Guido Olimpio per www.corriere.it
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Una giornata di scontri duri, così come i bombardamenti russi. Mosca – sostengono gli americani – vuole «annientare lentamente» il nemico usando l’intero arsenale. Putin accusa gli ucraini di usare i civili come scudi umani, è la giustificazione preventiva di massacri. Nel frattempo i contendenti hanno raggiunto un accordo per la creazione di corridoi umanitari necessari all’evacuazione dei feriti. Segnale positivo in un mare di morte.
I fronti
carro armato russo distrutto in ucraina
Sempre molti i fronti da seguire. Il convoglio diretto su Kiev procede con la consueta lentezza. È circa a 25 chilometri dal centro della capitale, con gli ufficiali che cercano di rimettere ordine. Fango, cingoli fuori uso, ruote fuori uso per la cattiva manutenzione e il lungo periodo di parcheggio dei mezzi, benzina non sempre sufficiente. Sono i piccoli e grandi ostacoli del «serpentone».
L’aspetto inedito è che gli ucraini avrebbero iniziato a bersagliarlo con aerei, droni, artiglieria e incursioni di forze speciali. In particolare contro autobotti, camion con rifornimenti. Gli Usa ieri avevano indicato che c’erano stati attacchi – senza elaborare – ed hanno aggiunto che l’aviazione russa non ha ancora il controllo totale dei cieli.
Cosa sta succedendo
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Dunque: 1) Le azioni ci sono, difficile valutare la consistenza. 2) Andando oltre il «corteo» l’efficacia dei team ucraini è assodata. Gli americani stanno fornendo assistenza/intelligence/consigli. E arrivano altre armi. Il capo di Statio Maggiore statunitense Milley ha salutato pubblicamente la loro abilità nell’ingaggiare l’elefante. 3) C’è la guerra di propaganda. 4) Al tempo stesso è un dato di fatto che Putin è ancora lontano dagli obiettivi prefissati. Ma è una lunga marcia e come lo stesso leader ha detto a Macron il peggio deve ancora venire. C’è tempo per altre distruzioni. Il martello bellico è anche un modo per avere maggiore peso nei contatti diplomatici, mostra quello che può avvenire su una scala ancora più ampia.
feriti e morti dopo i bombardamenti russi in ucraina 5
L’esercito russo
Mosca ha ora sul campo circa il 90% del contingente mobilitato, con altri reparti schierati, tra cui i missili terra-terra (ne hanno già sparati 480 d’ogni tipo). Il piano sembra sempre quello dello strangolamento progressivo condotto attraverso l’accerchiamento e devastazioni. L’Inferno che molti si attendevano all’inizio della missione si concretizza adesso. Crescono le perdite: secondo Kiev sarebbe stato ucciso il generale russo Andrei Sukhovetsky, indicato come comandante della Settima divisione aerea, un reduce del conflitto in Siria. Nell’intrecciarsi di notizie non confermate c’è anche la minaccia di fucilare sul posto eventuali mercenari stranieri giunti a fiancheggiare le truppe di Kiev.
Le città
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A sud prosegue la spinta degli invasori. La conquista di Kherson è un punto a favore, sono entrati piegando alla fine le difese ma non è escluso che vi siano sacche di combattenti. Mariupol è isolata. Grande apprensione a Odessa. Le autorità scrutano costantemente il mare, al largo incrocia una formazione di unità anfibie. Molti si attendono uno sbarco russo. Il fronte meridionale è quello dove Mosca può guadagnare terreno sfruttando anche le milizie amiche.
Gli ucraini, spiegano gli osservatori, preferiscono manovre più agili e trasformano le cittadine in roccaforti, come ad esempio a Kharkiv e nella zona di Gostomel dove i ceceni hanno avuto molti morti. Mosca deve affrontare perdite e aumentare la potenza di fuoco coinvolgendo sempre di più civili inermi. Intanto provano ad attenuare l’immagine negativa: a Melitopol, insieme ai blindati, sono arrivati viveri per gli abitanti.
bombardamenti russi in ucraina
La simulazione degli Usa
Uno spunto interessante. I Marines statunitensi, nelle scorse settimane, hanno svolto un wargame che aveva come tema la possibile invasione dell’Ucraina. Ora lo hanno confrontato con quanto sta avvenendo realmente. Quasi tutto combacia. Le differenze: avevano previsto un’offensiva massiccia fin dalle prime ore, un impiego più ampio della componente aerea per neutralizzare quella avversaria, una proiezione dalla Bielorussia verso Nord Ovest; lo sbarco nel sud; un paio di contro-attacchi ampi da parte ucraini (rivelatisi un disastro).
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Nella simulazione – sostengono i Marines – i difensori si sono arroccati nelle cittadine e sono stati costretti a ritirare le truppe oltre il fiume Dniepr per evitare di restare in una sacca. Complicata anche la situazione dei reparti a Est. La battaglia – quella vera – è sempre feroce, lo zar ostenta sicurezza ma deve guardarsi a quanto avviene in patria. Le conseguenze delle ritorsioni economiche sono severe.
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