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    CHI GODE DI PIU’ PER LO SFACELO DI FORZA ITALIA E’ MATTEO RENZI - CON L’86ENNE BERLUSCONI ALL’ULTIMO GIRO DI GIOSTRA, IL BULLETTO DI RIGNANO PUNTA A PAPPARSI QUEL CHE RESTA DI FORZA ITALIA E NEANCHE LO NASCONDE PIU’: “HO MOTIVO DI CREDERE CHE, NON SO, MAGARI TRA SEI MESI, QUALCUNO DI FORZA ITALIA, VEDENDO IL PARTITO INDEBOLIRSI DENTRO UNA COALIZIONE DEBOLE, POSSA VENIRE A BUSSARE PROPRIO DA NOI” - A QUEL PUNTO IL GOVERNO MELONI SAREBBE A RISCHIO, SOPRATTUTTO SE A CAMBIARE CASACCA FOSSERO I SENATORI BERLUSCONES...


     
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    1 - IL RACCONTO DELLA GIORNATA AL SENATO: IMPEGNI E SORRISI, MA NULLA È CIÒ CHE SEMBRA

    Estratto dell’articolo di Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”

     

    silvio berlusconi matteo renzi silvio berlusconi matteo renzi

    […]  Renzi, lo giura? «Certo! Lo giuro!». Renzi, lei è furbo e spregiudicato. «Ho giurato, non basta? Anzi, posso anche aggiungerle una considerazione…». Continui. «Beh, se questo governo dovesse partire male, zoppicando, cosa che ovviamente io auspico, e andare avanti così, un po’ malconcio… io ho motivo di credere che, non so, magari tra sei mesi, qualcuno di Forza Italia, vedendo il partito indebolirsi dentro una coalizione debole, possa venire a bussare proprio da noi». (Carlo Calenda, intanto, nervosissimo, è già sceso tre volte a fumare giù nel cortile).

    Berlusconi Renzi Berlusconi Renzi

     

    Che succede? La Russa - nell’emiciclo maltrattato (puro eufemismo) da Berlusconi - viene eletto con 116 voti. I calcoli precisi li leggerete in un’altra pagina. Però, insomma: ci sono stati 17 franchi tiratori (definizione obsoleta, ma resta la più efficace). Torniamo da Renzi. Allora? «Allora che?» - risponde lui mettendo su lo sguardo che conoscete (pieno di astuzia, ironia, presunzione). Aveva anche giurato.

     

    «Scusi: se avessi fatto una roba del genere, la rivendicherei con orgoglio, no?». Calenda, che non sembra avere il controllo della scena: «C’è, evidentemente, un’opposizione che dispone d’un po’ di voti per spaccare la maggioranza. Ma quei voti non sono i nostri. Non avremmo mai potuto votare un nostalgico del fascismo».

    Berlusconi Renzi Berlusconi Renzi

     

    Cominciano, con strepitosa perfidia, a girare subito battute così: «Ha fatto tutto Renzi, senza dire niente a Calenda». «Poi per La Russa avranno votato anche Cateno De Luca, le autonomie, magari qualche senatore a vita e un paio di grillini…». «Il resto dei voti, Renzi è andato a prenderli tra i dem di Base Riformista, che sono rimasti renziani nell’animo».

     

    Vanno a chiedere un parere a Dario Franceschini: ma si volta tipo pit bull a cui hanno messo un dito nel naso. Bruno Vespa - che da grande cronista è venuto a buttarsi nel mischione - dice basito: «Mai visto niente di simile». La Russa ha finito il suo discorso di insediamento.

    berlusconi renzi berlusconi renzi

     

    Aiutano il Cavaliere ad alzarsi e, passo passo, esce dall’aula. «Nessuno smacco. Però era giusto dare un segnale: non si possono mettere veti. Certo… la Ronzulli non sarà più ministro». Un giornalista spagnolo vuol sapere in che anno la Ronzulli smise di fare l’infermiera. Dalla sala stampa: «Ragazzi: la notizia è che FI starebbe valutando di andare da sola alle consultazioni». Qualcuno ha visto Matteo Renzi uscire da Palazzo Madama con le mani in tasca, fischiettando. […]

     

    2 - RENZI: «NON SCHERZIAMO, NON SIAMO STATI NOI IN QUESTE COSE È BRAVO FRANCESCHINI»

    Fra. Bec. per “il Messaggero”

     

    BERLUSCONI BIBERON RENZI BERLUSCONI BIBERON RENZI

    «Ragazzi, mi conoscete o no?». Matteo Renzi è euforia pura. Stargli dietro è un'impresa, mentre attraversa a grandi falcate il Transatlantico del Senato. Trattiene a stento un sorriso sornione, trentadue denti. O almeno ci prova.

