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    CALENDA GRECA: IL RINNOVATO ATTIVISMO DEL MINISTRO DELLO SVILUPPO CHE POLEMIZZA CON RENZI SULLE TASSE, PARTECIPA AL CONVEGNO DI RUTELLI SULL’EUROPA E APRE ALLO IUS SOLI – IL SUO NOME AGITA IL CENTRODESTRA, SALVINI STOPPA BERLUSCONI: “LUI A CAPO DEL GOVERNO? IPOTESI IRREALIZZABILE”


     
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    Alessandro Di Matteo per www.lastampa.it

     

    CALENDA MATTARELLA CALENDA MATTARELLA

    Non farà un proprio partito e, allo stato, sembra che non sarà nemmeno candidato, ma Carlo Calenda non pare affatto intenzionato a osservare da spettatore la prossima campagna elettorale. Il ministro dello Sviluppo economico è sempre più attivo, non solo sulle materie di sua stretta competenza, e il suo possibile ruolo dopo le elezioni già agita il centrodestra: solo nella giornata di ieri ha polemizzato con le proposte fiscali di Matteo Renzi, ha criticato Michele Emiliano sull’Ilva, ha partecipato a un convegno sull’Europa organizzato da Francesco Rutelli e ha anche tenuto a precisare che lo Ius soli, se fosse per lui, andrebbe approvato subito.

     

    Un protagonismo a tutto campo che, come raccontato ieri da La Stampa, viene osservato con attenzione da Silvio Berlusconi e da Gianni Letta, che cominciano a vederlo come uno dei possibili premier per un eventuale nuovo governo di larghe intese dopo il voto.  

     

    LA LINGUETTA DI CARLO CALENDA LA LINGUETTA DI CARLO CALENDA

    La prospettiva non piace affatto a Matteo Salvini: «È un’ipotesi irrealizzabile. Gli italiani meritano stabilità, chiarezza e serietà. E poi ricordo che Calenda ha sempre difeso e sostenuto quelle politiche europee che sono uno dei problemi e una delle condanne dell’Italia». Senza contare, appunto, che proprio ieri Calenda ha difeso lo Ius soli: «Spero che non slitti alla prossima legislatura - ha detto il ministro - perché penso sia un passaggio di civiltà che va nel senso di avere un’immigrazione più integrata. Nel Consiglio dei ministri il presidente Gentiloni ne ha sempre parlato come di una priorità del governo». 

     

    Ma se Calenda, con l’uscita sullo Ius soli, riafferma la sua collocazione nel campo del centrosinistra, la presa di distanze da Renzi è però netta. Il ministro replica alla proposta «scaricare tutto, scaricare tutti» avanzata dal leader Pd, se Renzi propone un piano di riduzione delle tasse basato su una «tregua fiscale» e, appunto, sulla possibilità per tutti di scaricare dal fisco qualunque ricevuta, su Twitter Calenda replica: «La mia opinione Matteo: ma se invece di slogan “meno tasse e più deficit per tutti” il Pd proponesse un programma in linea con le tante cose buone e serie fatte da te e Gentiloni?».  

    calenda incrocia le dita calenda incrocia le dita

     

    Un richiamo che sembra la bozza di un programma di governo: «Più investimenti, meno costo del lavoro; più riforme, meno debito; giovani e imprese al centro; meno veti locali, più concorrenza». E sull’Ue aggiunge: «L’Europa deve anche saper proteggere con una governance assertiva che possa essere percepita dai cittadini». Un posizionamento attento: nel centrosinistra, ma distante da Renzi, europeista ma con toni critici, a favore del mercato e delle imprese. Appunto, un nome che può unire dal Pd a Fi, passando per i centristi, dopo il voto.  

     

    Renzi, sempre su Twitter, replica con fair play, consapevole che il ministro può diventare un protagonista importante: «Lavoriamoci, Carlo. Come sai la posizione “più deficit” era spinta da diversi ministri, quando eravamo insieme a Palazzo Chigi. Sul “meno tasse” si tratta di capire come, quando e cosa. Sul resto sono d’accordo: aspettiamo te e le tue idee. Al lavoro, per l’Italia». 

    CARLO CALENDA PIER CARLO PADOAN CARLO CALENDA PIER CARLO PADOAN

     

    Luigi Di Maio, candidato premier M5S, usa la vicenda per andare a caccia di voti leghisti: «Chi vota Lega sappia che rischia di trovarsi premier Calenda. Cioè a dire uno che sostiene proprio quei trattati che stanno massacrando i nostri artigiani e i nostri agricoltori». Le larghe intese per Di Maio sono una possibilità concreta perché «le coalizioni si sfalderanno il giorno dopo le elezioni», e M5S a chiederà il suo «voto utile» proprio contro il nuovo governo Pd-Fi: «Noi saremo la prima forza politica impedendo a Forza Italia e Pd di raggiungere il 51% e fare l’inciucio. Chiederemo l’incarico di governo e la fiducia». 

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