DANIELE SPARISCI per il Corriere della Sera
binotto
Continua a scusarsi Charles Leclerc dopo il terribile errore che ha provocato il doppio ritiro in Austria. L'autoscontro è alle spalle, ma non ha cancellato il disastro in classifica. E ha mortificato l'analisi comparativa dei dati fra la macchina che ha girato il 5 luglio al Red Bull Ring e quella aggiornata dello scorso fine settimana.
Non solo: in fabbrica fanno gli straordinari per ricostruire i pezzi nuovi distrutti nell'impatto. Ieri a Maranello c'è stato un lungo briefing per cercare la configurazione per il Gp d'Ungheria, domenica è già uno spartiacque della stagione.
coletta
Alcune novità aerodinamiche, come l'ala anteriore, che hanno funzionato saranno confermate. Potrebbero arrivarne altre, serve una cura miracolosa per «resuscitare» la SF1000, nata molto male. Nelle prossime settimane Mattia Binotto si giocherà gli ultimi gettoni di fiducia: senza una reazione John Elkann e Louis Camilleri potrebbero scegliere soluzioni traumatiche.
L'a.d. starebbe già lavorando a un'alternativa nel caso la situazione precipitasse, circola il nome di Antonello Coletta, attuale responsabile delle competizioni Gt. È come se all'improvviso emergano i nodi dell'era post-Marchionne. Strumenti obsoleti - il nuovo simulatore sarà operativo dopo l'estate -, vertici silenziosi e poco abituati a muoversi sui tavoli della F1, «metodologie da rivedere» secondo lo stesso Binotto.
binotto
L'organizzazione «orizzontale» che ha premiato le seconde e terze linee producendo comunque buone vetture, nel 2017 e 2018, sembra essersi inceppata con la scomparsa di un leader carismatico quale era Marchionne.
Che non interferiva sulla progettazione, ma alzava la voce quando serviva. A differenza di altre squadre come la McLaren, rinforzate dalla campagna acquisti (James Key direttore tecnico dalla Red Bull, e Andreas Seidl team principal dalla Porsche), la Ferrari è rimasta autarchica. Solo che la vena creativa si è asciugata e mentre la Mercedes - impossibile da riprendere con queste regole - rivoluziona il volante con il «Das», i rossi studiano i dati.
camilleri elkann ferrari
Nella doppia veste di team principal e coordinatore tecnico, Binotto si affida a cinque uomini per dirigere la scuderia: Enrico Cardile (aerodinamica), Simone Resta (chassis), Enrico Gualtieri (power unit), Matteo Togninalli (capo degli ingegneri in pista) e Laurent Mekies (direttore sportivo). Gli spifferi segnalano differenze di vedute sull'indirizzo da prendere.
La confusione appesantisce dodici mesi in cui Binotto ha speso enormi energie in battaglie politiche: la riforma 2021 slittata al 2022, il tetto alle spese, il nuovo Patto della Concordia. Infine la logorante inchiesta Fia sui motori 2019 conclusa con l'accordo segreto del quale oggi si pagano le conseguenze. Perché la quasi certezza è che la maggior parte dei problemi derivi dall'aver progettato aerodinamica e telaio sui livelli di potenza della vecchia power unit.
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Per poi essere stati costretti a cambiare in corsa quando per effetto delle nuove direttive sono mancati i cavalli, tanti. In quest' ottica risulta incomprensibile aver avallato il congelamento di motori e telai per il biennio in corso. Se erano in ritardo perché hanno detto sì? È uno dei tanti misteri della Rossa sparita.
LECLERC TOCCA VETTEL
vettel leclerc