francia emmanuel macron con brigitte
Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
Emmanuel Macron sembra vicino all'Eliseo, e di questi tempi è la sola novità in Europa in grado di suscitare altrettanta soddisfazione a Roma, a Berlino e a Bruxelles. Non solo perché è disinnescato così il rischio di un ballottaggio alle presidenziali francesi fra due populisti come Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon.
VALLS MACRON
Il sollievo di queste ore nel resto dell'Unione Europea ha anche ragioni specifiche per il profilo politico di Macron: molti nelle altre capitali lo conoscono e ciascuno lo immagina sulle proprie posizioni, prima che il (probabile) prossimo leader francese mostri che non intende allinearsi del tutto né con l'Italia, né con la Germania, né con la Commissione Ue di Jean-Claude Jucker.
HOLLANDE MACRON
Il curriculum europeo del 39enne favorito delle presidenziali in realtà è breve, visti anche i suoi 39 anni. Ma la sua rete di relazioni è ramificata grazie anche una selezione accorta di collaboratori da sempre impegnati nel progetto europeo: tutti scelti strettamente per le loro capacità, mai per l' appartenenza tribale alla cerchia di più fedeli al leader, e spesso profondamente radicati nel sistema europeo.
juncker merkel
Jean Pisani-Ferry, primo consigliere economico di Macron (e oggi potenziale uomo di punta nella squadra di governo di Parigi), ha fondato insieme a Mario Monti e diretto per anni il centro studio bruxellese Bruegel grazie al finanziamento di Germania, Francia e Italia. Pisani-Ferry ha lavorato nella Commissione Ue e dedica da decenni la sua attività di economista a rafforzare l'architettura dell'euro.
Jean Pisani Ferry
Profonda conoscitrice sia dell'Italia che della Germania - e forte di rapporti preziosi in entrambi i Paesi - è poi Sylvie Goulard, l'incaricata degli affari europei della campagna di Macron. Eurodeputata per i liberal-democratici, co-autrice di un libro sull' Europa assieme a Monti, Goulard è potenzialmente un'altra figura influente nel prossimo governo francese.
La predilezione di Macron per i collaboratori capaci di leggere dall' interno le istituzioni di Bruxelles del resto era emersa subito, quando da ministro dell'Economia chiamò fra i suoi collaboratori Shahin Vallée, consigliere economico dell'allora presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.
Sylvie Goulard
Macron si affaccia dunque in Europa con un profilo e una squadra in grado di rassicurare gli interlocutori. Piace in Italia e in Germania la disponibilità che ha mostrato a dare alla Francia un ruolo maggiore nella gestione dei flussi migratori. Rassicura la Commissione Ue e in parte Berlino l'impegno a riportare il deficit pubblico di Parigi sotto il 3% del reddito dopo dieci anni. E conforta Angela Merkel l'appoggio del grande favorito per l' Eliseo alla linea dura della cancelliera tedesca sulla Russia.
Shahin Vallee
Dopo gli anni di François Hollande, vissuti a Berlino come un incubo per l'inconsistenza del leader di Parigi, il dialogo franco-tedesco per garantire il futuro dell'euro ripartirà. L'Italia ne sarà un tema, uno di quelli sui quali un compromesso fra Parigi e Berlino diventa determinante.
In Germania è evidente la tentazione di adottare un approccio intransigente; a Parigi invece non si dimentica che il sistema bancario transalpino è esposto sull' Italia per circa 260 miliardi di euro e grandi gruppi francesi come Lvmh, Kering, Engie, Carrefour o Lactalis hanno forti investimenti nel Paese. Una nuova crisi finanziaria a sud delle Alpi costerebbe molto cara anche al sistema-Francia.
emmanuel macron
Questo non significa che Macron sia in sintonia con le critiche che dall' Italia tutti i partiti fanno piovere su Bruxelles: non lo sarà probabilmente mai. Alla Germania chiederà invece di fare più investimenti pubblici, mentre la Francia e il Sud Europa risanano e affrontano riforme.
Così Parigi potrebbe tornare a essere un punto d' equilibrio tanto essenziale nell' area euro da poter candidare il governatore della Banque de France François Villeroy de Galhau, a dispetto di Berlino, alla guida della Banca centrale europea quando Mario Draghi si ritirerà nel 2019. Di certo tutti in Europa si sentono sollevati, per ora. Da stamani, probabilmente, lo saranno anche i mercati azionari, dei titoli di Stato e il tasso di cambio dell' euro.