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Giuseppe Pullara per il "Corriere della Sera-Roma"
Doveva essere inaugurata nel gennaio strapassato, secondo le promesse dell'ex sindaco e del progettista Fuksas. E invece stamattina ci sarà un'altra visita al cantiere, con fanfare e fascia tricolore del primo cittadino. La Nuvola dell'Eur è l'edificio inesistente più famoso del mondo oltre la mitica Torre di Babele. Se ne cominciò a parlare nell'anno giubilare Duemila e l'idea di un edificio «sospeso» per aria piacque ai media tanto che da subito lo descrissero come fosse già funzionante.
Invece il Centro congressi Italia ancora non esiste poiché al momento, e ancora per oltre un anno se tutto andrà bene, è solo un cantiere fatto di cemento, acciaio e vetro. La costruzione è al 76% (parola di Pierluigi Borghini, presidente di Eur Spa, committente) per una spesa di circa 200 milioni. Se si trovano altri 170 milioni si finisce. L'impegno è di arrivare un momento prima dell'Expò di Milano del 2015 anche per non perdere la faccia con l'ex «capitale morale».
La Nuvola, una costruzione interna a un'altra, 5 mila tonnellate di acciaio ricoperte da un telo Atex microforato che le renderà «leggere», doveva rappresentare lo slancio verso la Modernità di una Roma impegnata a riqualificarsi nell'immagine ma anche a rilanciare il suo potenziale economico agganciando il lucroso circuito internazionale dei congressi. Una prova che, visto il carattere della città , appariva temeraria. Ed infatti Roma non l'ha superata.
Siamo al sesto anno di cantiere e manca ancora un quarto del lavoro: per un'opera che in Francia (parola di Duccio Astaldi, il costruttore) sarebbe ultimata in due anni e mezzo. Ci sono state polemiche di ogni tipo: ricorsi al Tar, Fuksas sospettato dall'appaltatore di essere impreciso, il costruttore accusato dall'architetto di essere inadeguato, e ora mancano i parcheggi e ora mancano i collegamenti e di continuo, soprattutto, mancano i soldi.
La Nuvola ha incrociato la crisi, è vero, ma la crisi ha rivelato che né allo Stato (al 90% azionista di Eur Spa) né al Comune (10%) è importato nulla dell'aspirazione alla Modernità della Capitale. Le varianti ai lavori hanno seguito i tempi burocratici delle palazzine di periferia, i finanziamenti sono stati considerati al pari di una spesa futile.
Il Sistema Roma non ha fatto sistema e la Nuvola ha avuto il trattamento di un fastidioso problema inutile. Nessuno ha mostrato di capire il vero, ambizioso, senso di un'operazione che è tuttavia nata monca, non essendo completata da un piano organico di sviluppo del quartiere più moderno della città .
Ormai da anni la Nuvola ci avrebbe dovuto dimostrare di essere un volà no per l'economia romana ma ci ha solo mostrato l'incapacità , culturale prima che operativa, di Roma nel perseguire un obbiettivo strategico. Quanto alla gestione del mega Centro congressuale, la mancata vendita dell'hotel che doveva finanziarlo la dice lunga sul futuro. Del resto il totale fallimento della Nuova Fiera di Roma, per cui è nata la Nuvola, indica ulteriori incapacità dei manager romani. Prendiamoli in Cina, come ha fatto il Maxxi.
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