Estratto dell’articolo di Paolo Ferrari per “Libero quotidiano”
CARLO NORDIO
«Mi pare evidente che qualcuno abbia deciso di “abusare” della fiducia di Carlo Nordio», afferma Enrico Costa, deputato e responsabile giustizia di Azione. Nel mirino dell'ex ministro degli Affari regionali durante i governi Renzi e Gentiloni è finita in questi giorni la Commissione di via Arenula incaricata di dare attuazione alla riforma […] Cartabia […].
[…] Trattandosi di una riforma fatta con legge delega, il governo doveva emanare i relativi decreti attuativi. La scadenza, inizialmente fissata al 21 giugno scorso, in considerazione della marea di dossier ereditati, era stata spostata di sei mesi con un emendamento all'ultimo decreto Pnrr.
CODICE NORDIO - POSTER BY MACONDO
[…] Purtroppo, qualsiasi spiraglio di cambiamento rischia ora di rimanere nel libro dei sogni in quanto Nordio ha deciso, su 26 componenti della Commissione, di nominare ben 18 magistrati i quali si sono dati subito da fare, riuscendo in poche settimane nell'impresa di “sterilizzare” i punti critici della riforma Cartabia che avrebbero potuto impensierire i colleghi. Vedi, appunto, il fascicolo delle performance.
Le “gravi anomalie” che avrebbero dovuto penalizzare la carriera del magistrato, ad esempio il rigetto delle richieste cautelari o la riforma e l'annullamento delle sue decisioni, saranno tenute in considerazione, si legge nella bozza del decreto, «ove assumano, anche in rapporto agli esiti delle decisioni e delle richieste adottate dai magistrati appartenenti al medesimo ufficio,
CARLO NORDIO E MARTA CARTABIA
In altri termini, il magistrato deve sbagliare 60 processi su 100 per poter essere valutato negativamente. Per non parlare delle decine di magistrati distaccati presso i ministri che la riforma voleva far tornare a lavorare nei tribunali. Il taglio dei magistrati “fuori ruolo” sarà del 10% appena, per altro non toccando quelli in servizio al Ministero della giustizia, al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Csm e agli Organi costituzionali. «Io credo che i magistrati nominati da Nordio nella Commissione non debbano stravolgere la volontà del legislatore», prosegue Costa.
CARLO NORDIO
La strada è però quanto mai stretta. Il Parlamento ha esaurito il proprio potere di intervento e si limiterà ad esprimere un parere finale sui decreti redatti dalla Commissione “togata”. L'ultima parola attenderà al governo nelle prossime settimane e prima ancora a Nordio che dovrà presentare tali decreti a Palazzo Chigi per l'approvazione definitiva. C'è da augurarsi che il Guardasigilli non si faccia condizionare dai suoi ex colleghi.