DAGONEWS
silvio e paolo berlusconi
Più che un quotidiano, un’agenzia di collocamento. E, a differenza di quanto si potrebbe supporre, non certo di giornalisti. Anzi. Il Giornale fondato da Indro Montanelli è sempre più allo sbando e nella guerra aperta tra le redazione e la famiglia Berlusconi (decisa ad imporre un taglio del 30% delle retribuzioni dei giornalisti per uscire da un crisi finanziaria che sarebbe tutta a carico dei dipendenti) ieri si è registrato forse il momento più basso. Ma andiamo con ordine.
Il corpo redazionale del Giornale si dice da tempo disposto a fare sacrifici per salvare la testata e il proprio posto di lavoro, ma chiede che anche l’azienda si faccia carico dei risparmi. Molti dei problemi di bilancio, infatti, dipendono da una gestione “spensierata” dei fondi da parte di Paolo Berlusconi (proprietario del 57% del Giornale), al punto che persino la nipote Marina (che ne detiene il 37% attraverso la Mondadori) sarebbe fuori dalla grazia di Dio e avrebbe detto al Banana di non poterne più.
sallusti
Il tema è così centrale nel confronto tra giornalisti e azienda che il Cdr nei giorni scorsi ha puntato esplicitamente il dito contro “gli sprechi dovuti alle rendite di posizione legate ai rapporti familiari della famiglia Berlusconi”. Quelli di Paolino, che attraverso il Giornale “impiega” amici, amiche, figlie, generi, ex generi e via andando. E quelli di Silvione, che nonostante il momento di crisi insiste affinché alcuni suoi protetti (tra cui anche ex parlamentari) beneficino di collaborazioni da centinaia di migliaia di euro l’anno.
In questo quadro succede che il Cdr abbia il mandato della redazione per acquistare una pagina del quotidiano come fosse un’inserzione pubblicitaria così da informare i propri lettori di quanto sta accadendo e del rischio che il Giornale possa andare incontro alla chiusura. Alessandro Sallusti prima dice sì, poi nicchia e si scopre che solo per i redattori del Giornale la pubblicità sulle pagine del quotidiano di via Negri ha costi proibitivi che neanche il New York Times.
ANNUNCIO IL GIORNALE PER COLLABORATORE DOMESTICO PRIMA DELLA CORREZIONE
Il Cdr però non demorde e decide di acquistare una pagina (decisamente più economica) nella cronaca di Milano. A poche ore dall’uscita, però, Sallusti pone il veto spiegando che “l’editore non ha affatto gradito” l’iniziativa. Paolo Berlusconi, però, si dice disponibile ad incontrare il Cdr, che quindi “congela” l’iniziativa.
Ieri, l’ultimo farsesco capitolo della telenovela. Proprio sulle pagine milanesi dove il comunicato del Cdr non aveva trovato spazio nemmeno ad un costo astronomico (per il quale tutto i giornalisti del Giornale si sono autotassati), spunta un improbabile annuncio: “Collaboratore domestico cercasi per Villa in Brianza. Richiedesi referenze, patente auto, esperienza come cameriere per servizio a tavola”. E il curriculum dove va inviato? Ovviamente alla Società europea di Edizioni, editrice del Giornale.
ANNUNCIO IL GIORNALE PER COLLABORATORE DOMESTICO
Apriti cielo. In una mail interna a tutti i giornalisti il Cdr parla di “vera e propria provocazione”. Mentre il Giornale è in crisi, tanto che l’azienda per risparmiare ha sospeso il servizio di ricezione della corrispondenza dei giornalisti, la Società europea di edizioni viene “usata come fermo posta per gli scopi privati di fortunati possessori di ville in Brianza”. Si ironizza, ovviamente, su quanto sia stata pagata la suddetta pubblicità e su chi sia il misterioso proprietario della villa.
C’è chi ipotizza lo stesso Silvio e persino Francesca Pascale, c’è chi pensa lo stesso Paolino. Che tempo qualche ora e ci mette la toppa che è peggio del buco. L’annuncio viene infatti corretto in corsa. Lo si trova oggi a pagina 4 della cronaca di Milano. Il curriculum non va più inviato alla Società europea di edizione ma alla PBF Srl, cioè la Paolo Berlusconi Finanziaria che ha sede proprio in via Negri 4. La conferma, dicono dal Cdr, che nonostante la situazione di crisi l’editore continua ad usare Il Giornale come una sua dependance.
Il clima, dunque, resta tesissimo. Il Cdr sta ora pensando di acquistare la pagina su altri giornali, concorrenti (come la Verità e Libero) e avversari (come Il Fatto quotidiano). Per il Banana sarebbe davvero uno schiaffo. E anche per Sallusti che per la prima volta finisce nell’occhio del ciclone.
paolo berlusconi alessandro sallusti diego della valle