1. L’INCARICO ANDRÀ AL PP MA IL PSOE NON SI ARRENDE E C’È L’IPOTESI DI RIVOTARE
Estratto dell’articolo di Elena Marisol Brandolini per “il Messaggero”
alberto nunez feijoo elezioni in spagna 2023
La distanza tra i due blocchi in competizione è molto piccola e la partita decisa da un pugno di seggi. […] L'incarico andrà al Pp che non ha i numeri e non si esclude che si vada verso una nuova legislatura di ampia coalizione a guida socialista. «In questo momento, possiamo confermare al 100 per cento che Pp e Vox non avranno la maggioranza assoluta e ne rimarranno relativamente lontani», ha spiegato Carlos Domínguez, analista di 40dB alla diretta sul sito de El Pais.
pedro sanchez elezioni spagna 2023
IL […] Pp di Alberto Nunez Feijoo […] si è assestato sui 136 seggi, rispetto ai 122 del partito socialista del presidente uscente Pedro Sanchez. […] Ma poiché […] nessun partito da solo è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta parlamentare di 176 seggi che gli avrebbe consentito di formare un governo monocolore, in questo caso ciò che contava soprattutto era il peso di ciascuna coalizione, conoscere cioè quanto valeva ciascun blocco in termini di seggi.
[…] mentre il Psoe può pattuire una nuova investitura di Sanchez col sostegno esterno di altri partiti, oltre a confermare la coalizione di governo con Sumar, il Pp può avere solo come unico socio di maggioranza l'estrema destra Vox. E a scrutinio completato, i popolari e Vox si sono fermati a 169 seggi, a sette di distanza dalla maggioranza di 176.
Santiago Abascal - leader di vox
I partiti della coalizione progressista, Psoe e Sumar, hanno invece totalizzato 153 seggi, potendosi però teoricamente avvalere anche del sostegno di altri partiti in parlamento. La somma di questi seggi più quelli ottenuti dai partiti che hanno già dichiarato che avrebbero sostenuto una riedizione del governo Sanchez (Erc, Bildu, Pnv, Bng) pur di arrestare una maggioranza delle destre alla guida del paese, raggiunge il totale di 172, a quattro seggi dalla maggioranza assoluta parlamentare.
Ora, se è vero che non si può escludere un ritorno alle elezioni nel caso in cui Sanchez non riesca a comporre la maggioranza necessaria alla sua investitura, l'ipotesi più probabile sembra un'altra. Date infatti le condizioni in cui si è svolto il difficile confronto elettorale e l'obiettivo raggiunto dai partiti di sinistra di sbarrare il governo del paese alle destre, lo scenario di lavoro è la riedizione di una nuova legislatura progressista.
2. NON C’È LA GRANDE SPALLATA ECCO GLI SCENARI POSSIBILI
Estratto dell'articolo di Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”
alberto nunez feijoo elezioni in spagna 2023
Se la Spagna doveva essere il laboratorio della nuova alleanza tra popolari e conservatori per governare l’Europa, non è andata benissimo. La diga socialista tiene, il centrodestra è lontano dalla maggioranza assoluta. È stata una sorpresa. Erano sbagliati i sondaggi, erano sbagliati gli exit-polls. Il premier socialista Pedro Sánchez rimonta. I popolari crescono, si affermano come primo partito, ma non sfondano. Vox perde 19 seggi.
La Spagna profonda ha detto no all’accordo tra popolari e conservatori. I socialisti hanno mobilitato i loro territori tradizionali. Siviglia, un tempo roccaforte rossa, ora governata dalla destra, si è mossa a favore di Sánchez. Lo stesso è accaduto in Catalogna, dove la sinistra indipendentista di Esquerra Republicana crolla, e anche i separatisti di centrodestra di Junts per Catalunya cedono voti al partito socialista: Barcellona non vuole la destra al governo a Madrid.
pedro sanchez elezioni in spagna 2023
[…] Ancora una volta, gli elettori hanno avuto più paura di Vox che dei separatisti catalani. Certo, per il Psoe non è una vittoria. Alla fine il sorpasso dei popolari c’è stato. Ma i socialisti possono fare accordi in Parlamento con catalani e baschi; i popolari no. […]
A questo punto gli scenari sono tre. Il re chiede a Feijóo di formare il nuovo governo; anche se non si capisce come. Sánchez riesce a ricostruire una maggioranza; ma deve trasformare l’astensione di baschi ed Esquerra Republicana in un Sì (Junts ha già chiesto un referendum per l’indipendenza catalana che nessun premier potrà mai concedere). Oppure si torna al voto.
Feijóo avrebbe fatto volentieri a meno di dialogare con Vox. Il suo schema era e resta un governo di minoranza, con l’astensione dei socialisti. Ma lo schema prevedeva il crollo di Sánchez. Dentro il Psoe c’è un’anima centrista, disposta a lasciar governare i popolari.
FOTO DEL 1995 DI ALBERTO NUNEZ FEIJOO A BORDO DELLO YACHT CON IL NARCOTRAFFICANTE MARCIAL DORADO
Sono i baroni che considerano ancora leader morale il grande vecchio Felipe González, che non è un estimatore di Sánchez. Ma sono gli stessi baroni usciti a pezzi dalle amministrative; al momento nel partito un’alternativa al sanchismo non c’è.
Anche nel Pp esistono due anime. C’è quella di destra, incarnata dalla presidente della Comunità di Madrid, Isabel Díaz Ayuso. E c’è quella centrista, rappresentata appunto da Feijóo. Il candidato premier è stato molto critico con Vox, in tutta la campagna elettorale.
[…] È vero che Feijóo ha tenuto toni duri, a volte aggressivi […]. Tuttavia, è evidente che Feijóo aveva scelto di non inseguire Vox sulla via dell’estremismo, ma aveva tentato di conquistare il centro. Ci è riuscito solo in parte.
SANTIAGO ABASCAL GIORGIA MELONI
La vera questione, ovviamente, […] è […] l’Europa. I popolari hanno un antico legame con la Cdu tedesca: la Germania del resto controlla buona parte del debito pubblico spagnolo. L’interlocutore naturale di Feijóo non è Orbán, non è Marine Le Pen, non è Alternative für Deutschland; è Ursula von der Leyen.
[…] È chiaro che l’Europa preferirebbe un accordo tra popolari e socialisti; che tuttavia non fa parte della cultura politica spagnola. Vox esce malconcia dal voto; e alla fine si è rivelata la migliore alleata dei socialisti. Del resto, il Paese è in piena ripresa economica. Edilizia e turismo, le due leve della crescita spagnola, hanno ripreso a funzionare. L’occupazione è al massimo storico. L’inflazione scende.
ALBERTO NUNEZ FEIJOO CON SANTIAGO ABASCAL
[…] A questo punto il Pp deve scegliere se tenere la linea centrista. O se spostarsi a destra, per assorbire i voti di Vox, dopo aver prosciugato il serbatoio liberale di Ciudadanos, il movimento che ora non esiste più. Proprio come Podemos, che si è sciolto in Sumar, una coalizione che appunto somma tutte le forze a sinistra dei socialisti: la sua leader, la vicepremier Yolanda Díaz, raccoglie 31 seggi che potrebbero rivelarsi decisivi per puntellare l’attuale maggioranza di governo. Anche se un ritorno alle urne è tutt’altro che da escludere.
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