     

    Il leader di Italia Viva è in sollucchero per il centrodestra di governo che traballa di fronte al primo banco di prova: l'elezione di Ignazio La Russa per il più alto scranno di Palazzo Madama e l'ira funesta di Forza Italia, tagliata fuori. «Presidente, dica la verità: lo avete votato voi». «Noi? Adesso le spiego una cosa - Renzi afferra un braccio e riparte il peripatetico - se io orchestrassi un'operazione del genere, la rivendicherei. Di più: andrei all'incasso». Magari ci va, all'incasso.

     

    FRANCESCHINI CASINI E RENZI SE LA RIDONO FRANCESCHINI CASINI E RENZI SE LA RIDONO

    «No, io non c'entro nulla, questa è una resa dei conti tutta interna al centrodestra». Sarà, ma tutti puntano il dito contro una sola persona. «Può essere stato chiunque. Non scherziamo: non ci si cappotta per sbaglio. Io, Letta e Gentiloni siamo durati per cinque anni di legislatura. E poi io non sono uno bravo a fare questo tipo di calcoli. Non sono, per dire, un Franceschini».

     

    Il nome dell'ex ministro della Cultura, plenipotenzario Pd, irrompe a sorpresa. Ci sarà lui dietro il blitz che ha blindato con il favore delle tenebre (dei catafalchi) il candidato di FdI? Indaghiamo. «Diciamo solo che Dario è un ragazzo intelligente», si schermisce Renzi. Riecco il sorriso, beffardo. Eppure con Dario ci ha parlato e scherzato in mattinata. In conclave con Stefano Patuanelli, ex ministro e prima fila del M5S.

     

    RENZI FRANCESCHINI RENZI FRANCESCHINI

    «Con loro abbiamo discusso delle vicepresidenze di Camera e Senato - spiega l'ex premier - che, per la cronaca, non c'entrano nulla con questo voto. Perché, anche volendo una contropartita - e non è questo il caso, abbiamo votato tutti scheda bianca - non avrebbe avuto senso. Sulle vicepresidenze sono le opposizioni a decidere». E che avete deciso?

     

    «Sono sei posti. Io ho avuto l'impressione che volessero dividerli in tre e tre, Pd e Cinque Stelle. E ho detto no, non ci stiamo. Una dovete darla a noi. La vera partita, qui, si giocherà per la guida del Copasir». Sarà, ma il giallo della carica dei venti franchi tiratori, al Senato, non ha ancora una soluzione. E tutti, o quasi, sospettano la pattuglia di Renzi e Calenda.

     

    FRANCESCHINI RENZI GENTILONI FRANCESCHINI RENZI GENTILONI

    Compreso il patron di FI Silvio Berlusconi, che con Matteo - «intelligente e simpatico» - si è scambiato grandi sorrisi nell'emiciclo. «Si sbagliano, è il più classico dei regolamenti dei conti nel centrodestra - riprende il leader di Iv - è un modo come un altro per decidere gli equilibri interni, noi abbiamo le primarie, loro fanno così. In ogni caso, non ne farei un dramma». Perché? «La Meloni avrà l'incarico intorno al 21, 22 e il governo partirà.

    Hanno cinque anni davanti».

     

    Cinque sono tanti, a giudicare dall'esordio. Non sarà un po' troppo ottimista? «Ma no, dureranno e possono ringraziare San Enrico Letta», sogghigna Renzi. È il suo punching ball preferito, il segretario uscente del Pd. Poteva mancare una stoccata? Certo che no. «Ha scelto di tagliare fuori me e Calenda e adesso si vede il risultato». Renzi inizia a contare, un dito alla volta. «Prato, Roma, Livorno, basta fare i conti. Se avesse fatto un accordo con noi avrebbe vinto altri 7,8 collegi uninominali, forse di più. E oggi La Russa non sarebbe presidente del Senato».

    FRANCESCHINI RENZI FRANCESCHINI RENZI

     

    Senatore, non sarà sempre colpa di Letta? «Lo so che non mi credete, ma la sua folle strategia sulle alleanze è una delle cause. E poi, ripeto, fate i conti. I nostri voti - che non abbiamo dato - non sarebbero comunque bastati. Un sì è arrivato anche da Pd e M5S. Ma non lo sapremo mai». Passa Calenda, sembra provato, abbraccia l'alleato. «Mi aspettavo la Curia Hostilia, e invece...».

     

    Il Renzi show riparte, è il più cercato tra i corridoi di Palazzo Madama. Alla buvette si dà di gomito con due colleghi ripensando ad Andrea Crisanti, «il virologo a cui è stata appesa una nazione», che ha faticato a «trovare la fessura» nel catafalco. Con Licia Ronzulli, gran protagonista del terremoto nel centrodestra, batti-cinque e risate. «A proposito, non vedo il tuo capo da sette anni. Quando me lo fai incontrare?».

    RENZI FRANCESCHINI RENZI FRANCESCHINI

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