Mauro Giordano per il “Corriere della Sera”
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Gli oggetti raccontano storie. Se ci raggiungono oggi dopo aver affrontato lunghi viaggi nel tempo, ci affascinano e seducono accendendo il desiderio di possederli.
Dall'1 al 9 ottobre Mercanteinfiera la «jam session dell'antiquariato e del modernariato» torna alle Fiere di Parma con i suoi pezzi unici dal design storico al collezionismo vintage: in mostra mille espositori (il 20% stranieri) distribuiti in quattro padiglioni su una superficie di 40 mila metri quadrati. Una 41ª edizione che si amplia con la presenza di quattro eventi collaterali invece dei canonici due e l'attesa per gli oltre 50 mila visitatori e i 5 mila buyer provenienti da Stati Uniti, Francia, Cina e gli altri Paesi esteri più affezionati alla manifestazione, «orfana» però del pubblico russo che da sempre qui era di casa.
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«L'idea di offrire un numero maggiore di mostre collaterali - spiega Ilaria Dazzi, exhibition director di Fiere di Parma - nasce dalla volontà di ampliare i contenuti in modo da suggerire spunti anche agli espositori e avere così proposte ibride sia negli oggetti che nelle epoche rappresentate. Chi torna a visitarci ha bisogno di nuovi stimoli e un trend che osserviamo da tempo è la crescente attenzione degli appassionati nei confronti di pezzi particolari e insoliti, difficilmente incasellabili in categorie.
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Un altro fenomeno ormai consolidato è la maggiore presenza dei giovani tra gli stand». Secondo Dazzi «il pubblico è attratto dallo storytelling che può custodire un oggetto, un termine ormai abusato, perché possedere la spilla appartenuta a una grande attrice o un oggetto realizzato in poche copie affascina le giovani generazioni abituate ad aver consolidato i consumi di massa».
Mercanteinfiera continua a essere un momento unico nel quale scovare un bassorilievo fiorentino del '700 vicino a un raro ventaglio dei primi del '900 dalle atmosfere burlesque. Il tutto magari poco lontano da un eccentrico porta profumi in opalina rosa del 1870 o da un quadro di Sonia Delaunay, l'artista ucraina che rivoluzionò l'arte del Novecento con la forza del colore.
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Tra le rarità rintracciabili c'è il design storico d'autore, quella produzione di mobili e complementi per la casa che va dal secondo Dopoguerra fino agli anni Ottanta e che fa riferimento a designer universalmente riconosciuti come Gio Ponti, Franco Albini, Iosa Ghini, Joe Colombo e Vico Magistretti solo per citarne alcuni.
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E poi il modernariato con quella serie di oggetti che sembrano essere stati abbandonati dal flusso della vita come vecchi giochi di inizio '900 o suggestivi album di fotografie a carillon. A sfilare nei padiglioni del polo fieristico l'antiquariato dal '500 all'800, gioielli, l'orologeria anche vintage e articoli di moda ricercati.
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«Contaminazione è una delle parole chiave di questa edizione - aggiunge Dazzi - e questo può tenere insieme il pubblico nordeuropeo amante di un design ricercato e invece chi ama l'antiquariato come francesi e inglesi. La nostra volontà è ibridare sempre di più la proposta espositiva con l'obiettivo di proporre un'idea di arte "aperta" che includa ad esempio il disegno di moda spesso relegato alla sua valenza commerciale, dall'altro di coltivare il valore della storia del costume, un patrimonio culturale cui sono sempre più attente anche le nuove generazioni».
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Tra gli appuntamenti, oltre alle già citate mostre collaterali come quella sui figurini delle Sorelle Fontana o la nuova collezione fotografica di Fiere di Parma, anche incontri e convegni, come quello del 4 ottobre che alle 14.30 nella sala principale del padiglione 4 affronterà il tema «arte e legalità» con approfondimenti dedicati al mercato delle esportazioni. Da tempo Mercanteinfiera è anche una vetrina online con una piattaforma che permette di tenere in contatto operatori e visitatori lontano dai padiglioni della Fiera o di mostrare le rarità anche a chi materialmente non può essere a Parma. «È il nostro prolungamento verso l'esterno - conclude Ilaria Dazzi - ma il contatto e il rapporto tra pubblico ed espositori resta fondamentale».
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