inesistenti nei confronti di Andrea Agnelli, del vicepresidente Pavel Nedved, dell'ex ds Fabio Paratici e di un manager (e due ex) dell'area finanza.

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    Al di là di queste contestazioni, c'è anche il filone che riguarda gli agenti, appunto. Al netto dei valori di acquisto dei singoli giocatori o della retribuzione dello stipendio, il passaggio di un atleta da una squadra all'altra comporta anche il pagamento di un procuratore, ovviamente: quello che rappresenta il campione - o l'aspirante tale - e che alla firma del contratto riceve una commissione in base a una percentuale calcolata sul valore dell'affare.

     

    Proprio la voce «commissioni» è iscritta a tutti gli effetti nei bilanci. Basta dare un'occhiata agli importi spesi tra il 2018 e il 2021, gli anni finiti sotto la lente della Procura, per capire che si sta parlando di grosse cifre. Secondo calcoli a suo tempo fatti dalla Federcalcio, nel 2019 dalle casse della Juventus erano usciti 44,3 milioni di euro per pagare le «parcelle» dei procuratori. Spesa poi ridotta a 20,8 milioni nel 2020, dato sempre al top tra le squadre italiane. Pesa sicuramente la presenza sul prato delle superstar, a partire da Cristiano Ronaldo, ma fino a un certo punto se la «commissione capitalizzata» dell'agente di Emre Can fu di 15,8 milioni di euro (nel 2019).

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    Muovendo i campioni o presunti tali, gli agenti sono diventati i padroni del giocattolo, gonfiando i costi del pallone a dismisura: non solo quelli della Juve. Anche se nei libri mastri bianconeri ci sono notevoli esempi: per il passaggio di CR7 dal Real ai bianconeri, Jorge Mendes ha incassato 11,5 milioni di euro; mentre Mino Raiola, nei quattro anni (2012-2016) in cui ha tutelato gli interessi di Paul Pogba (oggi al Manchester United) ha incassato complessivamente sui 36,4 milioni.

     

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    E proprio riguardo a Ronaldo e alla sua «carta famosa che non deve esistere teoricamente» (su compensi arretrati), i pm potrebbero ascoltare come testimone Cesare Gabasio, esperto in diritto dello sport e da gennaio general counsel della Juve, con il compito di riportare direttamente al presidente Agnelli. A insospettire gli inquirenti non sono i compensi delle estenuanti trattative che vanno avanti per settimane durante il calciomercato, ma quelle operazioni in cui tutto è già deciso a tavolino, e dove la firma è pressoché scontata.

     

    cristiano ronaldo e il procuratore jorge mendes 4 cristiano ronaldo e il procuratore jorge mendes 4

    Sotto la lente della Procura ci sono anche gli scambi - operazioni a «specchio» - tra le società a parità di costo dei calciatori con lo scopo di creare plusvalenze. E negli atti dell'inchiesta «Last Banner», sulle estorsioni degli ultrà al club (2018/19), da un'intercettazione tra un giocatore e un amico saltò fuori un sospetto che i poliziotti della Digos definirono «di assoluta gravità» (ma mai contestato): che alcune trattative di calciatori andassero «a buon fine esclusivamente dietro pagamento di soldi in nero». Agli agenti.

     

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    2 - L'«AGGRAVANTE» BORSA E IL REBUS CONTABILE LA VERIFICA DELLA CONSOB

    Mario Gerevini per il "Corriere della Sera"

     

    Plusvalenze sospette e false comunicazioni sociali. È su queste due ipotesi, una investigativa e l'altra di reato, che si muove l'inchiesta della procura di Torino sui bilanci della Juventus. Ma con quattro «aggravanti», diciamo così:

     

    1) il rango del club (amato/odiato da milioni di tifosi);

    2) la quantità di episodi (per un totale di 282 milioni in 3 anni);

    3) il fatto che sia quotato in Borsa;

    4) l'appartenenza al gruppo Exor (quotato) che a sua volte redige un bilancio consolidato sulla base dei consuntivi delle controllate. La questione Borsa (Juve ed Exor) è tutt' altro che un dettaglio, perché gli eventuali illeciti commessi da Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici e gli altri indagati (anche per emissione di fatture per operazioni inesistenti), andrebbero a impattare sugli interessi (e i portafogli) di migliaia di azionisti che hanno fatto le loro scelte di investimento sulla base di informazioni (bilanci, report periodici, comunicati stampa) ritenute vere e corrette.

