Lettera di Marco Tullio Giordana al “Corriere della Sera”
marco tullio giordana
La sfortuna, anche di figure pittoresche (ma generose) non è mai cosa che fa esultare. Certi sorrisi che vedo dipingersi per un personaggio e una persona come Vittorio Cecchi Gori in disgrazia, fanno male, molto male Quello che mi chiedo sul caso Cecchi Gori, non riguarda la sua vicenda giudiziaria. Il problema che pongo non è tanto in merito alla condanna (la legge deve essere uguale per tutti, le sentenze non si commentano, etc.), quanto sulla possibilità che al produttore, malato gravemente e non «diplomaticamente», non sia concesso di scontare ai domiciliari la pena di 8 anni e 5 mesi e 26 giorni.
cecchi gori
Le fortune (in particolare i film «Mediterraneo» (1991), «Il postino» (1994) e «La vita è bella» (1997) che gli hanno regalato le soddisfazioni più grandi: tre Oscar) e anche le cadute di Vittorio Cecchi Gori sono note a tutti, anche perché è da sempre sotto i riflettori. La possibilità di delinquere e combinare danni, ammesso che ne esista la volontà, mi sembra molto limitata. L' età e i malanni dovrebbero suggerire provvedimenti restrittivi che non si risolvano in una condanna capitale.
vittorio cecchi gori