• Dagospia

    PERFETTA FORMA ATLETICA – LE ZERO MEDAGLIE DEL 2016 DI RIO, I DISASTROSI RISULTATI ALL’EUROPEO DI BERLINO FINO ALLA RINASCITA DI TOKYO: COME IN POCHI ANNI L’ATLETICA È RISOLTA DALLE CENERI – MERITO DEL METODO LA TORRE, IL DIRETTORE TECNICO CHE HA AZZERATO TUTTO, APRENDO AGLI ITALIANI DI SECONDA GENERAZIONE NEL MEZZOFONDO E NELLA VELOCITÀ E RIPARTENDO DA UN RICAMBIO GENERAZIONALE – IN GIAPPONE SONO STATI CONVOCATI IN 76. E PER PARIGI 2024 SI PUNTA AD AVERE…


     
    Guarda la fotogallery

    Cosimo Cito per "la Repubblica"

     

    Antonio La Torre Antonio La Torre

    Corre l'anno 2018 e l'atletica italiana è un fantasma che si aggira per i campionati. Nell'Europeo di quell'anno, sulla pista blu dell'Olympiastadion di Berlino, si tocca il punto più basso: quattro bronzi in gare di pista, più due podi di squadra nelle maratone, Italia 21ª potenza del Vecchio continente, sopravanzata anche da Grecia, Portogallo, Svizzera, Turchia e Israele. Non è preistoria, ma tre anni fa. Parte il redde rationem, paga il direttore tecnico azzurro Elio Locatelli e per la successione l'allora presidente federale Alfio Giomi sceglie Antonio La Torre.

     

    ATLETICA ATLETICA

    Esisteva, ed esiste tutt' ora, un gruppo di atleti top, l'Atletica Élite Club, una quarantina di nomi di interesse nazionale. In quel drammatico 2018 agli atleti e ai loro tecnici vengono decurtati assegni di studio e contributi e si crea una spaccatura tra quelli gli inseriti nei gruppi sportivi militari e i "civili": i secondi devono arrangiarsi come possono. Si perdono nomi, se ne acquistano degli altri. La Torre punta sulla decentralizzazione: l'antico invito del mentore di Mennea Carlo Vittori, "torniamo tutti a Formia", si disperde.

     

    jacobs tamberi jacobs tamberi

    Chi può si organizza per proprio conto, con allenatori privati o dei propri club di appartenenza, ma resta nell'orbita federale. Cambia poi il criterio di appartenenza all'Élite Club: si passa al modello biennale. E nel 2019 (poco dopo gli 11 minuti magici di Tokyo l'intervista è ricomparsa su canali social della Fidal) La Torre dice: «Adesso dobbiamo alzare l'asticella. E Jacobs si trasferirà a Roma col suo tecnico Paolo Camossi. Sono sicuro che Marcell potrà stupirci, e anche tanto ». Fa altri nomi: Tortu, Trost, Desalu, Tamberi. Si punta al ringiovanimento, le discipline di campo (corse, lanci, salti) diventano centrali. Entrano molti italiani di seconda generazione nel mezzofondo e nella velocità, ma cambia la mentalità.

     

    Antonio La Torre 2 Antonio La Torre 2

    I mezzofondisti, ad esempio, trascorrono lunghi periodi di allenamento in Kenya, le staffette (con il tecnico Filippo Di Mulo) diventano centrali, un vero e proprio laboratorio per la velocità. La struttura che dipende da La Torre è divisa in sette macroaree, ognuna gestita da un "advisor" e alcuni "tutor", affiancati ai tecnici privati e in continuo contatto con il direttore tecnico.

     

    Gli atleti vengono monitorati, seguiti, inseguiti, chiamati per nome. Si crea una sorta di grande famiglia azzurra. I convocati per i Giochi di Tokyo sono 76, un numero esagerato solo in apparenza. «Non siamo venuti a fare shopping al Villaggio olimpico» spiega La Torre al suo arrivo, «chi è qua se l'è meritato, oltre il 60% dei convocati avrà meno di 30 anni a Parigi 2024».

     

    marcell jacobs gianmarco tamberi tokyo 2020 marcell jacobs gianmarco tamberi tokyo 2020

    Ne avranno 25 o meno Alessandro Sibilio, qui in finale nei 400 ostacoli, e Nadia Battocletti, che oggi nei 5000 battaglierà con etiopi e kenyane. Ha 25 anni Daisy Osakue, in finale nel lancio del disco, e appena 23 Sara Fantini, finalista nel martello. «Se c'è un giovane che merita di andare a Tokyo, anche se ha 18 anni, lo porterò» diceva La Torre. «Abbiamo portato una delegazione ampia per premiarli del lavoro fatto in questi anni» il commento del nuovo presidente federale Stefano Mei, che al secondo giorno della sua prima Olimpiade nella nuova veste ha raccolto due ori, come all'atletica italiana non accadeva dal 2004.

     

    marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020

    Si partiva da zero, da Rio 2016: nessuna medaglia. Ora sono italiani il più veloce e l'uomo che salta più in alto al mondo. Una doppietta simile a quella del 1980, Pietro Mennea oro nei 200, Sara Simeoni oro nell'alto, e vengono i brividi. E ora sono italiani i due record europei dei 100 e dei 200. Un giorno, all'improvviso, ci siamo svegliati così.

    marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 2 marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 2 marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 1 marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 1 MARCELL JACOBS MARCELL JACOBS MEME SULLA VITTORIA DI MARCELL JACOBS MEME SULLA VITTORIA DI MARCELL JACOBS MUTAZ BARSHIM E GIANMARCO TAMBERI MUTAZ BARSHIM E GIANMARCO TAMBERI GIANMARCO TAMBERI E MARCELL JACOBS GIANMARCO TAMBERI E MARCELL JACOBS MUTAZ BARSHIM E GIANMARCO TAMBERI MUTAZ BARSHIM E GIANMARCO TAMBERI MUTAZ BARSHIM E GIANMARCO TAMBERI MUTAZ BARSHIM E GIANMARCO TAMBERI LA TELEFONATA DI GIOVANNI MALAGO A DRAGHI DOPO LA VITTORIA DI TAMBERI E JACOBS LA TELEFONATA DI GIOVANNI MALAGO A DRAGHI DOPO LA VITTORIA DI TAMBERI E JACOBS MUTAZ BARSHIM E GIANMARCO TAMBERI MUTAZ BARSHIM E GIANMARCO TAMBERI marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 2 marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 2 marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 3 marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020 3

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport