carlo de benedetti
De Benedetti festeggia il primo anno di ‘Domani’ e conferma la nascita della Fondazione
“La nascita della Fondazione Domani è avvenuta entro il 2020 com’era nei programmi e dopo l’autorizzazione della Prefettura.”
Carlo De Benedetti ha smentito così la notizia pubblicata da Tag43 e ripresa oggi da Dagospia che diceva “il quotidiano Domani il futuro non sarà in una fondazione”.
De Benedetti tra l’altro ha deciso di festeggiare il primo anno di vita del quotidiano con un incontro dedicato all’Interno del Festival di Dogliani domenica 5 settembre.
Giovanna Predoni per https://www.tag43.it
stefano feltri carlo de benedetti
Giornali in manovra, in vista di un autunno che promette drastici interventi e ristrutturazioni. Due gli episodi più significativi, che riguardano aziende un tempo accomunate dallo stesso editore, ovvero Carlo De Benedetti. L’ingegnere, dopo averci a lungo pensato, ha rinunciato al progetto di fondazione cui doveva confluire il Domani, ovvero il quotidiano da lui fondato nell’aprile del 2020 ora alle prese con un ricambio della prima linea manageriale.
DE BENEDETTI RINUNCIA AL PROGETTO DI FONDAZIONE
Come anticipato da Tag43, il direttore generale Stefano Orsi, un ex manager di Armani, ha lasciato la casa editrice. Per sostituirlo De Benedetti aveva pensato a una sua vecchia conoscenza, Marco Moroni, a lungo dirigente di Gedi prima che l’arrivo di John Elkann lo costringesse a migrare al gruppo Class. Moroni però, dopo aver accarezzato l’idea, ha declinato l’offerta.
marco damilano foto di bacco
Ora, alla viglia del festival di Dogliani, dove De Benedetti vive parte dell’anno e che a settembre ospita editori e direttori per fare il punto sulle prospettive (ahinoi fosche) dell’editoria, si capirà qualcosa di più sul perché l’Ingegnere ha rinunciato a quello che era un suo chiodo fosso fin dai tempi di Repubblica, quando anche per il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari pensava a un futuro che ne assicurasse l’indipendenza con la veste giuridica della fondazione. Che ora però passa in cavalleria. Forse l’Ing non ha trovato partner disposti a seguirlo nel progetto e ha pensato bene di continuare con lo status quo?
MAURIZIO SCANAVINO E JOHN ELKANN
GEDI HA DECISO DI VENDERE L’ESPRESSO
Movimenti anche in casa Gedi, dove la proprietà ha deciso, dopo molti tentennamenti, di mettere sul mercato L’Espresso, ovvero la storica testata che per lungo tempo ha dato il nome a tutto il gruppo. Il settimanale, che ora esce la domenica come supplemento di Repubblica, non rientra più nei piani di un gruppo che procede speditamente alla digitalizzazione dei contenuti e al contemporaneo progressivo ridimensionamento della carta, che per altro ancora genera la maggior parte dei ricavi della casa editrice.
L’Espresso, con i suoi 26 giornalisti, fa attualmente parte della divisione periodici di Gedi. Ma non è un mistero che l’azienda stia pensando alla creazione di una società ad hoc dove farlo confluire insieme alle altre testate periodiche del gruppo, tra cui Limes e National Geographic.