     

    STS HITACHI CONSOB STS HITACHI CONSOB

    Tant' è che la pena per le false comunicazioni sociali nelle quotate è da tre a otto anni invece che da uno a cinque. Nel recente passato il reato di false comunicazioni sociali è stato contestato nelle inchieste su Mps con condanne a sei anni, Saipem (tutti assolti), Banca Popolare di Bari (non quotata ma con azioni diffuse al pubblico). Altro effetto immediato è la discesa in campo della Consob, l'Autorità di tutela del mercato finanziario che ha una sua task force investigativa con competenze tecniche mirate e spesso complementari a quelle dell'autorità giudiziaria.

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    La Juventus, tuttavia, ha subito messo in chiaro in una nota ufficiale di ritenere «di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità ai principi contabili e in linea con la prassi internazionale della football industry e le condizioni di mercato».

     

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    Si preannuncia una battaglia «di fino» sull'interpretazione delle leggi contabili nella «variante» calcio. Ma per quanto la materia delle valutazioni dei calciatori sia opinabile il club dovrà spiegare il tenore di certe intercettazioni («gli ammortamenti e tutta la m... che sta sotto e non si può dire») e su quali basi siano stati supervalutati giocatori di scarso valore. C'è poi il capitolo Ronaldo, forse più scottante di quanto appaia. Uno degli intercettati si è lasciato sfuggire un commento su una «carta famosa che teoricamente non deve esistere».

     

    AGNELLI CRISTIANO RONALDO JUVENTUS BENEVENTO AGNELLI CRISTIANO RONALDO JUVENTUS BENEVENTO

    Cioè? Un accordo segreto? E perché non deve esistere? Ronaldo ha rappresentato nel bene (sportivo) e nel male (costi) un asset fondamentale anche del bilancio, anzi ha condizionato pesantemente gli ultimi esercizi: tutto ciò che riguarda i rapporti economici Juve-Ronaldo dovrebbe essere alla luce del sole e dei conti. Il tema delle plusvalenze, ridotto all'essenziale, sta in questi termini: nelle compravendite esse si realizzano iscrivendo in bilancio il prezzo di vendita di un giocatore superiore al costo di acquisto al netto degli ammortamenti.

     

    Nei conti della Juve al 30 giugno 2019-2020-2021, chiusi tutti in rosso, i magistrati individuano 282 milioni di plusvalenze sospette su 322 milioni contabilizzati. In questa ipotesi - tutta da dimostrare e che il club respinge - significa che, sebbene in rosso, quei bilanci «gonfiati» avrebbero dovuto chiudere con perdite ben più rilevanti secondo i pm: 171 milioni anziché 39 nel 2019, 209 anziché 89 nel 2020 e 240 invece di 209 nel 2021. Allarghiamo l'orizzonte restando in questa prospettiva.

     

    cristiano ronaldo e andrea agnelli cristiano ronaldo e andrea agnelli

    Il rebus contabile potrebbe anche alzarsi di livello, ovvero salire nella Exor, la holding di partecipazioni della famiglia Agnelli-Elkann (Stellantis, Cnh, Ferrari, gruppo editoriale Gedi), per il semplice fatto che nel suo bilancio consolidato confluiscono, influenzandolo, anche i risultati del club bianconero, controllato al 63,8%.

     

    Intanto il club è pronto a piazzare sul mercato l'aumento di capitale da 400 milioni autorizzato dalla Consob che però nel frattempo ha sottoposto la società - si legge nella Nota di sintesi dell'operazione - «a una verifica ispettiva in merito alla voce "Proventi da gestione diritti calciatori" iscritta nei bilanci al 30 giugno 2020 (complessivamente pari a euro 172 milioni) e al 30 giugno 2021 (complessivamente pari a euro 43,2 milioni)». Dunque il club «è esposto al rischio che ad esito della verifica ispettiva in corso la Consob adotti provvedimenti sfavorevoli per il Gruppo».

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