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    IL NAUFRAGIO DELLA CONCORDIA - TESTE IN LACRIME: “MI FU ORDINATO DI DIRE AI PASSEGGERI CHE C’ERA UN BLACK-OUT E CHE DOVEVANO TORNARE NELLE CABINE”


     
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    Da "corriere.it"

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    Le fu ordinato di dire ai passeggeri che «era tutto sotto controllo», che «c'era un black out» e che «dovevano tornare nelle cabine» ma «le persone erano agitate e volevano salire sulle scialuppe. Però non avevamo un ordine del comando» in tal senso: così, stamani a Grosseto, piangendo più volte, la peruviana Jacqueline Elisabeth Abad Quine, assistente del direttore di crociera della Costa Concordia, ricostruisce il naufragio al Giglio.

    IL RIBALTAMENTO DELLA COSTA CONCORDIAIL RIBALTAMENTO DELLA COSTA CONCORDIA

    La testimone è la stessa visibile nei video girati dai passeggeri radunati nell'area muster station dopo l'urto della nave e il blackout che fece accendere le luci di emergenza. «Il mio compito era calmare i passeggeri e di avviarli all'imbarco», spiega la teste. «Chiamavo il mio capo, il direttore di crociera Francesco Raccomandato, che mi rispose: l'equipaggio sta spaventando i passeggeri. Dì all'equipaggio che si deve tornare nelle cabine».

    Costa ConcordiaCosta Concordia

    Poi «feci il mio primo annuncio ai passeggeri in italiano, inglese e spagnolo». Sempre Jacqueline Abad ricorda, tra l'altro, che «c'erano bambini abbracciati ai genitori, due bimbi si erano persi e col mio staff li cercavamo». E mentre piange spiega: «Rivivere tutto daccapo è veramente pesante».

     

     

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